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Inter vs Roma. Cose divine.

Creato il 06 maggio 2010 da Calciosofia
Si può proporre una dimostrazione dell'esistenza di una Squadra Superiore? Mourinho dice che, dopo aver esaminato i campionati portoghese, tedesco, inglese, spagnolo, italiano, l'Inter è la squadra superiore. Ma si sa Mourinho parla pro domo sua.
Vediamo allora di esaminare la finale di Coppa Italia fra Inter e Roma all'Olimpico utilizzando le cinque vie di Tommaso (quello d'Aquino, non quello che non credeva se non vedeva): cinque modalità diverse dal dato empirico (vittoria dell'Inter con uno stepitoso gol di Milito) che rinviano come condizione ultima della loro possibilità, alla necessità dell'esistenza di un Principio Primo.
Nella prima via si parte dal divenire delle cose (la squadra matura ed è sempre più forte) per giungere all'esistenza di un Primo Motore Immobile (Mourinho).
La seconda via analizza i rapporti di causalità (tattica, preparazione fisica, intelligenza pronta) per arrivare a una Causa Prima (la molla che tutto muove è la triplete di cui il primo tassello è stata la Coppa Italia).
La terza via, sulla base del carattere di contingenza giunge all'affermazione di un Essere Necessario (Oddio, è sempre di Mourinho che stiamo parlando, che sa sempre come adattare la squadra alle situazioni. Per esempio perduto Snejider nei primi minuti, sostituirlo con un ritrovato Balotelli che esalta e si esalta).
La quarta via considerando la distribuzione per gradi delle perfezioni possedute dalla squadra conclude all'esistenza di un Essere Perfettissimo ( Nooo, ancora Mourinho!) che è causa delle perfezioni parziali dei singoli giocatori.
La quinta via, sulla base delle regolarità dei comportamenti dei giocatori, compresi quelli in panchina, riconosce l'esistenza di un Fine Ultimo e Unitario (essere la squadra superiore) con l'attributo più importante che possa essere destinato a una squadra, quello di Potenza Creatrice.
Ma in campo si è visto anche Satana, il male, interpretato stupendamente da Totti, che infierisce con una pedata diabolica su quel povero stinco di santo di Balotelli, meritandosi un cartellino rosso come le fiamme dell'Inferno. A onta imperitura.
Adesso, aspettiamo l'Inter al varco del campionato e della Champions per verificare l'esattezza di questo impianto.
E se Mourinho se ne dovesse andare? Ecco che allora, con Nietzsche, potremmo parlare di morte di Dio.

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