No! Non di cappuccetto rosso, bensì di cavolo cappuccio, varietà rossa.
Da molti confuso con la verza, che a differenza del cavolo cappuccio ha una foglia rugosa e verde (la verza è quella che compare nell’intestazione del mio blog), il cavolo cappuccio ne ha però le stesse proprietà curative, che sono davvero eccezionali.
Inoltre, a differenza della verza, dalle foglie coriacee, è più gustoso da mangiare crudo con il vantaggio di mantenerne intatte tutte le sostanze.
Le proprietà di questo ortaggio (così come della verza) sono davvero strabilianti: antitumorale, depurativo, antianemico, curativo negli stati ulcerosi gastro intestinali, nella regolazione della glicemia, nelle affezioni respiratorie, in alcuni eczemi, nella seborrea e nella protezione cutanea. L’enorme ricchezza di principi attivi (non ancora tutti studiati) rende questo alimento un rimedio polivalente di rara efficacia. Noi non siamo più abituati a curarci con i cibi, ma i Romani utilizzarono per secoli il cavolo (per via orale e in applicazioni esterne) per tutte le loro malattie. Lo usavano come purgante, depurativo, nella preparazione dei cataplasmi per dolori e bronchiti e per medicare le ferite (le foglie usate localmente hanno un incontestabile potere sfiammante, cicatrizzante e antalgico).
Mangiare nel periodo invernale ogni giorno un po’ di cavolo crudo è davvero raccomandabile, anche per rinforzare il sistema immunitario e prevenire raffreddori e non solo. I palati più forti potranno anche berne il succo, ottenuto con una centrifuga (mischiatelo in questo caso con succo di carota per renderlo più gradevole).
Il cavolo cappuccio esiste sotto forma di due varietà. Più conosciuto è quello bianco (lo stesso con cui tramite fermentazione si preparano i crauti). Il rosso, che poi in realtà è violaceo, è meno conosciuto, ma aggiunge alle proprietà sopra elencate, la presenza di antocianine antiossidanti. E nel piatto ha un effetto davvero allegro!
Come si prepara l’insalata? Tagliate il cavolo cappuccio a metà e poi affettatelo con una affettatrice (anche manuale, comodissima), oppure staccatene un paio di foglie alla volta, sovrapponetele, eliminate le nervature, arrotolatele e tagliate a strisce sottilissime con un buon coltello affilato.
Condite le striscioline ottenute con sale, olio extravergine, un poco di aceto o limone, e a piacere, semi di finocchio o cumino oppure con noci tritate e prezzemolo. Oppure anche con niente!
Più sottilmente affettate le foglie e più tenera sarà l’insalata. Lo stesso effetto si potrà ottenere lasciandola riposare, condita, qualche ora.
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