Una donna si rivolge a uno psichiatra, allarmata: "Aiuto. Mio marito crede di essere una gallina". E il medico: "Davvero. Da quanto tempo?". "Da sempre, per quel che ricordo". " Ma allora, perché non è venuta prima da me?". "Perché avevamo bisogno delle uova". Questa è la critica di David Hume al principio di induzione secondo il quale, dalla semplice osservazione del ripetersi di certi eventi, non potremmo trarre la previsione che continueranno a verificarsi in futuro.
L'osservazione dell'Inter dall'inizio dell'anno, ad esempio, è che la lentezza, quasi l'apatia, l'opacità del gioco nel primo tempo si risolve in una indiscussa brillantezza nel secondo tempo. Così nell'incontro di Champions contro il CSKA, l'Inter sembra smarrirsi contro un italico catenaccio dei russi per poi esibire, nella seconda parte della gara, tutta la sua potenza. Milito, anche questo è induzione, segnerà. Infatti fa un gol bellissimo che dà la vittoria all'Inter. Poco rispetto alle azioni da gol effettuate dai nerazzurri che avrebbero potuto mettere la parola conclusiva sulla qualificazione alle semifinali. Ma anche qui l'osservazione è che, mai l'Inter degli ultimi tempi riesce a chiudere le partite in linea con le proprie potenzialità.
Così il CSKA è sicuro che a Mosca potrà avere ragione di questa Inter narcisita, sprecona e non sempre concentrata.
Ma attento CSKA. L'induzione non è mai garanzia di idee certe. Infatti Bertrand Russel così ha ridefinito il problema in termini del celebre "Tacchino induttivista". Dalla regolarità con cui il contadino gli porta il mangime ogni giorno alla stesa ora, il tacchino trae una sorta di legge di natura secondo cui questo accadrà sempre. Solo che una mattina, la vigilia di Natale, alla medesima ora il fattore lo afferra, gli tira il collo e se lo cucina a puntino.
Attento CSKA. A Mosca potrebbe essere già Natale.