Intenso come un ricordo
di Jodi Picoult
Titolo: Intenso come un ricordo
Autore: Jodi Picoult (L. Corradini Caspani)
Serie: //
Edito da: Corbaccio
Prezzo: 16,40 €
Genere: Narrativa
Pagine: 500 p.
Trama: Sage Singer fa la fornaia ed è una ragazza solitaria, finché non stringe amicizia con un vecchio signore, Josef Weber. Insegnante in pensione, di origine tedesca, Weber è benvoluto da tutti nella piccola comunità in cui vive. Ma un giorno, contando sul rapporto di stima e affetto che li lega, Weber chiede a Sage un favore molto particolare: vuole che Sage lo uccida. Scioccata, confusa, la ragazza si rifiuta, ma non può rifiutarsi di ascoltare la confessione dell’anziano amico. Weber è stato nelle SS ed era fra le guardie di Auschwitz. E la nonna di Sage è una sopravvissuta ai campi di sterminio. Come si può reagire quando si capisce che la persona che ha di fronte incarna il male assoluto? Possibile cancellare un passato criminoso con un comportamento irreprensibile? Si ha il diritto di offrire perdono anche se non si è la vittima diretta di un’ingiustizia? E qualora Sage accogliesse la richiesta di Weber, si tratterebbe di vendetta o di giustizia?
di Debora
Devo subito ammettere che questo romanzo ha mosso dentro di me davvero molti sentimenti e ho dovuto aspettare un po’ per capire cosa mi è rimasto e per comprendere se alla fine sono arrivata ad un giudizio finale oppure no. Alla fine posso dire che il libro mi ha scosso, ma ancora non ho saputo dare una risposta a tutte le domande che mi sono posta leggendo questo libro. Non puoi non pensare leggendolo, poiché parla di un tema davvero delicato ed importante, l’Olocausto.
Tutti i personaggi sono ottimamente caratterizzati, sia psicologicamente, dal momento che Jodi Picoult è bravissima nel descrivere stati d’animo ed emozioni, che fisicamente, a cominciare da Sage, segnata da una cicatrice in viso, che non è solo un segno indelebilmente fisico, ma che nasconde dietro di sé una storia davvero tragica. Sage, per poter star meglio, e qui non vi voglio anticipare tutti i suoi guai, parteciperà a delle sedute in cui incontrerà un simpatico vecchietto che subito fa amicizia con lei. Da qui anche i pensieri su come una ragazza come lei riesca a legare soltanto con un uomo anziano e non trovi e provi ad avere altri rapporti umani.
La nostra protagonista scoprirà, però, che Josef Weber nasconde un tremendo passato. Il problema, in Sage, ma anche nel lettore, è che il vecchietto sembra assolutamente pentito del suo passato e sembra anche che sia stato quasi costretto a compiere determinati atti. E’ qui che iniziamo a porci delle domande che non so se abbiano risposta. Si può perdonare? Poteva Josef fare un’altra scelta anche se in quell’epoca erano i forti a comandare e forse lui, nella sua debolezza, ha ceduto?
Non mi farò chiamare con l’altro nome. Mi piace pensare di non essere mai stato quella persona. Ma non è vero. In ognuno di noi c’è un mostro; in ognuno di noi c’è un santo. Il nocciolo della questione è quale dei due coltiviamo, quale avrà il sopravvento sull’altro.
Con queste frasi l’autrice ci spiazza e ci insinua il dubbio. La cosa giusta da fare: perdonare o no?
Avremo, poi, anche la storia della nonna di Sage, sopravvissuta ai campi di sterminio, che con la sua voce ci racconta la sua esperienza di vita, e di morte.
Lo stile del romanzo è sublime, con la giusta dose di descrizioni e dialoghi, e la mole del libro (500 pagine) che non si fa per niente sentire anche grazie al fatto che ci sono diversi punti di vista . Anche la parte storica è ben trattata, non troppo approfondita, dando la possibilità anche ai più asini di seguire i fatti ma neanche troppo semplicistica.