In tutte le ricerche sui consumi mediatici sia a livello internazionale che più direttamente in riferimento al nostro Paese nella comparazione sulla fruizione dei diversi media viene inserito Internet.
É il caso anche dell’ 11° Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione presentato ieri. La prima delle slides proiettate dal Direttore Generale del CENSIS infatti pone a confronto l’utilizzo della Rete in Italia con il consumo di televisione, radio, giornali…etc.
Sono profondamente convinto si tratti di un errore grave, non trascurabile, di una consuetudine consolidata che debba essere interrotta.
Internet è un ambiente non un canale, Internet è un ecosistema NON un medium, come ho provato a spiegare, con parole semplici, in una mia intervista ad inizio anno al termine della lezione tenuta al master in giornalismo scientifico digitale della SISSA.
La conferma, se necessario, viene dalla 12esima slide della precitata presentazione che mostra il passaggio ai “personal media” visualizzando al suo interno i diversi mezzi, i distinti canali d’informazione sul Web, con i siti web dei quotidiani online che perdono terreno e YouTube, Facebook e motori di ricerca che lo guadagnano come fonte primaria d’informazione.
Come dicevo pochi giorni fa, i personal media suggeriscono che dovremmo riconsiderare ogni nozione circa la tradizionale idea di pianificazione, acquisto, e di misurazione dei media. Le basi di portata e la frequenza devono essere completamente rivalutate. La misurazione dei media deve anche essere revisionata ed i concetti di valutazione delle prestazioni riconsiderati.
Iniziare a farlo dalla comprensione di cosa sia, e cosa non sia, la Rete è assolutamente un passaggio indispensabile per procedere nella giusta direzione, si tratti di editori e di altra tipologia di imprese.