Italia agli ultimi posti in Europa per uso di Internet e banda larga. La sconfortante fotografia di un Paese che arranca e fatica a stare al passo con l'innovazione ci viene offerta dal Rapporto Istat 2012 (http://noi-italia.istat.it/), presentato ieri dal presidente Enrico Giovannini.
Solo il 51,5% della popolazione, dai 6 anni in su, fa uso della Rete, ma il dato scende al 28,3% se si analizza il suo utilizzo quotidiano. Impressionante il confronto con la Svezia, al primo posto in classifica, dove gli utenti sono l'88%. Peggio di noi solo Portogallo, Bulgaria, Grecia e Romania, fanalino di coda (Portogallo escluso) anche per l'utilizzo della banda larga.
Per l'Internet veloce l' Italia è quartultima, con il 45,8% delle famiglie che ne sono fornite, contro l'83% della Svezia anche in questo al top della classifica.
Va un po' meglio per quanto riguarda le imprese. Tra le aziende, con almeno dieci addetti, l'83% usa la banda larga. Se però si va a vedere quante di esse possono venire classificate come "innovatrici" il confronto con la punta di diamante, incarnata questa volta dalla Germania, non è esaltante: 37,6% contro 55%.
"Dulcis in fundo": il rapporto tra spesa per ricerca e sviluppo è all'1,26% del Pil (3,96% in Finlandia) e ancora inferiore è l'investimento privato delle imprese pari allo 0,67% contro una media europea dell'1,25%.
Insomma, non c'è da stare allegri. Ministro Passera, attendiamo da lei e dal suo governo uno scatto che porti il nostro Paese non dico in cima alla classifica ma almeno in linea con la media Ue.
Le liberalizzazioni vanno bene (sempre che non riguardino i "beni comuni"!).
Ma l'innovazione tecnologica e la sua diffusione sono ancora più importanti, se vogliamo risalire la china della declassazione e dell'impoverimento dell'Italia.
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