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Stalking, insulti, minacce, pesanti allusioni a sfondo sessuale, frasi da maniaco compiaciuto, battute grassocce e cretine... il tutto espresso con la perversa serietà dei decenni che insultano il compagno di scuola grassoccio o la compagna di scuola che ci vede poco. Questo sembra essere il panorama contemporaneo di Twitter, Facebook e anche di non pochi blog. Secondo la giornalista californiana Amanda Hess (anch'ella tuttora vittima di stalking): «non serve ignorarle, questo genere di molestie rivolte massicciamente contro le donne [...] hanno un effetto sulla libertà delle donne on line; le minacce di stupro, lo stalking, possono sopraffarci, ridurre il nostro accesso, assorbire il nostro tempo, impoverirci anche economicamente per il costo di denunce e processi.» La serie di volgari minacce indirizzate al presidente della Camera Boldrini, stimolate da un provvido post del nostro caro Grillo, raccontano di un'Italia sordida e sessista in una maniera semplicemente terrificante, di un'arretratezza morale e civile che si fatica a credere. «Tutta colpa dei grillini», vien voglia di pensare, rimandando per l'ennesima volta la fatica di riflettere. No. Temo che la responsabilità non sia interamente di chi ha votato o sostiene il M5S. Certo, l'abitudine a insultare gli avversari maturata sul blog di Beppe Grillo è in tutto e per tutto degno dei camerati del 1922, quelli che cantavano: «Della barba di Turati/Ne faremo spazzolini/ Per pulirci gli scarpini/viva viva il duce / Benito Mussolini», ma i messaggi lasciati all'indirizzo della Boldrini sono direttamente e disgustosamente a sfondo sessuale, con uno sfondo di violenza tipico dello stupro, quello condotto su una donna per dimostrarle «Chi è che comanda qui». «La farei trombare dal capo di un villaggio Rom» o «La regalerei a un gruppo di immigrati negri» - due tra i messaggi lasciati prima che lo staff di Grillo facesse scomparire tutto - sono un ottimo esempio di coniugazione tra razzismo e sessismo, purissima schiuma sopraffina di un maschilismo vecchio, malvagio e idiota. Se a questo aggiungiamo anche il ridicolo falò del libro di Augias condotto da un P.P. (povero pirla) sostenitore del M5S, ne abbiamo un quadro non tanto facilmente dimenticabile. Gli insulti alla Boldrini - con la quale si può o meno essere d'accordo, ma questo è davvero un altro discorso - hanno il sapore degli insulti da stadio, della massa che annulla le personalità individuali per diventare una bestia oscena, forte della propria violenza anonima e nel contempo dolorosa e vigliacca. Si attaccano i neri come si attaccano le donne. Come gli ebrei, i rumeni, gli handicappati, i conigli e quant'altro vi venga in mente. Internet e i forum vengono man mano occupati militarmente da soggetti che con nome e cognome o nascosti dietro un nickname vivono un rapporto con il virtuale fatto di insulti, aggressioni, minacce e rabbia. Prima di tutto contro le donne (delle quali hanno dannatamente paura). Questo non significa affermare che non ci fossero grillini o grullini in mezzo alle minacce e agli insulti - una certa dose di idioti non si nega a nessuno - ma ciò che colpisce dolorosamente è la noiosissima e stolida fissazione dello stupro e dell'umiliazione. Fallimento del maschio? È proprio il minimo che viene da pensare, accomunando, inevitabilmente, gli insulti on line con le botte in diretta date a mogli, compagne e fidanzate. Vi manca qualcosa, fratelli? Avete paura che le donne vi sovrastino, vi mostrino di essere più intelligenti, più forti, più decise, più risolute? Vi sentite dei nessuno e come tali siete pronti a farla pagare a qualcuno, segnatamente quelli che ritenete i più deboli? Ed ecco che la violenza contro le donne diviene sintomo di una violenza crescente, di un'intolleranza carnivora e insaziabile che non si stanca di aggredire e di minacciare. In Grecia le crisi ha risvegliato il nazismo - Alba Dorata - qui in Italia la crisi sta creando un grado sempre più preoccupante di violenza accoppiata a un'ignoranza feroce. Non aggiungo altro, ma credo che faremo bene a fare attenzione: il fascismo prima che essere un movimento è un moto dell'animo. Si può diventare fascisti anche prima di cominciare ad esserlo.
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