Il pagamento del ticket all’ospedale è diventato un evento tecnologico: al posto della lunga fila davanti ad uno sportello con operatore, la fila si è spostato davanti ad una cassa automatica con schermo touchscreen e pagamento self, cioè l’utente di deve arrangiare, con una fila altrettanto lunga. L’idea che l’automazione diminuisca l’attesa davanti ad uno sportello è pura immaginazione, a volte l’attesa è più lunga.La macchina osservata e usata in se per se non è difficile da comprendere e l’interfaccia touch, a patto che funzioni dopo un numero non contabile di “touch”, aiuta a procedere con l’operazione. Un alternativa per persone con problemi di vista non c’è, ma evidentemente non costituiscono una clientela negli ospedali (?!?!).Ma a guardare meglio, e poi ad usare la macchina, ci si accorge che il progettista di questo congegno è stato poco attento alle questioni antropometriche. Le istruzioni di uso affissi sul frontale sono ad altezza ginocchio, e per leggere bisognerebbe piegarsi in avanti o inginocchiarsi. Poi le “bocche” di inserimento carta bancomat e banconote sono simili, e per complicare la scelta, sono stati posizionati vicinissimi uno sopra l’altro con il rischio di inserire la carta o banconota nella fessura sbagliata.Una volta terminata il pagamento, la macchina dà il resto: all’altezza di ca. 40 cm da terra. Di accessibilità non c’è traccia in questo oggetto pensata per un utenza ampliata e di ogni genere....
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Magazine Viaggi
Interfacce per nani e giganti: Accessibilità alle casse automatiche
Creato il 20 marzo 2011 da AndreasPotrebbero interessarti anche :