Tanti i volti degli assassini che divengono “famosi”, e che rimangono impressi nella memoria collettiva, meno quelli correlati alle vittime che oltre a non avere più voce, lasciano l’immenso vuoto di un’assenza crudele e impensata. Uccidere una persona, significa, uccidere un mondo intero, distruggere le vite dei familiari che vengono condannati ad un’esistenza di dolore. L’assassino dopo aver scontato la sua pena, può comunque avere un futuro. I familiari delle vittime no. Vengono condannati all’ergastolo del dolore.
Dietro i canoni della comunicazione esiste il meccanismo della notorietà che fa audience, essere cattivi ha più charme e si diventa fenomeni come : Vallanzasca, Misseri, Masi, Parolisi,
Divengono star, perché tutto fa spettacolo, in un contemporaneo turbinio confuso dove bene e male perdono i loro netti connotati?
Assassini oggetto di un’attenzione spasmodica mediatica, una moda agghiacciante, un interesse accresciuto anche grazie a minuziose e atroci descrizioni dei delitti che stimolano la curiosità e suscitando scalpore, un meccanismo che crea la classifica dei delitti distinguendoli di serie A e B. La stragrande maggioranza degli eventi di cronaca nera non trova il minimo spazio sui media nazionali, suscitano qualche attenzione sulla stampa o le tv locali e poi finiscono nel dimenticatoio collettivo. Eppure una piccola percentuale di questi fatti, riesce a conquistare per lunghi periodi l’attenzione dei principali mezzi di informazione, con la televisione che dedica ore e ore di programmazione al racconto del delitto, alla caratterizzazione dei personaggi, allo sviluppo delle indagini e ai veri o presunti colpi di scena.
Cos’è, in altre parole, che consente a un omicidio su cento di diventare centrale nel discorso pubblico e di godere di una continua attenzione mediatica?
Il delitto, allora, entra nelle regole della comunicazione, monopolizza l’attenzione della stampa, la vittima non può più dir nulla, dall’assassino invece ci si aspetta il colpo di scena, la confessione, la prova regina, e il dubbio anima l’attenzione. Melania, Sarah, Yara, Tommy, Novi Ligure, Cogne, Garlasco, Perugia e altri, tutti presentano caratteristiche che rispondono perfettamente ai canoni del giallo: sono storie che potrebbero essere sfruttate per scrivere un poliziesco di successo o costruire una trama avvincente per un thriller destinato al piccolo o al grande schermo.
Delitti di particolare violenza ed efferatezza, che avvengono in ambito domestico all’interno di famiglie apparentemente “modello” che riguardano vittime giovani e indifese, magari donne e ragazze, in cui è quasi sempre presente un movente di tipo sessuale, magari inconfessabile perché di natura deviata. Casi che possiedono degli