Così l'allenatore ai microfoni mediaset Premium nel dopo partita Champions....
L'impresa:
“Abbiamo compiuto una bellissima impresa, riaprendo il discorso Champions League: sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, peccato per il gol subito nel finale del primo tempo. Mi è piaciuto il gioco espresso nella prima parte e lo spirito di sacrificio della seconda: Zarate può diventare un campione, poi il fatto di avere molti argentini in spogliatoio per lui è un bene. La nota dolente è la preoccupazione per Pazzini: ha preso una botta al tallone e dovremo verificarne le condizioni, però sono contento che chiunque lo sostituisca non lo farà rimpiangere.” ...
Le soddisfazioni:
“Le soddisfazioni sono tante: tre punti in classifica in Champions, così abbiamo l’opportunità di riprendere il nostro cammino; il gioco che la squadra ha espresso nel primo tempo; la sofferenza e l’orgoglio del secondo tempo. Ho visto la reazione che la squadra ha avuto a Bologna, dopo il pareggio, e anche qui è stato bello vedere i ragazzi rivolere la vittoria, ritornare a spingere come sanno fare. La squadra è fatta di campioni, ce ne sono molti fuori, recuperiamoli, però c’è da dire che chi ha giocato in queste due partite sta veramente dando tutto. Ho visto Alvarez che si è sacrificato, con qualità e quantità: questo è un buon segno, questo è quello che voglio dai giocatori”.
I ricordi:
“Al Chelsea ho fatto la squadra in corsa, è partito il campionato, è partita la Champions League e ancora stavamo facendo la squadra, e siamo arrivati in semifinale. Non ho guidato il Chelsea di Abramovich il terzo anno, avevamo già fatto un miracolo l’anno precedente. Erano finiti i soldi e, tre giorni prima che la comprasse il magnate russo, stavamo fallendo. Con la Juventus era il primo anno dopo la B, era importante ricostruire l’ambiente e siamo riusciti ad andare in Champions League. Dove possiamo arrivare non lo so, ma questa è una squadra che può ancora dire la sua, sia a livello italiano sia a livello internazionale. Poi ci vuole anche un pizzico di fortuna, se no senza la fortuna non arrivi da nessuna parte”.
La fiducia ritrovata:
“Abbiamo parlato. Credo che Gasperini non abbia avuto il tempo, neanche la fortuna, perché con tutti quegli infortuni è difficile far passare la tua idea. Sono più le volte che giochiamo di quelle in cui ci alleniamo. Ho rimesso i giocatori come sapevano fare, mi è piaciuto molto Alvarez, sapevo che aveva qualità e resistenza, sono contento della prova che ha fatto; gli altri stavano più o meno al loro posto”.