Intelligenza emotiva: Come regolare la nostra vita emotiva...con "una manopola"...

Da Genna78

Ciao,
che cosa ti impedisce di fare ciò che desideri
fare? Nella crescita personale "classica" la
risposta a questa domanda solitamente è: le
tue convinzioni. Ma esiste qualcosa che "viene
ancora prima" delle convinzioni, qualcosa che
va oltre la costruzione mentale del pensiero.
Nella 48° puntata del podcast di psinel trovi
un esercizio per aumentare la tua capacità
di "avvicinarti a ciò che desideri"...

L'hai ascoltato? Si tratta ancora una volta del
concetto di "evitamento esperienziale" di cui
abbiamo parlato diverse volte. Cioè la umana
tendenza (e non solo umana) ad evitare le
esperienze dolorose e a ricercare il piacere.
Qualcosa di molto semplice da comprendere
perché è chiaro a tutti che si preferisca
"stare bene piuttosto che male", ma...
...c'è un paradosso di mezzo: più cerchiamo
di evitare le esperienze dolorose (soprattutto
quelle mentali) e più diventa difficile stare
bene. I teorici della ACT (Acceptance and
Commitment Therapy) usano una metafora
molto interessante, quella delle "manopole"
che ti ho raccontato nel podcast. Questi
due semplici "controller interiori" non
hanno la stessa "mobilità".
Infatti la "manopola del disagio" sembra
essere direttamente proporzionale a quella
della "disponibilità" a provare quella certa
esperienza. Più il disagio è alto e più lo si
dovrebbe accettare, invece chiaramente le
cose sono al contrario. Più è intensa la
esperienza di disagio e meno siamo disposti
ad provare quelle esperienze...per cui nella
realtà è "indirettamente proporzionale".
Mentre quella la manopola del "disagio" non
dipende completamente da te, quella della
"disponibilità a provare quel disagio" SI! Ma
chiaramente è più facile dirlo che farlo, infatti
serve un certo allenamento per regolare quella
manopola. Il primo "tipi di allenamento" è di
certo quello della consapevolezza, cioè
iniziare a renderci conto a quanto teniamo
questa "disponibilità".
Ancora una volta ci torna utile una bellissima
metafora della ACT: "Immagina di finire nelle
sabbie mobili, la prima reazione istintuale delle
persone è quella di dimenarsi per uscirne il più
velocemente possibile. Così si cerca con forza
ed energia di uscirne, ma più carichiamo di
forza i nostri passi e più rischiamo di restare
impigliati nella melma. Sembra assurdo ma
una soluzione esiste...
...devi paradossalmente aumentare la superficie
di contatto con la "sabbia mobile". Invece di
agitarsi e scappare, bisogna adagiarsi su quel
"mare di melma" con tutto il corpo. Così è
bene allargare le braccia e le gambe, in modo
che la nostra superficie di contatto aumenti.
E poi, purtroppo in quel caso bisogna sperare
che qualcuno ci passi a prendere ;)
Chiara la metafora? No? ecco la traduzione:
quando qualcosa ci procura disagio (come le
sabbie mobili) tendiamo a scappare via con
forza da quella situazione. Ma molto spesso
questo gesto di "evitamento" ci invischia
ancor di più in quella situazione. La prima
cosa da fare è "aumentare il tuo contatto
con quella situazione"...
...o meglio: diventare disponibile a "toccare
con mano" quello stimolo fastidioso. Nella
nostra "metafora di base" alzare la manopola
della disponibilità. Immagina che ogni tipo
di situazione che contenga una forte carica
emotiva è simile alle "sabbie mobili". Un
buon modo per evitarle è innanzi tutto il
saperle riconoscere...
...nella intelligenza emotiva questo nasce dal
allenare la mente alla presenza. Ma non solo,
l'allenamento non basta, bisogna essere più
che disposti a ritrovarsi in mezzo a quelle
"brutte esperienze". Proprio come ogni
sciatore sa che potrebbe ritrovarsi con il
sedere sulla neve, e più osa e più sa che
potrebbe cadere...
...allo stesso modo dobbiamo fare noi con
la nostra manopola della disponibilità. Spero
sia chiaro che questa "manopola" non esiste,
ma è una buona metafora operativa, nel
senso che da sola può davvero già operare
positivamente nella nostra vita. Si tratta
ancora una volta di quella "accettazione"
di quel "tassello mancante" che forse
pochi hanno apprezzato ;)
L'idea di poter "giocare con una manopola"
è oltre che utile anche molto affascinante,
soprattutto per gli appassionati di crescita
personale (mi viene in mente il DHE di
Bandler, per intenderci). Come vedi si
tratta di semplici metafore per veicolare
significati che non si potrebbero capire
altrimenti.
Infatti hai solo pochi modi per toccare con
mano questi concetti: soffrire profondamente
per qualcosa e accorgerti che fuggire non fa
altro che peggiorarla. Esperienza che può di
certo insegnare tantissimo ma che non è detto
che ti aiuti nel futuro dipende da un sacco
di fattori. Oltre alla "vita" che è chiaramente
la prima maestra esiste un secondo modo...
...metterti a meditare, che sia in modo formale
o informale poco importa, ciò che conta è il tuo
continuo fare i conti con "questa manopola" e
durante la meditazione hai numerose occasioni
per avvicinarti a "concetti dolorosi" e poter
regolare quel "controller". Come ti raccontavo
nel podcast, la prossima volta che ti "prude
una guancia", lasciala li ed usa questo micro
disagio per allenarti ad affrontare qualsiasi
altra cosa nella tua vita.
Un concetto molto semplice che può darti grandi
risultati. Provalo, fallo nella modalità che più ti
sembra idonea a te, puoi immaginare una vera
e propria manopola o semplicemente sentire la
tua "apertura agli eventi". Puoi scatenare la tua
creatività, l'importante è che i concetti di base
restino inalterati. Fammi sapere che cosa ne
pensi lasciando un commento qui sotto...
A presto
Genna


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :