Per la prima volta negli ultimi 75 anni, un intero genere di mammiferi potrebbe sparire completamente dal pianeta. L'hirola (Beatragus hunteri) è l'ultimo esponente delle specie appartenenti al genere Beatragus, grosse antilopi africane un tempo largamente diffuse sul continente.
Nota come "antilope con quattro occhi" per le sue ghiandoli preorbitali di grosse dimensioni, l'hirola può raggiungere i 125 centimetri di altezza al garrese, e superare abbondantemente il quintale di peso.Vive nelle pianure aride di Kenya e Somalia in branchi composti da numerose femmine e pochi maschi dominanti, e tende ad occupare in pianta stabile un'area ben definita e a difenderla da predatori e gruppi rivali con le sue lunghe corna.
Dal 1980, la popolazione di hirola è drasticamente crollata del 90%. Negli anni '70 se ne contavano circa 14.000, ma nemmeno dieci anni dopo il numero di esemplari si era dimezzato.
L'ultimo censimento eseguito all'inizio del 2011 dall' International Union for Conservation of Nature è riuscito a contare circa 245 individui raggruppati in piccoli branchi che vagano tra il Kenya e la Somalia. Considerando gli animali non censiti, si stima che sull'intero continente africano esistano ancora 400 hirola.
La Ishaqbini Hirola Community Conservancy, una rete di clan somali creata nel 1996 per la protezione delle specie locali, sta tentando di realizzare un santuario naturale per proteggere gli ultimi esemplari di hirola ancora in circolazione.
Qualche anno fa è stata creata un'area protetta di 3.200 ettari costanemente sorvegliata dai clan del network, per evitare che predatori e bracconieri possano accelerare l'estinzione della specie. Il problema è che ogni sforzo fatto finora non ha portato alcun risultato: nel 2010, solo i grandi predatori africani hanno causato un declino del 15% della popolazione di queste antilopi.
Il nuovo santuario verrà realizzato in un'area di 2.400 ettari ricavata all'interno del parco naturale già esistente, e protetta da una rete anti-predatori in grado di fornire protezione agli hirola durante i momenti più delicati della loro esistenza, come l'accoppiamento o l'allevamento dei cuccioli.
Gli sforzi dei conservazionisti non si concentrano soltanto sulla protezione degli ultimi hirola esistenti, ma anche sull'aumento del loro numero. Ma tentativo di far riprodurre gli queste antilopi in cattività non ha finora dato risultati dopo circa 50 anni.
Lo spostamento della specie in altre aree, come il trasloco di 10-20 hirola allo Tsavo East National Park nel 1953, ha dimostrato quanto siano delicati questi animali: quasi tutti gli esemplari sono morti nel corso di pochi anni per via di problemi nell'adattamento al nuovo habitat.
"Non credo che la sola conservazione della specie possa salvare gli hirola" sostiene Yakub Dahiye, ricercatore del National Museums of Kenya che per anni si è dedicato alla ricerca sugli hirola.
Non solo l'habitat degli hirola tende a diminuire progressivamente man mano che l'uomo occupa le regioni in cui queste antilopi trascorrevano la stagione secca, ma è sorta una competizione per le risorse con il bestiame domestico. Pecore, capre e vacche occupano la stessa nicchia alimentare degli hirola, e le risorse idriche e alimentari delle pianure africane non sono di certo illimitate.
Se gli hirola sopravviveranno o meno all'estinzione lo scopriremo nei prossimi anni. Ma la sparizione di queste antilopi potrebbe rappresentare un'enorme perdita per la scienza: sono l'ultima specie rimanente della loro famiglia e del loro genere, un ramo del regno animale che potrebbe riservare sorprese se solo lo si potesse studiare a fondo e per un tempo sufficientemente lungo.
Entire Mammal Genus on Brink of Extinction