di Rossana Castiglia
Inquinamento acqua, aria e suolo: l’ambiente trattato come spazzatura
“Quando l’ultima fiamma sarà spenta, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce catturato, solo allora capirete che non si può mangiare denaro!” (Capo indiano d’America: Sioux )
Chissà quante volte ti sarà capitato di leggere questa citazione e sospirando avrai pensato “che belle parole!”. Il fatto veramente inquietante dietro questa frase è la profetica realizzazione.
Se un tempo la saggezza di vecchi capi tribù, ancora in contatto profondo con la Madre Terra, poteva ammonire il suo popolo e riportarlo sulla retta via, oggi solo pochi “risvegliati” ne hanno rispetto e cura. La terra, l’acqua e il suolo sono per la stragrande maggioranza degli essere umani, una grande spazzatura dove buttare tutto ciò che scarta, tutto ciò che avanza dal suo frenetico consumismo. La mano di chi cestina può essere di un singolo individuo o di un’azienda intera e l’unica differenza sta nella quantità, non nella qualità.
Si riversano liquidi tossici, olii consumati, frigoriferi dismessi, veleni derivanti da lavorazioni di materiali e materie prime e dato che sono tutti furbi, questo immondezzaio lo fanno fuori da casa loro (poveri illusi). E allora chi è al nord, va a buttare al sud, chi è al sud va a buttare al nord, chi è in oriente butta in occidente e gli occidentali vanno a buttare in Africa. Insomma, tutti alzano il grande tappeto di Madre Terra e ci nascondono qualcosa, così che nessuno veda e senta.
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Queste stesse mani che avvelenano i territori altrui, sono le stesse mani che alla cassa di un supermercato pagano il conto per squisiti pomodori campani, per frutti tropicali e prelibatezze d’oltre oceano. Nel loro piccolo cuore arido e nella loro pigra mente non evoluta, sono convinti di aver avuto un’ idea geniale, di essersi tolti un problema. Non si rendono conto che hanno buttato fuori dalla finestra, per poi farlo rientrare dalla porta.
Per quanto banale possa apparire, l’inquinamento della Nostra Terra, di tutta l’aria, l’acqua e la terra, anche quella che al momento non calpestiamo e non respiriamo, deriva dall’inquinamento delle menti e delle emozioni umane.
L’egoismo, l’ingordigia, l’arroganza, inquinano ed avvelenano la visione che del mondo si dovrebbe avere. Per molti il motto sottointeso è “mors tua vita mea” (la tua morte (è) la mia vita). L’essere umano tende ad “uccidere” qualsiasi cosa incontra sul suo cammino, pur di soddisfare ogni suo bisogno.
Abbattiamo alberi, ammazziamo animali, deprediamo popolazioni, avveleniamo territori, purchè tutto conduca al nostro tornaconto, alla nostra pancia piena e al nostro ego soddisfatto.
E brutti e cattivi, non sono solo i poteri forti e le grandi multinazionali. Brutti e cattivi siamo noi, che compriamo quei prodotti, che ci nutriamo di quel cibo, che con la nostra “disinformazione” alimentiamo in maniera sotterranea quel sistema che inquina e ammala, quel cibo che noi spensieratamente mettiamo sulle nostre tavole e nei nostri piatti.
Non serve armare la mani per combattere, è sufficiente risvegliare i Cuori e le coscienze. Si comincia con poco, magari attraverso un consumo consapevole.
Magari comprando da produttori locali o per chi può direttamente dal proprio orto.
Nessun obbligo o moralismo, solo il diritto e il dovere di scegliere, perché per quanto possa essere buono l’olio extravergine di oliva, non ne basterà più di un filo, per rendere appetitosa la tua prossima banconota.
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