(Insidious) La famiglia Lambert è composta dal padre Josh (Patrick Wilson), dalla madre Renai (Rose Byrne), dai figli Dalton (Ty Simpkins) e Foster e dalla nonna Lorraine (Barbara Hershey). All’improvviso Dalton, che da diverse settimane fa brutti incubi di notte, finisce in coma. A nulla valgono gli esami dei medici, che non trovano nessuna spiegazione scientifica. Questo evento coincide l’inizio di strani eventi paranormali che colpiscono la famiglia Lambert. Lorraine decide di chiedere l’aiuto di una medium, Elise (Lin Shaye), conosciuta dalla donna in passato. Elisa rivela che Dalton è un viaggiatore, una persona con un dono: è capace di entrare nel regno dei morti, un posto chiamato l’Altrove. E non è l’unico della famiglia Lambert con questo dono …
(Insidious: Chapter 2) Dalton è riuscito a tornare dall’Altrove, grazie all’aiuto di suo padre Josh. Sembra che tutto si sia risolto. In realtà il peggio deve ancora cominciare. Qualcosa è entrato in Josh e ne possiede il corpo, qualcosa legato al suo passato …
Questo post è un po’ diverso da quelli precedenti. Facile capire che dipende dal mio voler giudicare due film assieme.
Il perché è presto detto: più che di due film si tratta di un film in due parti. Tarantino ha iniziato con Kill Bill v.1 e Kill Bill v.2; dopo di lui diverse pellicole sono state organizzate in questo modo, vedi il finale della saga di Harry Potter e di Twilight. Tutte storie divise in due parti, in due realtà diverse. Ma un’unica storia. Non a caso, quindi, il titolo originale contiene anche la parola “capitolo” e non solo il numero a indicare il suo venire dopo l’inizio. Non è un film a sé stante, per quanto possa esserlo un sequel, ma una seconda parte, un secondo capitolo per l’appunto.
Partiamo con ordine. Il primo film funziona (ottimi incassi, ottime recensioni da parte della critica). La storia di base si sviluppa in maniera originale: sembra di trovarci di fronte alla solita casa infestata ma invece è il bambino ad attirare lo spirito che tormenta la famiglia. Altra innovazione interessante è il fatto che il bambino e suo padre prima di lui hanno il dono di poter visitare questo regno ultraterreno, una realtà abitata da spiriti e da demoni. Una nutrita schiera di pellicole ha mostrato personaggi in grado di vedere i morti o di mettersi in contatto con loro, soprattutto dopo il successo de Il Sesto Senso di M. Night Shyamalan che molti film hanno cercato di imitare. James Wan è riuscito a sviluppare in maniera positiva (finalmente!!!!) questa traccia: non più un semplice contatto, un limitarsi a vedere ma entrare a fare parte e interagire direttamente con gli spiriti, anzi poter addirittura essere posseduti da questi.
Anche la rappresentazione dell’Altrove, come lo chiama Elise, è geniale: a parte la presenza di luoghi conosciuti, provenienti dalla propria memoria, questa realtà è fatta di buio, un buio quasi impenetrabile. Cosa c’è di più terrorizzante del buio, in fondo? Non sapere cosa c’è intorno, non vedere dove ci si trova. Non sai dove andare perché anche un solo passo potrebbe ucciderti…
Il finale della storia (che poi finale in realtà non è, per quello che ho detto all’inizio) è l’ultima genialità di una serie che sembra infinita. Tutto sembra essersi risolto, Dalton è tornato e la famiglia è riunita … Non è vero, non tutti sono tornati dall’Altrove. Come molti anni prima Josh è preda dello spirito che lo brancava, “la sposa in nero”. E che stavolta è riuscito a ottenere ciò che voleva. A farne le spese Elise, strangolata senza alcuna pietà. Renai guarda la macchina fotografica della medium con orrore … E su questo orrore si chiude la prima parte.
E sulla fine della prima parte prosegue la seconda. Anzi no, è il passato di Josh il punto da cui riparte tutto. Viene svelato una parte della storia, il primo incontro tra lui ed Elise e il motivo per il quale fu stabilito di far dimenticare a Josh del suo dono. Wan sceglie di spiegare una parte di quanto è rimasto ignoto rispetto al primo film per poi riprendere la storia da dove era stata interrotta.
Questo è uno dei motivi per cui Insidious: Chapter 2 funziona e non rappresenta un crollo rispetto al successo del primo film. Molte volte i sequel cercano di ripercorrere i fasti del film che li precede, purtroppo il più volte il risultato è qualcosa di sbiadito e fallimentare. La soluzione? Andare avanti sulla stessa strada. Così facendo, anche se sembra un paradosso, si ottiene qualcosa di diverso e addirittura migliore in alcuni casi. A mio modo di vedere il secondo capitolo non è migliore del primo ma sono entrambi allo stesso livello. Ma non si tratta solo di una semplice continuazione: si decide di recuperare alcune parti del primo film, le quali vengono spiegate e motivate. E si scopre che alcuni fatti di Insidious sono causati da eventi accaduti in Insidious: Chapter 2. Wan è un regista che conosce il suo mestiere, con queste trovate però rasenta la pura genialità.
Il finale del secondo film ricalca l’inizio. Josh e Dalton decidono di dimenticare il loro dono (forse più una maledizione, in fin dei conti…), come aveva fatto l’uomo in passato. Sembra che tutto sia finito, stavolta sul serio …
Ma non è questa la fine. Sarebbe stato troppo bello …. o troppo brutto, dipende dai punti di vista. Una sorta di scena supplementare vede i due assistenti di Elise visitare una famiglia. Il fantasma di Elise entra in casa per parlare con la figlia, paralizzata e catatonica. Il suo viso si trasfigura in una maschera di orrore. Viene spontaneo pensare che verrà girato un terzo film… James Wan si è chiamato fuori da un eventuale terza avventura, probabilmente quello che voleva dire lo ha già detto meravigliosamente. E su questo non vi è alcun dubbio.