Ve lo avevo promesso due settimane fa, oggi ve lo regalo.
Sto parlando del dossier riguardante tutti quei film sugli insetti giganti che di punto in bianco decidono di attaccare l’umanità.
Da questo elenco esulano le pellicole che hanno come protagonisti gli insetti di dimensioni normali, compresi quelli in cui sono gli esseri umani a essere miniaturizzati (di cui ho parlato già qui).
Eliminate queste due categorie affini, cosa rimane? Un sacco di roba.
I film sugli insetti giganti sono un retaggio degli anni ’50-’60, ricchi di fantascienza tanto ingenua quanto visionaria. A quei tempi si aveva una paura folle degli effetti delle radiazioni atomiche sulla natura, non a caso sono proprio loro, le radiazioni, le principali colpevoli della crescita smisurata di queste simpatiche bestiole. In altri casi si tratta di insetti alieni, o magari sbucati da qualche recesso del mondo sotterraneo ancora sconosciuto all’uomo.
In ogni caso si sappia: io adoro questo filone vintage (atompunk?) della fantascienza.
La mantide omicida è senz’altro il primo film che mi viene in mente, anche se forse non è il più famoso. Il regista è Nathan Juran, vero e proprio esperto del cinema fantastico tra i ’50 e i ’60. Questa pellicola è del 1957.
Artide: un improvviso cambio meteorologico risveglia una gigantesca mantide religiosa da lungo in letargo tra i ghiacci.
Facendo un lungo e stancante viaggio, il mostro raggiunge gli Stati Uniti d’America dove per prima cosa distrugge un aeroporto. A causa di questi avvenimenti, il colonnello Parkman inizia a indagare per conto dello Stato sulla natura dell’essere presso un avamposto militare sulla Distant Early Warning Line.
Mentre da un lato procedono le ricerche militari nel completo nulla, a Washington DC viene inviato un artiglio della mantide a un paleontologo, il dr. Ned Jackson, che immediatamente apprende la gravità della situazione dopo aver capito la natura dell’animale. Ad affiancare Jackson si unisce la fotografa Marge Blaine, cercando di dare una mano trovando materiale sulla creatura. (fonte: Wikipedia)
Il film è un crescendo di tensione, col mostro gigante che resiste agli attacchi dei militari e marcia diretta verso New York, dove ha luogo lo scontro finale. La mantide gigante verrà infine uccisa con del gas nervino.
Assalto alla terra è del 1954, con regia di Gordon Douglas. Si tratta forse del titolo più celebre in questa particolarissima categoria di film, tanto da essere considerato il vero ispiratore di tutti gli splendidi b-movie sugli insettoni degli anni ’50. Ancora oggi è citato in molti videogiochi, tra cui Fallout e Came from the desert.
A causa di un’esplosione atomica, una colonia di formiche è stata sottoposta a fortissime e micidiali radiazioni. La conseguenza è una trasformazione incredibile: gli insetti diventano giganteschi e cominciano a seminare il panico prima nel Nuovo Messico e poi a Los Angeles. Qui si svolge la battaglia decisiva, calata in un opprimente scenario: le fogne metropolitane.
Il titolo originale di questo film spettacolare (soprattutto considerando che è stato girato sessant’anni fa) è THEM, acronimo ricavato dal trailer del medesimo, che recitava: “Terror…Horror…Excitement…Mystery!”
Altrettanto famoso è Tarantola, datato 1955 e girato da Jack Arnold, indimenticabile regista della fantascienza old style. Come suggerisce il titolo, questa volta abbiamo a che fare con un ragno cresciuto in maniera abnorme e ovviamente affamato di carne umana.
Il dottor Gerald Deemer ha messo a punto la formula di uno speciale cibo ultranutriente, ma non ha fatto i conti con l’imprevisto: oltre a provocare irreversibili danni nel corpo e nella mente degli umani, gli esperimenti danno infatti luogo alla smisurata crescita di una tarantola, che – trasformata in un enorme e repellente mostro – fugge dal laboratorio terrorizzando l’intero stato dell’Arizona…
Inferiore ad Assalto alla terra, si avvale tuttavia dell’imponente “presenza scenica” della tarantola gigante, che suscita un sano, spontaneo ribrezzo. Per girare il film vennero utilizzate numerose tarantole, che venivamo spostate nelle direzioni volute da piccoli getti di aria compressa, ma che dovevano essere sostituite spesso per il calore prodotto dai fari di luce.
Da segnalare anche il film dal titolo italiano più orrendo del secolo scorso, ossia L’impero delle termiti giganti, che in realtà nella versione americana s’intitola Empire of the Ants. Come si è a questa traduzione? Mistero!
A ogni modo, questa volta siamo nel cuore degli anni ’70. La pellicola è opera di Bert I. Gordon, e gli avversari di turno sono di nuovo le temibili formiche giganti. Questa volta la mutazione è causata da rifiuti tossici abbandonati a Florida Keys.
Il film è gradevole, ma non all’altezza dei suoi predecessori in bianco e nero. Tuttavia Gordon inserisce una variante interessante: le formiche giganti sono in grado di emettere feromoni capaci di controllare la mente degli umani.
Gordon, soprannominato “mister Big” per il suo amore incondizionato per i film con protagonisti insetti, animali e uomini giganti, ha realizzato però dei titoli molto interessanti, che nel loro piccolo hanno fatto la fortuna di questo sottogenere.
Citiamo il migliore, vale a dire La vendetta del ragno nero, che ci riporta dritti dritti negli anni ’50, in particolare nel 1958. Altra traduzione balzana per un titolo che funziona assai meglio nell’originale: Earth vs. the Spider.
A River Falls, Carol Flynn (June Kennedy) e il fidanzato Mike (Eugene Persson) sono in cerca del padre di lei. I due finiscono in una caverna locale dove incontrano un ragno gigante. Le autorità, guidate dal prof. Kingman (Ed Kemmer), gassano col DDT il ragnone ma questo, dopo un periodo di sedazione, torna all’azione per le strade della cittadina.
Col tempo il filone è andato esaurendosi tra brutti sequel e film di livello bassissimo (ricordiamo in particolare The creeping terror, considerato uno delle più brutte pellicole di sempre). Negli ultimi anni però qualcosa si è mosso, dando vita ad alcuni nuovi titoli orgogliosamente b-movie, ma tuttavia privi del fascino dei mostri in silver screen.
Un film che omaggia senza riserve i favolosi ’50 è Infestation (2009), di Kyle Ranking, che però la butta sull’horror-comedy, senza riscuotere particolari entuasiami.
Il mondo è sconvolto dall’invasione di insetti giganti. Un gruppo di persone si risveglia avvolto dalle ragnatele e si accorge che tutti gli esseri umani della loro città sono “impacchettati” in dei ginganteschi bachi. Assieme cercheranno di scappare dalla città infestata verso un posto più sicuro. Ma gli insetti sono tantissimi e hanno dei terribili pungiglioni che…
Ice Spiders (2007), di Tibor Takacs si prende un pochetto più sul serio, ma siamo sempre livellati verso il basso. Takacs è il regista di alcuni mediocri horror degli anni ’80 (Non aprite quel cancello), e si vede. I ragnoni mutati che infestano le montagne nevose dello Utah sono anche interessanti, ma tutto il contorno fa acqua, a partire dal solito gruppo di teenagers ben assortito che in un modo o nell’altro sbrogliano la situazione.
Se la qualità dei nuovi lavori è questa, preferiamo ancora i vecchi, geniali, ingenui film degli anni ’50. Che Dio e l’Atomica li abbiano sempre il gloria.
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