"Cos'hai ordinato?"
"Un cinehamburgerone, ovviamente!"
"Un applauso a Pensieri Cannibali che oggi finalmente parla di cinema d'autore."
Adam Sandler è il Christian De Sica americano. O meglio, anzi o peggio, è il Massimo Boldi a stelle e strisce. È infatti sempre il protagonista nella stessa parte, ovvero all’incirca di se stesso, di una serie di cinepanettoni, o se preferite cinehamburgeroni, la cui ricetta è ogni volta uguale: gag sul volgare e sull’idiota andante, esibizione di valori tipicamente nazional-popolari e una spruzzata di buoni sentimenti famigliari sempre più presente man mano che gli anni passano. Entrambi mal digeriti dalla critica, ed entrambi gustati con goduria dalla gente. Almeno una volta. Ormai anche il grande pubblico sembra aver voltato loro le spalle. Dopo il progressivo sfacelo dei cinepanettoni, Massimo Boldi non azzecca più un successo da quando girava “film” insieme all’ex socio De Sica. Dall’altra parte dell’Oceano, Adam Sandler continua pure lui a infilare un flop dietro l’altro. Non fa eccezione l’ultimo Insieme per forza, che al botteghino d’Oltraoceano si è rivelato uno dei titoli più deboli della sua intera carriera. Per non parlare dell’accanimento della critica nei suoi confronti, più sadico dei tedeschi nei confronti dei brasiliani, con una serie di nomination e di premi ai Razzie Awards da fare invidia persino a Sylvester Stallone. Se però dello sprofondare della carriera di Boldi non me ne può fregar di meno, semmai mi fa solo piacere, verso invece una lacrimuccia triste per l’affossamento di quella di Sandler, il mio guilty pleasure personale preferito. Da questo punto di vista, più che il Massimo Boldi americano, lo vedo come un Carletto Verdone yankee. Escludendo le loro rare parentesi autoriali (Sandler in Ubriaco d’amore di Paul Thomas Anderson e Verdone ne La grande bellezza di Paolo Sorrentino) entrambi ormai infilano solo una serie di pellicolette. Nonostante questo, io a entrambi continuo a voler bene e le loro ultime fatiche, per quanto di un livello qualitativo infimo, non mi sono dispiaciute. Per altro sia Insieme per forza che Sotto una buona stella hanno in comune pure un certo taglio “famigliare”, con la differenza che Verdone punta più a un poco riuscito discorso sociale, mentre Sandler si concentra solo su ciò che sa fare meglio: la commedia caciarona stupida e disimpegnata.Insieme per forza è un filmaccio. “E per forza,” direte voi, “È un film con Adam Sandler.” Vero, avete ragione, bravi. Allo stesso tempo, è un filmaccio che mi ha fatto ridere come un cretino per quasi tutto il tempo. Mi hanno fatto ridere le battute idiote, mi hanno fatto ridere le scenette ancora più idiote, mi ha fatto ridere il muscoloso Terry Crews, quello della crew della spassosa serie tv Brooklyn Nine-Nine, qui nei panni di un ridicolo cantante sudafricano, mi hanno fatto persino ridere le scimmiette che suonano la romantica “Careless Whisper” e io di solito odio l’uso degli animali nei film. Mi ha fatto ridere pure Shaquille O’Neal, l’ex gigante del basket riciclatosi come (atroce) attore.
WTF? Cosa mi sta succedendo? Va bene, io per i film con Adam Sandler ho sempre avuto un debole, perché è una specie di versione in carne e ossa dell’americano medio incarnato da Homer Simpson e Peter Griffin e perché sa che i suoi filmetti sono un puro e semplice intrattenimento leggero. Sebbene in qualche (rara) occasione in versione più seriosa abbia dimostrato come le sue pellicole avessero anche qualcosa da dire, come il citato Ubriaco d’amore o i sottovalutatissimi Cambia la tua vita con un click e Funny People. E poi mi piace perché mi sta simpatico a pelle. Questa non è una cosa che si può decidere in maniera razionale. Certe persone a pelle mi stanno sulle palle, Adam Sandler invece a pelle mi ispira simpatia.
"Davvero non capisco come la critica possa non amare i miei film.
Lei lo sa, signor struzzo?"
"I ggiovani d'oggi mi considerano il loro sex symbol?
Certo che sono proprio dei bimbiminkia!"
E allora forse Adam Sandler è davvero il Massimo Boldi americano e se il primo mi sta simpatico mentre il secondo non lo reggo magari è perché sono affetto da esterofilia acuta. O forse Adam Sandler è il Carlo Verdone yankee e a entrambi non posso far altro che voler bene, anche quando girando delle schifezzuole. Anche quando si meriterebbero una bella e sana stroncatura, come nel caso dei loro ultimi due film. Solo che io non ce la faccio. Insieme per forza farà pena, ma come visioncina estiva con me ha funzionato alla grande. Sarà che, come ben testimonia la mia rassegna sandleriana dell’anno scorso, per me l’estate significa fondamentalmente 4 parole: sole, cuore, amore e cinehamburgerone. Alla faccia di Valeria Rossi. Se ciò fa di me un cine-idiota, ben venga questa definizione, che mi piace pure. Io e Adam Sandler insieme per forza e insieme per sempre, bitches!