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Internet spiegato a casa, meglio così

Creato il 16 febbraio 2014 da Plus1gmt

Il caso dell’Internet spiegato ai ragazzi mi sembra più uno dei tanti episodi di scarsa attenzione alle cose che riguardano un’età e un periodo scolastico dei nostri figli molto particolare, che invece dovrebbe al vertice delle nostre priorità ancora prima dell’adolescenza, del cosa gli faccio fare da grande e dell’organizzazione del loro matrimonio. Gli sforzi che dedichiamo alla salute fisica dei bambini dovrebbero corrispondere a un impegno alla tutela della loro crescita intellettiva, emotiva e sentimentale. Non ricordo chi chiedeva provocatoriamente se qualcuno darebbe da mangiare del cibo avariato ai propri figli. Allo stesso modo, dareste loro strumenti di apprendimento scadenti o poco efficaci? Vi propongo però una riflessione. Il divario tecnologico e digitale tra scuola primaria e secondaria e vita privata non è mai stato così ampio, a meno che non abbiate i mezzi per mandare i vostri bambini alle scuole dei ricchi e dei preti. Per dire, qui da me siamo abbastanza messi male con pc di almeno un paio di generazioni prima, disponibilità di LIM per alunno con percentuali vergognosamente inopportune ma anche insegnanti decisamente inadeguati da questo punto di vista. E la descrizione dell’Internet sul libro del 99 proposta ai ragazzi del 2014 è estremamente esemplificativa. Resta il fatto di stabilire in che modo l’Internet deve entrare nelle scuole. Cosa devono fare i ragazzi con la connettività? A cosa serve a loro essere sempre on line anche a scuola, e non solo a casa durante il tempo libero? Internet, da un punto di vista didattico, dev’essere uno strumento e, come tale, dovrebbe essere erogato nel modo meno obsolescente possibile, almeno in un mondo ideale in cui la scuola pubblica ha i soldi per poterselo permettere. Però attenzione perché so già dove si andrà a finire, con tutto questo tecno-entusiasmo. Non dimenticate che le famiglie – quelle italiane, eh – sono pronte ad acquistare qualsiasi dispositivo di nuova generazione e a investire in tecnologia (Internet, telefonia, tv) a scapito di qualsiasi altro bene di necessità e soprattutto lamentandosi ogni anni del costo dei libri di testo dei figli. Ma di questo passo, in un futuro nemmeno troppo lontano, ci sarà solo una materia di studio a scuola, e cioè come utilizzare la rete o quello che ci sarà allora, per accedere all’archivio di dati e informazioni di tutte le materie, dove trovare con il minimo sforzo e il massimo dei risultati tutto quello che ci serve sapere senza imparare, tanto ogni concetto sarà disponibile in tempo reale lì, in quello che nel testo del 99 avevamo definito cyber-spazio. Oggi, e domani lo sara ancora di più, Internet è un bene come la luce e il gas e la benzina, lo diamo per scontato e rimaniamo allibiti quando non c’è, quando non va, quando qualcuno ce ne parla ancora come di una emanazione divina. E non ci sono ore dedicate, a scuola, per insegnare ai ragazzi luce, gas e benzina. Se Internet si riduce all’uso di uno smartcoso, i ragazzi possono tranquillamente impararne l’uso da sé e, in classe, tornare a dare spazio al congiuntivo e alle equazioni.



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