credit: NASA
Questa sì che si chiama banda larga. Seicentoventidue Megabit al secondo in download, e 20 al secondo in upload. Se un operatore telefonico offrisse queste prestazioni sbaraglierebbe la concorrenza, che nella migliore delle ipotesi arriva a 100 Megabit per secondo. Se poi quella velocità di connessione viene raggiunta comunicando con una sonda che orbita attorno alla Luna, allora siamo davvero di fronte a un record storico. La NASA lo ha stabilito nei giorni scorsi, inviando informazioni in forma di luce laser alla sonda LADEE (Lunar Atmosphere and Dust Environment Explorer), che oltre a studiare l’atmosfera lunare ha a bordo lo strumento Lunar Laser Communication Demonstration (LLCD). L’esperimento vuole aprire la strada a una nuova tecnica di comunicazione con le sonde interplanetarie. Ad oggi si usano le onde radio per inviare e ricevere dati alle sonde. Ma più aumenta la distanza, più è necessario aumentare la potenza del segnale, e le dimensioni delle antenne usate per ricevere dati a Terra. Voyager 1, ormai fuori dalla spazio interstellare, viene “ascoltato” da un’antenna di ben 70 metri di diametro.
L’uso di impulsi di luce laser, cioè di un raggio di luce concentrato e “coerente”, sulla carta consente di trasmettere maggiori quantità di dati, più velocemente e con apparati meno ingombranti. Il trucco è riuscire a dirigere quel raggio con precisione su un ricevitore posto a una distanza enorme: in questo caso erano 380 mila chilometri dalla Terra, e parliamo “solo” della Luna che è il corpo celeste più vicino a noi. Basta che il raggio laser cada qualche centimetro più in qua o più in là e la comunicazione cade.
L’esperimento della NASA è andato a gonfie vele, riuscendo a trasmettere e ritrasmettere dalla Luna un segnale video ad alta definizione su due canali contemporanei. Il ricevitore posto su LADEE pesa la metà di un ricevitore radio tradizionale e usa un quarto dell’energia in meno.
I prossimi test dovranno stabilire quanto il sistema regga anche quando utilizzato durante il giorno (finora tutti i test sono stati condotti di notte), e come migliorare la sua efficienza quando la Luna è bassa sull’orizzonte, costringendo il segnale ad attraversare una parte maggiore di atmosfera terrestre, che introduce interferenze. LLCD è solo il precursore di un futuro progetto più ambizioso, il Laser Communications Relay Demonstration, che verrà lanciato nel 2017 e dovrà aprire la strada a un utilizzo in grande stile delle comunicazioni laser per le sonde interplanetarie.
Fonte: Media INAF | Scritto da Nicola Nosengo