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INTERIORA HORROR FESTIVAL | Letteratura Interiora 2013

Da Roberto Arleo @robertoarleo
Concluso Interiora Horror Festival, non ci resta che mostrarvi quello che abbiamo catturato con le fotografie di Stefania e Fiorella. Non potendovi lasciare senza delle storie a tema, abbiamo selezionato 4 racconti che hanno partecipato a Letteratura Interiora 2013. Buona lettura!

INTERIORA HORROR FESTIVAL | Letteratura Interiora 2013

© Stefania Belsito 2013 Roma

INTERIORA HORROR FESTIVAL | Letteratura Interiora 2013

© Fiorella Bonifacio 2013 Roma

Le viscere di Silvia Romano

Non passò molto tempo prima che mi si iniziasse a contorcere lo stomaco.
Non so cosa ci avesse deposto le uova dentro, so solo che quando me ne accorsi era troppo tardi, e non era più possibile cacciarlo via. Mi scherzavano: "È tutto il fuoco che hai ingoiato". Ma sapevo che non c'entrava niente, ad Alessio non succedeva. Alessio mangiava le spade. Era ectrodattilo e le sue mani assomigliavano a due gigantesche, ributtanti chele. Tenevo nascosto il dolore al padrone. Non era difficile: era raro vederlo. Tu però stavi sempre sul chi vive, perché sapevi che c’era. Non riuscivamo mai a guardargli la faccia. Portava un grosso cilindro e sotto era come se fosse vuoto, un cavernoso buco nero. Le sue lunghe braccia anguillose ricordavano degli scivolosi, striscianti tentacoli. Il padrone controllava quell'ammasso di turpi deformità che eravamo noi del freak show. Ogni tanto noi, o meglio quelli di noi che riuscivano ancora a ragionare, ci sedevamo intorno al tavolo e riflettevamo: Ma non vi sembra assurdo? Sospingiamo questo carrozzone per qualcuno senza volto, con cui non c'è possibilità di dialogo, di confronto. Proclama di proteggerci, ma se vuole ci può ammazzare. Non siamo stati ingaggiati per questo. Schiumavamo rabbia. Un'idea gorgogliante ribolliva nei ranghi: "Mettiamo una bomba!" ma il problema era che noi per primi, seduti al tavolo a pensare a come boicottare un sistema, c'eravamo dentro fino al collo; era quel sistema che ci faceva guadagnare il pane, che ci permetteva di andare avanti, miseri e meschini com'eravamo. Eravamo noi ad alimentarlo. Altrimenti, come avremmo fatto a comprare le necessità per sopravvivere? E le medicine per l’iniezione giornaliera di quell’aborto mostruoso del figlio di Leslie la nana? Eravamo costretti. Ci vedo trascinare la stessa baracca infame che ci sabota e che cerchiamo di sabotare. Le budella si contorcono. Rovescio la testa e un torrente di vomito giallastro mi inonda, mentre rutto un grosso tentacolo paonazzo dalla bocca.

INTERIORA HORROR FESTIVAL | Letteratura Interiora 2013

© Fiorella Bonifacio 2013 Roma

INTERIORA HORROR FESTIVAL | Letteratura Interiora 2013

© Stefania Belsito 2013 Roma

Arianna di Davide Schito

Mi chiamo Arianna e avevo quindici anni quando sono morta. Quanto è passato, non saprei dirlo. Il concetto di tempo non ha più molto significato per me. So solo che da allora sono bloccata qui, in questa casa che mi ha visto crescere, piangere e ridere. E che mi ha visto andar via solo per restarne nuovamente intrappolata.Avevo tanti bei sogni, io. Ma non come la maggior parte delle ragazzine della mia età. Non mi importava diventare attrice, velina, ballerina. Volevo viaggiare, vedere con i miei occhi quel mondo che ammiravo sui libri e in televisione. Avrei voluto imparare tutte le lingue della Terra. Avrei voluto una famiglia tutta mia, quella che mi era stata negata da un’infanzia di violenze e percosse.Mia madre è morta che io ero piccola. Me la ricordo appena. In casa non ci sono sue foto. Lui non ne ha mai volute tenere. Lui.All’inizio era buono. Mi chiamava la sua principessa. Mi sentivo importante. Ma poi sono cresciuta, e lui è cambiato. Il suo sguardo mi metteva i brividi.Entrava in camera mia mentre dormivo, di notte. Quando sentivo la porta aprirsi iniziavo a tremare e mi raggomitolavo in un angolo. Ma lui mi trovava sempre.Fino a quella notte.Ho sentito i suoi passi pesanti avvicinarsi.Mi sono nascosta dietro alla porta, nelle mani stringevo il coltello che avevo rubato dalla cucina. Appena entrato l’ho colpito alla schiena con tutta la forza di cui ero capace.Ha urlato di dolore.Ha urlato talmente forte che, per lo spavento, ho perso la presa sul coltello.È stata la mia fine.Mentre mi teneva immobilizzata sul letto e mi soffocava con il cuscino gridandomi "puttana!", riuscivo a pensare solo a mia madre. L’avrei rivista, finalmente.Invece la mia sofferenza era appena iniziata.

INTERIORA HORROR FESTIVAL | Letteratura Interiora 2013

© Fiorella Bonifacio 2013 Roma

INTERIORA HORROR FESTIVAL | Letteratura Interiora 2013

© Stefania Belsito 2013 Roma

Io mi chiamo di Alessia e Michela Orlando, AMO

Mi chiamo Mario o Maria De Firpo? Mi guardo allo specchio. Non so se io sia il primo o l’altra. Non si tratta di scegliere. A ventisei anni il genere dovrebbe essere indubbio, per quanto la vita riservi sempre clamorose sorprese. No! Si tratta solo di superare il velo del vapore acqueo che non mi fa mettere a fuoco certe zone del mio corpo nudo.Lo sguardo non penetra il maledetto diaframma. Avvolgente e bianco, mi lascia solo intravedere le mie forme, nel bagno, davanti allo specchio, dal buco della serratura.È assurdo. Come potrei essere qui, al di qua della porta, e contemporaneamente dall’altra parte?E perché me ne sto immobile, non busso, non chiamo, non respiro?La sera precedente ero seduto a un tavolo e bevevo. Cosa? Sì, un cocktail schifoso alla vista del liquido bianco ma ottimo appena trangugiato. Non era molto alcoolico e quindi non può esser colpa di quei due o tre bicchieri bevuti in due ore, se adesso sono fuori di me. Qualcuno si ostinava in giri di Do patetici, del genere musica anni ’60. Non c’era nessuno che fumasse roba considerata poco trasgressiva e avevo mangiato a base di pesce con verdure arrostite, tipo cibo destinato ai malati. In questo momento devo solo ricordare, giacché mi pare di essere un fotogramma drammatico in bianconero. È una condizione forse psicologicamente complessa, che richiederebbe l’intervento di uno psichiatra, magari anche un ricovero coatto obbligatorio e sperare di uscirne indenne.No! Non ce la faccio. Tremo. Forse è dovuto a questo rumore di lama nel buio. E perché sento freddo sul collo? È mia, di Mario o di Maria non conta più, la testa tagliata e sanguinolente che cade dalla finestra? E perché ho caldo? Sudo, mentre la faccia si avvicina a una bocca incandescente, tra flutti di fiamme cocenti. E mi chiamo. E mi chiamo. E mi chiamo: Mario, Maria... Nulla. Nessuno risponde. Solo silenzio, c’è solo il mostro che sa inglobare ogni vibrazione. Sento puzza di carne bruciata, mentre chiudo gli occhi.

INTERIORA HORROR FESTIVAL | Letteratura Interiora 2013

© Fiorella Bonifacio 2013 Roma

INTERIORA HORROR FESTIVAL | Letteratura Interiora 2013

© Stefania Belsito 2013 Roma

Cioccolatini di Eva Barros Campelli

Capiva perfettamente perché lo stesse facendo. Nella sua testa poteva ancora rivederla scendere quella scala scricchiolante, tutta un lamento mentre dolori immaginari la trattenevano per i fianchi e la colpivano alle cosce larghe e morbide, come due enormi pezzi di manzo stritolati per le caviglie e sistemati al rovescio, incollati a quel suo corpo di donnone corto ma robusto. E sempre con la mente poteva riguardarla ancora e ancora, mentre si sedeva al tavolo della cucina e prendeva a mangiare cioccolatini con gli occhi fissi davanti a sé, ipnotizzati alla maniera di un gatto che si volta verso il padrone per osservare in realtà qualcos’altro alle sue spalle. Se si concentrava per bene poteva addirittura sentire l’odore di sigaretta, quando se l’accendeva subito dopo essersi riempita lo stomaco di cioccolatini, e ne aspirava il fumo con quelle labbra scure, raggrinzite e tuttavia carnose nel modo in cui lo sono le labbra di certe signore abbronzate del sud. Perciò sì, capiva perfettamente perché lo stesse facendo. O, se per questo e più precisamente, perché stesse provando un incredibile gusto nel farlo. Avvertiva lo sguardo sofferente della sua vecchia madre su di sé, e a ogni schiaffo che dava sulla pelle floscia e unta delle guance di quest’ultima seguiva un paf! che gli procurava un prurito familiare nelle parti basse, proprio come quando era soltanto un ragazzino e l’unica cosa che gli era permesso di fare era chiudere gli occhi e concentrarsi abbastanza da scacciare via quel bisogno di strangolarla che tornava, e tornava e tornava. Capiva perfettamente perché stesse provando un incredibile gusto nel farlo, e nel farlo sorrideva. Quindi, a ogni schiaffo, lei strillava, impossibilitata ad alzarsi dalla poltrona verde dalla quale non riusciva più a tirarsi su a causa di tutto quel grasso accumulato negli anni. A ogni schiaffo lei strillava e lui sorrideva di più. La televisione accesa, il film che lei detestava e le voci urlanti degli attori e un altro paf!

INTERIORA HORROR FESTIVAL | Letteratura Interiora 2013

© Fiorella Bonifacio 2013 Roma

INTERIORA HORROR FESTIVAL | Letteratura Interiora 2013

© Stefania Belsito 2013 Roma

Si aggiudicano le due t-shirt per il giveaway di Interiora Cinzia Spano (t-shirt bianca) e Valeria Iodice (t-shirt nera).Se siete curiosi e volete gustarvi tutte le immagini, potete trovarle sulla nostra pagina facebook. Adesso non vi resta che aspettare la prossima edizione. Da paura!
Link di riferimento: www.interiora.it
Roberto Arleo  

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