Premessa
Siccome oggi inauguro ufficiosamente le mini recensioni, che sono per forza di cose condensate all'osso, sarò ancora più parziale e de gustibussoso del solito, quindi non agitatevi troppo:tutto lo scritto qua sotto è spaventosamente soggettivo, pure per i miei standard.
Pro
- L'idea di base è abbastanza originale, e molto carina nella sua realizzazione
- Ottimo humor, in questo senso (e non solo) tra i migliori esponenti del "Made in Pixar"
- Profondità concettuale narrata con un tono comunque leggero ed accessibile anche al target di riferimento
- Il terzetto d'emozioni "comprimarie" (Paura, Disgusto, Rabbia) è meraviglioso
- È l'erede naturale di Toy Story, o meglio, prosegue in modo più dettagliato il concetto di crescita e fine dell'infanzia dei sequel di quest'ultimo, per giunta interiorizzandolo (letteralmente)
- La rappresentazione grafica dei concetti di cui sopra è semplicemente perfetta
- Ritmi e tempi molto indovinati, almeno per la maggiore
- Il fatto che nel 2015 la Pixar riesca a fare ancora film di quello stesso genere che ai tempi ne garantì il successo dona speranza al mondo
- Se le carte vengono giocate come si deve, c'è anche spazio per un sequel fatto bene nel pieno dell'adolescenza
Contro
- C'è una lenta componente on the road un po' figlia di Alla ricerca di Nemo (per chi scrive uno dei più brutti film d'animazione di sempre)
- Bing Bong. Sarà che speravo in un "effetto Turbo" (Ralph Spaccatutto), sarà l'inquietudine del tipo personaggio con la voce di Luca Dal Fabbro (che per me è sempre Steve Buscemi), ma l'ho odiato più o meno immediatamente
- Se l'apatia di Tristezza può risultare un po' frustrante a ragion veduta (è naturale visto il suo ruolo) Gioia l'ho trovata di un insopportabile raro. Seriamente, da badilate in fronte
- L'occasione persa nell'inscenare un dramma più consistente. Per intenderci, il mio animo macabro avrebbe voluto vedere qualcosa sullo stile dei primi minuti di Up, ma capisco pure che per un Pixar del genere avrebbe potuto rappresentare un'esagerazione (quindi questo è un "contro" per modo di dire)
- Fermo restando quanto detto nei pro, il finale risulta forse un pelo troppo aperto
Verdetto
Inside Out è uno straordinario esponente della scuola Pixar, e anzi, lo definirei il miglior film degli studios dai tempi dei "fratelli" Toy Story e Monsters & Co. (l'atipico Up è l'eccezione, proprio perché atipico).In effetti, è abbastanza impressionante pensare che sia uscito così tanti anni dopo quei due senza soffrire dei soliti drammi dettati dai cambiamenti degli ultimi vent'anni.
Ergo, a dispetto di tutti i miei contro: assolutamente promosso!