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Inter vs Chievo. Il corpo e l'accidente.

Creato il 10 maggio 2010 da Calciosofia
La filosofia calcistica di Mourinho è dichiaratamente (?) ispirata a Thomas Hobbes. Il suo fine è quello di porre i fondamenti di una squadra ordinata e pacifica (niente gladiatori dice il sommo portoghese) e di una gestione dell'allenare illuminata e autonoma.
Sulle oscurità che derivano dalle tradizioni favolose (mitico passato, eroismi, fortuna) Mourinho difende come Hobbes l'esigenza che l'allenatore abbia come suo punto di riferimento, una tattica razionale, anziché la vecchia metafisica favolosa (Ibra, là davanti, solitario come un eroe alla ricerca del vello d'oro), mostrando le conseguenze disastrose di queste "essenza astratte".
E così Eto'o, attaccante puro, lavora al servizio degli altri (ve lo immaginate Ibra che accetta di tornare indietro per dare una mano a difesa e centrocampo?). E così Milito arriva dove Ibra neanche poteva immaginare. Persino Balotelli, nella improbabile parte del figliol prodigo, rientra in famiglia rimboccandosi le maniche, anzi i calzettoni.
Ma la vista sullo scudetto ( per quasi un'ora l'Inter lo tocca ed è virtualmente campione d'Italia) mette in tensione la concretezza e la ragionevolezza dell'Inter, che vede all'orizzonte un devastante ribaltone ( il Chievo già a tre, si sta avvicinando paurosamente).
A questo punto l'Inter si risveglia dal sogno favoloso e rimanda tutto a domenica prossima con il Siena.

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