La bufala sull’unico acquirente per l’inoptato di RCS Mediagroup circolata sino al tardo pomeriggio di ieri e ripresa da quasi tutte le più “autorevoli” [inevitabilmente virgolettato] testate del nostro Paese ripropone per l’ennesima volta il confine tra tempestività ed affidabilità, qualificandosi ulteriormente per quello che è il titolo scelto da molti quotidiani online che hanno parlato di “giallo” sull’11% acquistato da un solo soggetto; non a caso in Spagna la “prensa amarilla”, la stampa gialla letteralmente, è quella scandalistica e sensazionalista.
La scelta fatta di non correggere gli errori sul presunto “giallo”, riportando ora e motivazione della rettifica, ma di produrre altri articoli che correggevano il tiro sulla questione, dimostra infine che, per dirla con le parole di Mattew Ingram, “If there’s one thing traditional media outlets still suck at, it’s making corrections”.
Non credo ci sia molto altro da aggiungere se non che, almeno, questa volta non pare sia colpa di Twitter, della Rete o, peggio, del “popolo del web”.