Un buon primo tempo e tanto orgoglio nella ripresa. Cinici nei primi 45 minuti, quando l’uno-due micidiale confezionato da Guarin (gol e assist) ha tramortito gli azzurri. Col coltello tra i denti nella seconda parte di gara, quando c’è stato da soffrire e difendere con le unghie il vantaggio.
Con l’ennesima bocciatura per Silvestre e la telenovela Sneijder ormai ai titoli di coda, la fisionomia dei nerazzurri appare ben definita. La mancanza di equilibrio per un buon tratto del match, come altre volte, è stata conseguenza di una scelta obbligata: cercare di capitalizzare il potenziale offensivo e poi difendere il risultato affidandosi a un centrocampo più fisico che tecnico.
In generale, non mi entusiasma il ritorno al libero, anche se Cambiasso interpreta il ruolo molto bene. Mi sembra che il bel gioco ne risenta parecchio. La partita non è stata noiosa: non sono mancate le occasioni, da una parte e dall’altra, ma non si può certo dire che Inter-Napoli sia stata una bella partita dal punto di vista tattico. Errori, palloni sparacchiati in avanti, manovra a singhiozzo, poco gioco di squadra. L’Inter è stata brava all’inizio; quando è calata fisicamente ha sofferto, è rimasta schiacciata nella sua area e alla fine, in qualche circostanza, è stata anche fortunata. Pur con i suoi limiti di tenuta fisica, Cassano ha confermato di essere al momento indispensabile. Lo stesso Guarin, calato vistosamente nell’ultima mezzora, ha lanciato segnali incoraggianti, facendo rivelare azzeccati la rinuncia alle tre punte e il sacrificio di Palacio. Con il modulo più accorto ne ha beneficiato Milito, tornato al gol e autore di una prova volenterosa. Menzione speciale per Ranocchia, confermatosi ad altissimi livelli, e per Juan Jesus, una forza della natura che ha soltanto bisogno di migliorare sotto il profilo tattico per diventare un difensore di livello mondiale.
Pagelle: Handanovic 6,5 Ranocchia 7 Cambiasso 7 Juan Jesus 7 Nagatomo 6 Zanetti 6,5 Gargano 6 Pereira 6 Guarin 6,5 Milito 6,5 (Coutinho sv) Cassano 6 (Palacio sv)