A Washington D.C., tra la Pennsylvania Avenue e la Sixth Street, c’è il più grande museo al mondo dedicato al giornalismo e all’informazione. Si chiama Newseum ed è sufficiente una visita virtuale per rendersi conto della sua imponenza e autorevolezza. Tra le tante iniziative di Newseum, c’è la mappa dinamica dello stato dell’arte della libertà di stampa in tutti i paesi del mondo. Funziona come un semaforo: i paesi con regimi autoritari e dittatoriali sono segnalati in rosso, poi ci sono quelli in giallo, dove la libertà di stampa è sotto attacco, e infine il verde indica le nazioni in cui i giornalisti possono fare il loro mestiere. Indovinate il colore attribuito all’Italia?
Giallo, segnale di pericolo. Attenzione, perché il nostro paese è l’unico in giallo, tra quelli dell’Europa occidentale. Stiamo insieme con bulgari, albanesi, croati, bosniaci, montenegrini, serbi, nazioni che si sono affacciate alle democrazia soltanto ieri. È verde persino l’Ungheria,che ha adottato una legge sui media caratterizzata da una pesante censura.
Perché siamo gialli, cioè paese con parziale libertà di stampa? Cliccate e leggete. La scheda, tra l’altro, non contempla le novità che potrebbero essere introdotte dal disegno di legge sulle intercettazioni, altrimenti saremmo già in rosso, insieme con Birmania, Iran, Cina, eccetera.
Non vi convince il giudizio di Newseum? Sentite cosa dice Reporters sans frontières, l’organizzazione internazionale che si batte per la libertà di informazione: “Le ultime modifiche non cambiano il nocciolo della questione: limitare la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche a mezzo stampa è un grave ostacolo al giornalismo investigativo, un modo rozzo e disonesto di imbavagliare la stampa“, ha dichiarato Reporters sans frontières.
“Questo progetto riveste un forte aspetto politico. Il governo sta cercando di far passare sotto silenzio gli scandali sessuali che coinvolgono il Presidente del Consiglio, spesso rivelati proprio dalla pubblicazione di intercettazioni telefoniche. Inoltre, se i blogger sembrano risparmiati nell’ultima versione del testo, i giornalisti online dovranno probabilmente censurare se stessi o pubblicare ogni richiesta di modifica, piuttosto che rischiare di essere condannati a multe di € 12 000 La mancata presa in considerazione del diritto all’informazione, il carattere automatico e senza contraddittorio delle condanne, sono completamente contrari con i principi internazionali e della giurisprudenza europea. L’Italia, come democrazia e membro della Unione europea ha il dovere di difendere le libertà civili. I Parlamentari italiani dovrebbero prendere in considerazione la dimensione internazionale della loro azione e abbandonare questo progetto”.
Gialli, come i peperoni…