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INTENDIAMOCI SULLE PAROLE (parte seconda)

Creato il 08 luglio 2011 da Veritaedemocrazia
INTENDIAMOCI SULLE PAROLE (parte seconda)
Di Giandiego Marigo per AreA
“La speranza è l'ultima a morire” Quante volte questa frase è stata usata nella vita di ciascuno? Moltissime, senza dubbio alcuno.
La retorica delle frasi fatte e dei proverbi, definiti saggezza popolare è il pane quotidiano delle relazione fra gli esseri umani.
Cosa significa questo? Cosa vuole dirci la cosiddetta “saggezza”?
Che morta la speranza resta il vuoto. Forse?
È su questo assioma e su questa paura che si muove e si motiva la presa che ancora sembra avere sulla gente quella che definirò “sinistra” tradizional-politichese.
Questa sembra essere la condanna Karmica dei sognatori che disegnarono alternativa negli anni settanta ed ancora oggi pensano movimento e innovazione: Il Meno Peggio. L'emendamento.
Quanti continuano da anni a sperare? Nell'unità delle sinistre, nella definizione di un reale discorso di alternativa, nella modificazione della società, nella ridistribuzione della ricchezza, in una società giusta, onesta ed etica?
Sperando, sperando tirano avanti rimandando ad eterno domani il “cambiamento” ed accontentandosi “oggi” del meno peggio, di un onorevole emendamento.
Eppure basterebbe intendersi sui termini che si usano, per definire cn estrema chiarezza chi sia per il cambiamento del paradigma e chi invece sia disponibile solamente ad un emendamento costante di una società altrimenti unica e perfetta.
Facciamo l'esempio di due termini, fortemente abusati e che fanno parte , però, della proposta che AreA, propone alla discussione di tutti.
Civiltà e Progresso. Termini, dicevamo decisamente abusati, adoperati per definire e per giustificare il disboscamento dell'Amazzonia, la proposta del nucleare e la conversione delle centrali piùvecchie da Turbo-gas a carbone. Abusati per l'accordo di Pomgliano e per dare un senso al precariato. Adoperati per definire la dipendenza della nostra società dai farmaci, per dare un senso all TAV...alla cementificazione, all'agricoltura industriale, agli OGM. Mi fermo qui, perchè potrei davvero riempire la pagina con i soli esempi.
Giocando su questi termini si definisce “lotta di retroguardia” la difesa dell propria valle da parte dei Valsusini. Si definisce invece progressista la proposta di cementificarla. Ed anche questo è solo un esempio, perchè potrei trovarne millanta altre come e peggio di questa.
Dovremmo quindi rassegnarci all'idea che tutte le forme di difesa del patrimonio naturale siano definibili come atteggiamenti “conservatori”?
Oppure adattarci all'idea che dire che l'industria dell'auto non è più strategica, se mai lo è stata, sia un comportamento “arretrato”? Possiamo voler dire che la difesa del posto di lavoro non può giustificare l'inquinamento dell'ambiente e la mancanza di sicurezza?
Potremo voler dire che esistono lavorazioni e scelte industrili deleterie e micidiali e che anche se "cessarle" può essere doloroso va fatto in nome di quella che noi definiamo "civiltà"?
Oppure dovremo continuare a subire la concezione Futurista che: Avanzata, significhi modernità e che tecnologia sia necessariamente e sempre progresso?
Fare la bocca al fatto che giovane significhi necessariamente “nuovo” ed accettare per esempio che Renzi sia il nuovo, anche se appoggia il nucleare e vede un'opposizione “di maniera”?
O ancora che Chiamparino e Fassino siano innovatori della “sinistra” in quanto favorevoli da sempre alla TAV...ed all'intervento dell banche nella politica?
A mio umilissimo parere, e vi ricordo di non essere un intellettuale “riconosciuto” ed ancor meno “remunerato”, quindi prendetemi con le dovute cautele prima di fare una pessima figura, c'è qualche cosa che non torna...un dettaglio che suona come l'oro farlocco.
Evidentemente Io intendo questi due termini in modo diverso, dò loro un significato di crescita spirituale, di adattamento e compenetrazione con l'ambiente che ci circonda, di compatibilità che rende a Madre Terra quel che prende, che pensa alla continuità, ed alla possibilità che domani ce ne sia ancora per tutti.
Io intendo progresso come crescita del senso di relazione, della capacità di vivere socialmente e di fruire delle ricchezze naturali imparandone il senso e rispettandone le caratteristiche.
Uso l'io, e mi scuso per questo, non per sviluppare il mio ego (di suo molto presente), ma per evitare il noi, che mi suonerebbe come un plurale Majestatis fupri luogo, ma se preferite inserire il noi ne sarei onorato e felice.
Progresso e Civiltà, hanno caratteristiche filosofiche e sociologiche, sottendono scelte comportamentali, precise. É sul significato profondo di questi termini quindi che si muove la differenza di quello che definirò qui ed ora “progressista”.
Anche i Lemming hanno fra le loro caratteristiche peculiari la capacità di procedere a marce inarrestabili, avanzate che non temono nulla e nessuno può fermare, anche le cavallette e le formiche , fanno questo.
L'avanzare è quindi, di per sé caratteristica positiva?
Il Modernismo è sempre Progresso? Quando un qualsivoglia movimento interno ad un ordinamento sociale si può definire un Progresso di Civiltà? Lo schiavismo nord americano...era maggiormente civile e progressista di quello imperiale romano? Ed era più civile della Grecia delle Polis? Solo perchè era più moderno?
Ora Intendiamoci sulle parole e scopriremo che definire L'AreA di Progresso e Civiltà é molto più semplice , in realtà, di quanto i nostri “politici” vogliano far sembrare. D'altra parte essi “riconosciuti” e “benissimo remunerati” hanno tutto l'interesse a far si che questa “chiarezza” non esista, per giustificare sé stessi ed il proprio operare ed io poeta e scribacchino, invece, resto il blasfemo che sono sempre stato e continuerò anche per questa volta ad urlare alle canne ed al vento di una silenziosa palude.

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