Il Parlamento, recependo una direttiva del parlamento europeo, potrebbe stabilire che l’installazione dei router di connessione Adsl sia effettuato solamente da aziende abilitate, pena una sanzione monetaria che va dai 15000 ai 150000 €.
Stefano Quintarelli è stato il primo a segnalare il problema e a dare il via a tutta una serie di importanti riflessioni. All’articolo 1, comma 1, lettera a) del provvedimento si trova una definizione di quello che è considerata un’”apparecchiatura terminale”: il legislatore si riferisce alle “apparecchiature allacciate direttamente o indirettamente all’interfaccia di una rete pubblica di telecomunicazioni per trasmettere, trattare o ricevere informazioni; in entrambi i casi di allacciamento, diretto o indiretto, esso può essere realizzato via cavo, fibra ottica o via elettromagnetica; un allacciamento è definito indiretto se l’apparecchiatura è interposta fra il terminale e l’interfaccia della rete pubblica”. Un router ADSL, ad esempio, rientra nella definizione.
Nel testo del decreto si puntualizza che sarà compito del Ministro dello Sviluppo Economico a stabilire “i casi in cui, in ragione della semplicità costruttiva e funzionale delle apparecchiature terminali e dei relativi impianti di connessione, gli utenti possono provvedere autonomamente alle attività di cui al comma 1″, ciò nonostante sono in tanti a chiedersi perché vi fosse il bisogno di una così massiccia dose di “burocratese” su un tema a proposito del quale, molto probabilmente, non v’era alcuna necessità di legiferare. Allo stato attuale, infatti, a nessun utente sarebbe consentito, in autonomia, pur possedendo le competenze tecniche per farlo, un comune router.