”Brand e storia dell’Inter possono rendere molto. Dobbiamo cambiare il modello di riferimento, dobbiamo ispirarci a quello americano, dove si sfrutta lo sport in modo globale. Bisogna focalizzarsi su un business in modo innovativo. Nel calcio ci sono due modi di agire: se sei come Abramovich, scegli un club con un brand non ancora al top e lo lanci con fiumi di denaro; se sei un manager come me, prendi una società gloriosa e già famosa nel mondo che deve sistemare i conti. L’Inter è la squadra che seguivo da ragazzo e sono emozionato. Poi su Massimo Moratti: “E’ insostituibile. Ho scelto una società pazza, lo so. Ma i margini per aumentare i ricavi ci sono. I soldi? Ci vuole un po’ di fiducia. I tifosi hanno diritto di sognare e non c’è niente di male nel voler vincere. La proprietà, però, ha diritto di essere proprietà e quindi ci vuole pazienza“.
Insomma, i tifosi sognino pure, ma no alle spese folli.