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Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Dopo una settimana difficilissima anche dal punto di vista mediatico, con la pressione a mille a causa delle due batoste subite a Palermo in campionato e contro il Trabzonspor in coppa, il toto-allenatori sui giornali e i primi sintomi di nervosismo della piazza, c’era molto attesa per la reazione dei nerazzurri. L’avversario forse non era quello ideale, dato che anche la Roma non sta attraversando un periodo brillantissimo e un ulteriore passo falso sarebbe stato letale per Luis Enrique.
Come accade spesso quando i contendenti non possono permettersi una sconfitta, è finita in parità. Alcune indicazioni sono però ugualmente venute fuori. Gasperini ha cambiato nuovamente schema. Il che vuol dire che le sta tentando davvero tutte, ma anche che non ha le idee molto chiare sulle caratteristiche del parco giocatori che la società gli ha affidato. Ha proposto un 3-5-2 poco convincente in fase di impostazione e sofferente di fronte al dinamismo degli avversari. La linea difensiva è andata spesso in affanno sul pressing alto dei giallorossi, tanto che in diverse occasioni soprattutto Samuel non è riuscito a fare partire l’azione e si è visto costretto a sparacchiare sugli spalti. Probabilmente manca un po’ di fosforo a centrocampo, dove pesano le assenze di Thiago Motta e Stankovic. L’unico in grado di distribuire palloni è Sneijder, di gran lunga il migliore tra i nerazzurri. Per il resto, una squadra contratta, incapace di appoggiare coralmente le azioni offensive e spaccata in due, con Sneijder, Milito e Forlan spesso soli contro tutti. Positivo, questa volta, l’inserimento di Zarate, che ha sfiorato in due occasioni il gol e che ha messo in seria difficoltà la retroguardia romanista. Benino anche Jonathan, subentrato a Obi. Ma obiettivamente era difficile fare peggio. Nel computo delle occasioni, ha prevalso l’Inter: Nagatomo, Milito, Sneijder (clamorosa la respinta sulla linea di Kiaer), Forlan e Zarate avrebbero potuto più volte sbloccare il risultato. La Roma, pure dando l’impressione di una squadra più ordinata nel possesso palla, grazie anche ad un sontuoso De Rossi e a un buon Pizarro, fino a quando è stato in campo, ha impensierito Julio Cesar soltanto con Osvaldo, stoppato in due circostanze dal portiere nerazzurro. Brontolii hanno accompagnato la sostituzione di Forlan con Muntari, che ha lasciato l’Inter senza una punta di ruolo nell’assalto finale e Pazzini tristemente accomodato in panchina.