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Intercettazioni l’OSCE storce il naso

Da Pinobruno

Il disegno di legge sulle intercettazioni non convince l’Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa (OSCE). Qualche giorno fa la rappresentante OSCE per la libertà dei media, Dunja Mijatović, ha invitato i parlamentari italiani a rivedere il provvedimento sulla sorveglianza elettronica, per allinearlo agli standard internazionali sulla libertà di espressione e agli impegni OSCE per la libertà dei media. Dice l’OSCE che il disegno di legge “continua a contraddire gli impegni assunti in ambito OSCE specialmente nella parte in cui vieta l’uso di alcune fonti confidenziali e materiali che possono essere necessari per lo svolgimento di un significativo giornalismo investigativo al servizio della democrazia”. Non convince l’OSCE il divieto di pubblicazione di informazioni non più coperte da segreto istruttorio ottenute attraverso le intercettazioni telefoniche e l’obbligo di rettifica previsto per i media tradizionali applicato anche ai siti internet e ai blog. La notizia, ignorata dai giornali, è stata pubblicata sul sito della giurista Marina Castellaneta.

 

 

Intercettazioni l’OSCE storce il naso

Già a maggio 2011 l’OSCE, in un’analisi del disegno di legge, aveva richiamato l’Italia a rispettare il lavoro dei giornalisti e aveva chiesto di eliminare dal disegno di legge ogni pena detentiva per i reporter

“I giornalisti – ha detto Dunja Mijatović – devono essere liberi di riferire su tutti i casi di interesse pubblico e devono essere in grado di scegliere come condurre un’indagine responsabile. Il progetto di legge italiano nella sua forma attuale continua a contraddire gli impegni OSCE, in particolare perché vieta l’uso di alcune fonti confidenziali e materiali che possono essere necessarie per il giornalismo investigativo al servizio della democrazia”. Inoltre “i giornalisti non dovrebbero affrontare pene detentive per aver pubblicato informazioni di interesse pubblico”.


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