
Sta per avere fine uno dei matrimoni più chiacchierati ed allo stesso tempo più logori della Serie A, ed è una fine consensuale, come nei migliori divorzi che si rispettino tra due sposi che non si amano più: Nemanja Vidic e l’Inter sono infatti pronti alla separazione definitiva, ed alla rescissione contrattuale che renderà il serbo abile ed arruolabile per una nuova avventura, molto probabilmente lontana dall’Italia.
Finisce così una delle storie più rocambolesche del nostro calcio, con Vidic che era arrivato a Milano tra l’entusiasmo generale, ma era subito affondato nel marasma generale ed in un sistema di gioco (il 3-5-2) mai sperimentato prima e totalmente inadatto a chi era abituato a giocare più sul senso della posizione, che sulla rincorsa degli avversari: da qui gli errori madornali, dovuti anche ad una condizione fisica a dir poco precaria (da giocatore completamente spremuto dalla Premier), e la frattura con l’ambiente, divenuta presto insanabile (anche per la reticenza di Vidic ad imparare l’italiano, ed ambientarsi del tutto), e decisiva insieme all’infortunio estivo (il serbo rientrerà a breve, ma era fuori lista in campionato) nella scelta di non proseguire oltre un rapporto che costa all’Inter 3,3 milioni netti di stipendio.
Vidic ha raggiunto in giornata l’accordo per la rescissione, che diverrà ufficiale a giorni (l’Inter probabilmente se la caverà con una lieve buonuscita), e chiude la sua esperienza interista con 28 presenze, una sola rete al Genoa e tanti rimpianti: impossibile il suo approdo al Milan, che ha esaurito i posti da extracomunitario, e così la destinazione più probabile per il serbo sembra essere l’MLS, per una nuova sfida che potrebbe vederlo vestire i colori del DC United di Thohir, desideroso di averlo ancora alle sue indipendenze come ambasciatore del suo club USA.
Non va escluso però un ritorno di fiamma con la Premier League, campionato in cui Vidic ha mostrato il meglio di sè ed ha parecchi estimatori, e dunque vi aggiorneremo sulla situazione dell’ex centrale del Manchester United, squadra che gli ha permesso anche di vestire la fascia di capitano.
