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Interdipendenza tra Nord e Sud nell’analisi di SRM

Creato il 13 ottobre 2014 da Sviluppofelice @sviluppofelice

di Vittorio Amato

I benefici della produzione meridionale che vanno al Centro-Nord

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Il lascito della crisi economica è un Paese ancora più diseguale, in cui la flessione dell’attività produttiva è stata molto più marcata nel Mezzogiorno che nel resto del Paese. I dati più recenti,diffusi dalla Svimez nelle anticipazioni al Rapporto 2014, mostrano inoltre che la crisi, in attenuazione nelle regioni del Centro Nord, è ancora molto intensa in quelle del Sud. Eppure l’Italia resta un Paese fortemente interconnesso, in cui le regioni meridionali danno un contributo forte, anche se spesso sottostimato, alla creazione della ricchezza nazionale. Le principali filiere del Mezzogiorno assumono, infatti, grande rilevanza sia per il peso economico sull’economia interna, sia per il contributo complessivo all’economia nazionale, sia per l’elevato effetto indotto.

Il merito della ricerca L’interdipendenza economica e produttiva tra il Mezzogiorno e il Nord Italia.  Un Paese più unito di quanto sembri, realizzata dall’Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (SRM)[1] in collaborazione con Prometeia, sta proprio nell’offrire un’accurata fotografia dello “stato di salute” economica ed imprenditoriale del Paese, ritratto tuttavia da un’angolatura insolita. Non si tratta, infatti, del mero confronto statistico tra macroaree, che finirebbe con l’evidenziare l’inevitabile e crescente gap Nord/Sud, ma di un’attenta valutazione del reale apporto delle regioni meridionali alla creazione di ricchezza e produzione nazionale. Lasciato da parte l’approccio tipicamente “dualistico”, lo studio si concentra quindi sulle interdipendenze tra Mezzogiorno e Centro Nord, secondo la peculiare e poco praticata prospettiva analitica basata sugli scambi commerciali tra le regioni.

La presenza e l’entità delle relazioni commerciali tra le aree del Paese condiziona fortemente la struttura economica del territorio. La quantificazione di tali interrelazioni consente di valutare il grado di interdipendenza economica di un’area dall’esterno, ossia la sua capacità di soddisfare la domanda con le proprie risorse e di finanziare le proprie importazioni.

I risultati dell’analisi di SRM confermano il ruolo importante rivestito dal commercio interregionale, tanto per il Mezzogiorno quanto per il Centro Nord, sia sul versante dell’approvvigionamento sia su quello dei mercati di destinazione. Per soddisfare le proprie esigenze produttive, il Mezzogiorno “importa” risorse per il 30,3% delle sue esigenze dal Centro Nord, mentre il Centro Nord “importa” risorse per il 25,1% delle sue esigenze dal Mezzogiorno. Rispetto al Centro Nord, il Mezzogiorno mostra tuttavia una maggiore inclinazione ad approvvigionarsi sul mercato nazionale e una minore propensione a servirsi di mercati diversi da quello locale.

La ricerca evidenzia come la capacità di trattenere la produzione attivata dalla domanda entro i propri confini sia più spiccata nell’area centro settentrionale del Paese, mentre nel Mezzogiorno gli effetti di spillover (ricadute esterne) agiscono con maggiore efficacia. Per ogni 100 euro di investimenti effettuati nel Mezzogiorno si verifica infatti un “effetto dispersione” a beneficio del Centro Nord pari a 40,9 euro. Viceversa, per ogni 100 euro di investimenti effettuati nel Centro Nord si verifica un effetto dispersione a beneficio del Mezzogiorno pari a 4,7 euro. Il maggiore effetto dispersione evidente nel Mezzogiorno può essere letto tuttavia in maniera duplice. Da un lato è sicuramente un indice negativo, poiché evidenzia come, a causa della minore densità imprenditoriale, il tessuto economico e produttivo meridionale non sia pienamente in grado di internalizzare gli effetti degli investimenti e di trattenere all’interno della sua economia il beneficio che scaturisce da un aumento della domanda. Dall’altro lato, tuttavia, se si guarda non solo al Mezzogiorno, ma all’intero Sistema Paese, lo stesso dato può essere letto positivamente, poiché testimonia che un investimento effettuato nel Mezzogiorno ha una rilevante ricaduta positiva sul resto del Paese, alimentandone la domanda.

La riflessione complessiva contenuta nel volume è dunque strettamente connessa alle prospettive di crescita omogenea ed integrata dell’economia nazionale. L’approccio utilizzato vuole essere un incentivo ad abbandonare logiche divisive e a riflettere più costruttivamente sull’interdipendenza tra le regioni, riscoprendo la centralità dell’industria manifatturiera e valorizzando vocazioni e tipicità in una logica di mutuo interesse. Tutto ciò nella consapevolezza che, almeno guardando al suo tessuto economico, il nostro è un Paese molto più unito di quanto sembri.

20 ottobre 2014

[1] Vedi: http://www.sr-m.it/images/stories/allegati/sf_interdipendenze.pdf


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