Insalata di riso vegetariana

Da Nicla

Va bene, l’estetica della mia insalata di riso vegetariana è così così …! Ma il gusto? Quello, posso dirlo, c’è tutto!
Direi che come prima esperienza di questa rubrica bisettimanale non posso che ritenermi SODDISFATTA!
Chi volesse vedere la “ricetta dal vero”  può farlo con dovizia di particolari ed estetica di nota nel blog di Ravanello Curioso. Di mio, qui, posso solo dirvi che questo primo mercoledì di esperimento salutista in famiglia si è chiuso con un:

“ma mamma, è buono!” (i 4 moschettieri)

e

“ho mal di testa” (la sottoscritta).

Ma veniamo a noi…

PUNTO 1: LA SPESA! In qualità di mamma in corsa alle prese con una perenne carestia da frigo costruire una dispensa salutista non è cosa da poco. Mi chiedo: perché mai i negozi bio o quanto meno i supermercati attrezzati di viveri “speciali” chiudono in pausa pranzo?!! Per reperire riso integrale, olive, pomodorini e funghi sott’olio lo ammetto, sono ricorsa al supermercato tradizionale. Ravanello curioso non me ne voglia, la prossima volta mi attrezzerò a dovere!
Comunque non mi è andata così male.

Per 6 persone:

  • 1/2 kg di riso integrale bio
  • 100 gr di olive bio denocciolate
  • 120 gr di cipolline bio sott’aceto
  • 200 gr di funghi porcini e chiodini sott’olio
  • 6 pomodorini secchi tagliati a listarelle
  • 10 mini wurstel viennesi di tofu (o seitan … per gli animaletti)
  • pomodorini ciliegino o pomodori freschi tagliati a cubetti
  • erba cipollina bio tritata
  • origano bio
  • olio EVO
  • sale integrale

17, 21 euro di spesa, e il mio sacchetto era quasi tutto pronto. Il resto (wurstel al tofu, origano bio, erba cipollina e pomodorini secchi) l’ho dovuto acquistare in corsa, di fatto a chiusura del supermercato bio dall’altra parte della città rispetto cui abito (farne qualcuno in più, no vero?!), ma con enorme soddisfazione da parte dei 4 moschettieri che non smettevano più di farmi domande (“Mamma, dove siamo?”, “Da adesso veniamo sempre qui a fare la spesa”, “Quella roba non è che ha proprio un bell’aspetto… ’”; “Le altre mamme vengono qui?” etc. etc.)

PUNTO 2: LA COTTURA DEL RISO INTEGRALE. Lo so, basta organizzarsi. E così ho cercato di fare, lo giuro! Ma il tempo di cottura del riso integrale mi terrorizzava.
Dovevo preparare una banalissima insalata di riso, eppure per farla apprezzare a dovere dovevo quanto meno considerare il tempo necessario di frigorifero. E se a questo, aggiungevo il tempo di cottura del riso integrale (35-40 minuti), più la festa di compleanno cui dovevo portare mio figlio alle quattro e l’arrivo a casa dopo il lavoro e la spesa (anzi, METÀ SPESA), ero in ritardo ancora prima di varcare la soglia!!
Così ho chiesto l’aiuto ai 4 moschettieri: le due femminucce, al tavolo della cucina con me. I due maschietti fuori, in terrazzo, a giocare con la canna (almeno non dovevo badare alle loro dita finché le sorelle tagliavano!!).


Devo ammettere che è andata meno male del previsto!
Le 2 damigelle canticchiavano tagliuzzando pomodorini, olive e funghetti mentre i due moschettieri urlavano allagando il terrazzo (piuttosto che il bagno!!!) e rubando, in pieno orario da merenda, pomodorini e olive al piatto che doveva arrivare a sera.

PUNTO 3: I WURSTEL. Lo ammetto. Questo punto mi terrorizzava. Chi avrebbe “ricamato” sui wurstel di tofu Polipo e Granchio? Ormai l’avevo fatta: le due damigelle ritenevano la cena vegana affar loro. E i due maschietti… beh, visto l’orario (le 8 di sera) e il compleanno appena trascorso nella piscina dell’amica, erano a dir poco affamati!
Così, il mio ultimo quarto d’ora della mia prima cena salutare l’ho trascorso con un dito in bocca al più piccolo di un anno e mezzo che divorava di nascosto i già pochi wurstel cotti e l’altro dito a ricamare senape su monconi spelacchiati di wurstel vegetali nella falsa convinzione che con l’aiuto del ginepro prima o poi avrebbero assunto le sembianze di Polipo e Granchio…

MA CHE SODDISFAZIONE quando, finalmente, all’alba delle 20.30 eravamo tutti e 5 a tavola. Nessuno ha detto nulla sul gusto del riso: integrale o raffinato, per loro era uguale. L’importante era mangiare qualcosa di buono e cucinato da loro. Tant’è che quando nessun dito ha iniziato ad allontanare dal piatto gli ingredienti poco graditi mi sono sentita la regina dei fornelli… Con il mal di testa, è vero! Ma con  “il cucchiaio” dalla parte del manico. Avevo vinto io!
Grazie Ravanello!

Giudizio dei “Moschettieri”: 


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