Stamattina alla riapertura settimanale c’era un’aria un po’ tesa.
Eh? Le dimissioni di Ratzinger? Ma chissene delle dimissioni di Ratzinger. Qui abbiamo roba più seria a cui pensare. Ci hanno duplicato la libreria.
Non proprio tutta. Han preso qualcosa sì e qualcosa no. Senza dire niente a nessuno. L’ho scoperto sabato, per caso.
Diciamocelo, non capita tutti i giorni di scoprire che i libri messi a disposizione gratis, con licenza Creative Commons, in libreria, sono stati copiati su un sito che non ha nulla a che spartire con il tuo bar e li piazza a disposizione di chiunque come se dietro non ci fosse stato il lavoro di nessuno.
Soprattutto senza farlo sapere agli autori, che se non controllavano su google nemmeno se ne accorgevano.
Me ne sono accorta io, per prima. E ho chiesto la rimozione del romanzo. Anche perché non sta più nemmeno qui sopra, per mia decisione. Quindi cosa ci sta a fare, altrove?
Questa è la mail che ho ricevuto dal responsabile del sito www.boorp.com:
E devo dire onestamente che credo alla buona fede, perché purtroppo questi errori in buona fede sono all’ordine del giorno, sul web.
Anzi, ogni tanto ci sono errori più in buona fede di altri. Addirittura gente che non capisce che c’è il nome, magari sotto un post, o sotto una foto, e li spaccia per suoi.
In confronto, la buona fede di questi signori è dilettantesca.
Però noi, per quanto seccati (prendi romanzi e racconti altrui, ti appropri del lavoro fatto da qualcun altro e nemmeno reindirizzi il link sul nostro blog. Siamo un po’ permalosi, per così poco non dovremmo prendercela. Ce lo dicono spesso, che su internet la roba è di tutti, in fondo, perché ci stupiamo?), non siamo vendicativi.
Ci siamo limitati a chiedere gentilmente la rimozione di tutti i PDF che sono stati pubblicati senza autorizzazione.
E avviseremo tutti i nostri autori.
Ci fermeremo qui, senza nemmeno andare ad avanzare pretese legittime perché qui c’è stata una violazione bella e buona del copyleft. Che prevede la diffusione non a scopo di lucro di materiale sotto licenza.
Come? Il sito non ci ha guadagnato?
Intanto ci ha guadagnato in visibilità che senza il nostro lavoro non avrebbe avuto. E poi su quel sito ci sono banner pubblicitari.
Se non è lucro questo non so cosa possa esserlo.
Ma come dicevo, noi siamo magnanimi.
Vi segnaliamo il sito, e vi consigliamo, casomai anche voi passanti aveste messo a disposizione gratis il vostro romanzo o il vostro racconto, di controllare che non sia finito lì sopra, magari senza autorizzazione.
Perché è vero che quanto è disponibile su internet finisce in un certo senso fuori dal nostro controllo e non si può essere troppo pedanti, anzi, bisogna anche credere, entro certi limiti, all’errore in buona fede.
Però l’errore in buona fede si corregge. E lo si corregge segnalando al diretto interessato che una cosa è chiedere, per cortesia, la possibilità di usare i suoi contenuti, citando correttamente (come ha fatto a suo tempo questo signore, cui abbiamo risposto picche sia io che Andrea Malabaila, anche perché non aveva senso duplicare la presenza di un romanzo già scaricabile gratuitamente su un altro sito):
ben altro, invece, è prendere materiale a destra e a sinistra senza nemmeno avvertire chi lo mette a disposizione, come se tutto fosse dovuto solo perché in fondo è materiale che sta in rete, e si sa che la rete è di tutti.
La rete è di tutti quelli che si ricordano le buone maniere e le regole della netiquette. Per non parlare delle creative commons. Di tutti gli altri possiamo fare tranquillamente a meno. Oppure possiamo segnalarli per continue violazioni del copyleft.
E adesso tutti a bersi un caffè offerto dalla casa e a parlare delle dimissioni di Ratzinger.
(voi che passate, ditelo pure ai vostri amici, di controllare i loro romanzi scaricabili gratis. Non si sa mai)