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Inquinamento, Legambiente: “Milano, Torino, Napoli e Roma le capitale dello smog”

Creato il 19 dicembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Anche il 2015 si sta per chiudere all’insegna dello smog, con le principali città italiane in piena emergenza. Milano, Torino, Napoli e Roma. Sono queste le città in cui, dal 1 gennaio 2015, le centraline hanno registrato più superamenti del limite stabilito dalla legge (Dlgs 155/2010) dei 35 giorni all’anno con concentrazioni di Pm10 superiori a 50 microgrammi per metro cubo.

(wakeupnews.eu)

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Inquinamento, Legambiente: “Milano, Torino, Napoli e Roma le capitale dello smog”. Secondo alcune anticipazioni di Legambiente sui dati della campagna di monitoraggio “Pm10 ti tengo d’occhio”, a guidare la triste classifica è Milano con 86 superamenti, seguita da Torino con 73, Napoli (59) e Roma (49), le stesse città che proprio in questi giorni soffrono di più per le elevate concentrazioni di Pm10. Per stilare la classifica, lo studio ha preso come riferimento la centralina peggiore (quella che ha registrato il maggior numero di superamenti fino a questo momento) presente nella città, a partire dai dati disponibili sui siti delle Regioni, delle Arpa e delle Province.

“È stato scelto questo criterio per il confronto tra le città perché le Regioni scelgono modalità diverse nella comunicazione dei dati e nel conteggio dei superamenti – fa sapere Legambiente -. La centralina peggiore sicuramente non è indicativa della qualità media dell’aria di tutto il perimetro urbano, ma riporta la situazione più critica di cui gli amministratori locali e gli abitanti devono essere a conoscenza e di cui devono tenere conto”.

Il particolato atmosferico è da molti anni ormai considerato tra gli inquinanti di maggior impatto sulla salute delle persone, per via delle sue “capacità” di essere facilmente inalato dall’apparato respiratorio e per le alte concentrazioni che si registrano specialmente in ambiente urbano. Secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Iarc), l’inquinamento atmosferico è cancerogeno per la salute umana, specialmente per ciò che concerne il particolato atmosferico o polveri sottili e risulta spesso associato ad una maggior incidenza del cancro.

Le particelle fini (Pm10 e Pm2,5) possono originarsi, oltre che per cause naturali, anche per cause antropiche (come l’usura dell’asfalto, dei pneumatici e delle pastiglie dei freni delle vetture, per la combustione dei motori e per quella degli impianti di riscaldamento solo per citarne alcune). Il Pm10 comprende tutte le particelle che hanno un diametro uguale o inferiore a 10 micron (1 millesimo di millimetro).

Il rapporto tra 2014 e 2015. Secondo i dati del Rapporto sulla Qualità dell’Ambiente Urbano, realizzato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Ispra – Arpa/Appa) e giunto alla sua XI edizione, se nel 2014 c’è stato un moderato trend di riduzione dei livelli di Pm10, No2 (biossido di azoto), oltre al sostanziale rispetto del valore limite annuale per il Pm2.5, alcuni standard normativi per la protezione della salute umana non sono ancora rispettati in un largo numero di aree urbane: per il Pm10 si registrano superamenti del valore limite giornaliero in 30 aree urbane e 18 di queste hanno già superato il valore limite giornaliero nel primo semestre del 2015; inoltre, il valore limite annuale per l’No2 è superato in 20 città.

I livelli di ozono continuano a oscillare di anno in anno, soprattutto in conseguenza delle condizioni meteorologiche nella stagione estiva, restando nel 2014 e nel periodo estivo 2015, ben al di sopra degli standard normativi nella gran parte delle città. I limiti di legge di benzene, arsenico, cadmio e nichel (riferiti alla media annuale) sono rispettati in tutti i casi, come accade ormai da alcuni anni.

Per il Pm2.5 il valore limite viene superato solo nell’agglomerato di Milano, mentre per il benzo(a)pirene si registrano superamenti del valore obiettivo oltre che nell’agglomerato di Milano anche a Torino, Bolzano e Terni.

Sul tema è intervenuto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti su Sky tg24, parlando di iniziative come le targhe alterne e gli sconti sui mezzi pubblici, ha detto: “sono misure che servono ad ‘abbassare la febbre’, ma non a eliminare il male che si cura, invece, con le ‘medicine’ che abbiamo deciso di adottare a Parigi per tutto il globo”.

Per il ministro “la situazione più preoccupante la rileviamo al Nord, in particolare nella Pianura Padana, che è una delle zone più industrializzate d’Italia e morfologicamente adatta a mantenere le polveri, ma anche in altre zone del Paese a causa di un tempo ‘fuori stagione’”. Il ministro ha anche ricordato che “il Consiglio europeo ha votato la direttiva che rende più stringenti inquinanti come il Pm10″. Il rischio quindi è anche di incorrere in un’infrazione Ue.

Dall’inizio dell’anno ad oggi è Milano, con 86 giorni, a guidare la classifica delle città che hanno superato il limite stabilito dalla legge di 35 giorni all’anno con concentrazioni superiori a 50 microgrammi per metro cubo per le polveri sottili PM10. Seguono Torino con 73 giorni, Napoli con 59 e Roma con 49. Lo anticipa Legambiente. Legambiente ogni anno, mediante la campagna di monitoraggio ‘PM10 ti tengo d’occhio’, stila la classifica dei capoluoghi di provincia che hanno superato, con almeno una centralina urbana, la soglia limite giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo di polveri sottili. Nel redigere questa classifica, spiega l’associazione ambientalista, “si è presa come riferimento la centralina peggiore (quella che ha registrato il maggior numero di superamenti fino a questo momento) presente nella città, a partire dai dati disponibili sui siti delle Regioni, delle Arpa e delle Provincie. È stato scelto questo criterio per il confronto tra le città perché le Regioni scelgono modalità diverse nella comunicazione dei dati e nel conteggio dei superamenti. La centralina peggiore – precisa Legambiente – sicuramente non è indicativa della qualità media dell’aria di tutto il perimetro urbano, ma riporta la situazione più critica di cui gli amministratori locali e gli abitanti devono essere a conoscenza e di cui devono tenere conto”.

Emergenza a Frosinone, targhe alterne per circa tre mesi - E’ sempre emergenza ambientale a Frosinone per l’inquinamento dell’aria. Nel capoluogo, come risulta dai dati di Arpa Lazio, sono fino ad oggi, nel 2015 ben 101 gli “sforamenti” dei limiti delle polveri sottili rilevati dalla centralina nella zona dello Scalo, rispetto alla soglia massima prevista dalla legge in 35 giorni. Un dato preoccupante per il capoluogo (in Ciociaria fa peggio Ceccano, distante solo pochi chilometri, dove il limite è stato già superato ben 107 volte), secondo un recente studio al primo posto in Italia per le polveri sottili. Dopo la giornata ecologica del 15 novembre, a Frosinone sono in programma altre tre domeniche senza auto (il 17 gennaio 2016, 28 febbraio e il 13 marzo dalle ore 8,00 alle ore 18,00) con divieto di circolazione nell’area urbana, come stabilito dal Comune. Le targhe alterne, invece, scatteranno per circa tre mesi: dall’8 gennaio al 28 marzo 2016, il lunedì con circolazione consentita ai veicoli con targa dispari e il venerdì ai veicoli con targa pari, dalle ore 8,30 alle ore 20,30. Previsto anche, sempre dall’8 gennaio al 30 marzo 2016, lo spegnimento dei motori per i veicoli merci durante la fase di carico-scarico, per veicoli per soste di durata maggiore di un minuto o in corrispondenza di impianti semaforici e per veicoli adibiti al trasporto pubblico nelle aree di sosta e nei nodi di scambio.

Ispra, 18 città oltre limiti legge nella prima metà 2015 - Nel primo semestre del 2015, stando a dati preliminari dell’Ispra, sono state 18 le città su 78 aree urbane che hanno oltrepassato il limite di 35 giorni con oltre 50 microgrammi per metro cubo giornalieri di PM10. Questo sforamento ha riguardato la gran parte delle città del bacino padano (valore massimo di 55 giorni registrato a Brescia) – spiega l’Ispra – e Benevento e Palermo (in tutte queste città nel 2014 erano stati registrati livelli di inquinamento da PM10 abbastanza severi). In 27 aree urbane, dal primo gennaio al 30 giugno scorsi, è stato registrato un numero di giorni di superamento dei 50 microgrammi per metro cubo di PM10 tra 10 e 35 giorni: in questi casi, spiega l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale – “il rischio di superare il limite giornaliero alla fine del 2015 è elevato soprattutto per quelle città come Rovigo, Piacenza, Modena, Terni, Caserta, Avellino molto vicine alla soglia di 35 superamenti”. Nelle restanti 33 città, dove i superamenti nei primi sei mesi del 2015 non superano i 10 giorni, “è ragionevole prevedere (non considerando la componente meteorologica, la cui variabilità nell’ultima parte del 2015 potrebbe contribuire in maniera determinante ai livelli giornalieri di PM10) che il valore limite giornaliero non sarà superato”


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