Pulivo le mie unghie dal suo rosso,
le pulivo accuratamente
e intanto canticchiavo ancora la nostra canzone:
La…lala…la…lalala….e la...la…lalala…e…la…lalala…lala…lalà.
Il suo amore continuava a scivolare in ridicoli rivoli di note per nulla sbiadite.
Vedevo ancora il suo fissarmi:
netto, stretto sul mio petto.
Poi le sue ultime parole: “ma, io ti ho dato tutto.”
Ferite.
“Bastardo, sei solo una mia proiezione!”
Io ti volevo, ti amavo anche per la tua parte,
quel ridicolo frammento che è sfuggito altrove.
“Perché non sei???”
Continuai a pulirmi con cura,
lui ancora mi fissava ad occhi chiusi
mentre la serata scivolava in uno di quei suoi rivoli senza senso,
e la...la…lalala…e…la…
Una grossa risata:
“ah ah ah… è stato solo un attimo? Forse solo per te.”
Cazzate:
una dietro l’altra come coltellate contro il mio seno.
La…lala…la…lalala….
Neanche una lacrima in mezzo a quei rivoli.
Maledetto,
rosso di una serata senza senso.
E poi di botto la porta dietro le sue spalle larghe…troppo larghe per me.
Io, ancora seduta con quello smalto
rosso come il mio sangue…
Addio
e…la…lalala…lala…lalà.
di Andrea Alessio Cavarretta (IppoKiro)
Magazine Diario personale
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