I soggetti a rischio – In base al precedente regime pensionistico, con la riforma del 1993, i lavoratori che non avevano versato almeno 15 anni di contributi entro il 1992 o chi avesse iniziato a versarli poteva mantenere il requisito dei 15 anni di contribuzione versando, appunto, “contributi silenti”. Coloro che erano in questa condizione hanno aspettato di compiere 60 anni per andare in pensione, ma con la riforma Fornero ora di anni di contributi ne servono 20, come per il resto dei lavoratori. Tra i soggetti che più hanno usufruito dei contributi silenti ci sono donne, ex lavoratori autonomi, stagionali agricoli pagati con i vaucher, professionisti con una vita lavorativa irregolare. I loro contributi, di fatto, rischiano di restare all’Inps.
Dimenticavo, i Parlamentari ne sono esenti!
Magazine Informazione regionale
Il polverone esodati non è il solo pasticcio di Elsa Fornero. La sua riforma delle pensioni rischia ora di fare esplodere quella che Italia Oggi ha definito la “bomba ad orologeria dei contributi silenti”. Una magagna da 10 miliardi di euro, a tanto ammontano quei contributi, che se l’Inps fosse costretta a restituire ai lavoratori porterebbe al “rischio default” per l’istituto previdenziale. L’altro rischio è che “diversi milioni” di italiani rimangano senza pensione.