Vocabolario Treccani
Integrare – verbo transitivo, dal latino integrare, derivato di integer (integro)
Fare entrare, incorporare un elemento nuovo (cosa o persona) in un insieme, in un tutto, così che ne costituisca parte integrante e si fonda con esso: integrare una zona, una regione nel territorio dello stato. In particolare, soprattutto nel linguaggio sociale e politico, inserire uno o più individui in un gruppo, o uno o più gruppi in un organismo, in una struttura, in una società costituita, di cui prima non facevano parte o da cui erano esclusi: integrare un gruppo etnico nella comunità nazionale; le lunghe lotte dei neri per essere integrati nella società dei bianchi; e in frasi polemiche:tentare di integrare in un sistema la classe degli intellettuali, le categorie lavoratrici. Più comunemente il riflessivo e intransitivo pron. integrarsi, inserirsi, entrare a far parte stabilmente di un gruppo, di una struttura, di una società o comunità, assimilandosi e fondendosi con chi già ne faceva parte: emigranti, lavoratori del Sud che si sono bene integrati (o che non sono riusciti a integrarsi) nella popolazione locale; strati sociali che rifiutano di integrarsi nel sistema capitalistico, nella società dei consumi
E’ quindi palese che chi si deve integrare è l’elemento estraneo; la persona proveniente da altri paesi è quindi tenuta ad accettare e soprattutto a rispettare leggi, usi , costumi, tradizioni, cultura del paese che lo ha accolto.
Non è questione di razzismo: è questione di educazione di chi si inserisce in un altro tessuto adeguarsi all’altro che lo accoglie. Ma qui in Italia imperversa il multiculturalismo falsato, per cui all’ALTRO viene concesso di tutto e di più, pena l’accusa di egoismo e xenofobia.
Noi stiamo facendo più di quello che ci spetta, e per tutto ringraziamento il più delle volte veniamo presi a pesci in faccia, derisi, oltraggiati.
Questo atteggiamento di pretesa da parte di chi invece ci dovrebbe solamente riconoscenza deve cessare: se qui in Italia da tempo abbiamo un certo modo di pensare, di agire, di mangiare, di festeggiare, non vedo perché dobbiamo abbandonarlo per paura di “offendere la sensibilità altrui”.
Non vi va di festeggiare il Natale? Non festeggiatelo, mi sta bene, ma non impedite a noi di farlo. Non volete mangiare maiale? Ottimo, mangiate altro, però se noi vorremo, dobbiamo poter continuare a farlo. Stiamo cedendo piano piano a tante richieste effettuate con prepotenza da parte di immigrati che sono arrivati qui perché loro hanno bisogno di noi e non viceversa. Non vedo perché dobbiamo essere noi ad integrarci alla loro cultura e non loro alla nostra.
Non vi piace? Tornatevene ai vostri paesi….Non siamo noi a dover (o voler) cambiare.