Interplanetary – La guerra dei mondi

Da Videogiochi @ZGiochi
di Matteo "The_Unk" Lusso

Interplanetary è uno strategico a turni sviluppato da Team Jolly Roger che si basa su un’idea molto originale, dimenticate le battaglie a turni della serie Civilization in un’unica mappa, stavolta a combattere è un intero sistema solare in cui siamo a capo di un pianeta pronto a dar battaglia a tutti gli altri. Dopo l’ormai consueto periodo trascorso fra i titoli Early Access di Steam, è stato alla fine rilasciato nella sua versione finale che andremo ora a recensire nel dettaglio.

Pianeta scaccia pianeta

La partita inizia in un mondo casuale del sistema solare, che verrà automaticamente generato una volta scelto il numero delle civiltà che prenderanno parte alla guerra extra planetaria. La generazione del sistema solare risulta abbastanza semplice: ogni civiltà avrà il suo pianeta posto ad una differente distanza dal sole, assieme ad altri pianeti disabitati, e ognuno ruoterà in senso orario oppure antiorario e a velocità differente attorno al sole secondo un’orbita circolare, rendendo ogni pianeta equidistante dall’altro. Questa rappresentazione del sistema solare ha però il difetto di apparire poco realistica e in parte anche monotona, ma si tratta di una semplificazione necessaria per mantenere una partita equilibrata perché si eviti la spiacevole situazione in cui un pianeta rimanga più lontano rispetto agli altri e che darebbe un vantaggio al giocatore o all’IA che non dovrebbe preoccuparsi di eventuali attacchi, soprattutto nelle fasi iniziali del conflitto.

Poiché l’intero scopo del gioco si basa sull’annientamento dei nemici e non sulla conquista, durante tutta la partita non dobbiamo quindi conquistare gli altri pianeti, ma distruggerli. Infatti non sono presenti unità come navicelle spaziali per poter attaccare gli altri, ma dobbiamo invece fare molta attenzione a come utilizziamo le risorse del nostro pianeta. Le due risorse fondamentali sono l’energia e i minerali che vengono prodotti ed estratti ad ogni turno. Queste ci permettono di mettere in costruzione diversi edifici offensivi, difensivi o di ricerca assieme alle centrali solari, per aumentare le produzione di energia e le miniere. Ogni edificio per poter funzionare ha bisogno di essere collegato ad una fonte di energia, tale sistema pur essendo piuttosto rudimentale, funziona bene. Una linea di colore che varia dal verde al rosso indicherà a quale fonte di energia è collegato l’edificio in questione e se riceve abbastanza corrente. Ciò si traduce in un posizionamento delle strutture che deve essere ragionato e non del tutto casuale. Ed è qui che Interplanetary mostra il suo aspetto più interessante. Infatti per attaccare i nemici possiamo solamente bombardarli durante la seconda fase del turno in cui, se abbiamo già costruito almeno un cannone a rotaia, possiamo liberamente decidere la traiettoria e cercare di colpire un altro pianeta. All’inizio sarà molto difficile colpire i pianeti più lontani dato che a fine turno verrà simulata la rotazione dei pianeti intorno al sole e a se stessi, inoltre non conosciamo la posizione delle cinque città e strutture presenti nei pianeti nemici, quindi anche se un colpo andasse a segno non sapremo avremo la certezza di aver danneggiato l’avversario oppure no.

Una guerra più che mondiale

Tuttavia le cinque città di ogni pianeta, che non possono essere fondate liberamente, ma verranno posizionate casualmente all’inizio della partita, produrranno, assieme ad altre strutture, una terza risorsa: la conoscenza, che, oltre a servire per alcune costruzioni risulta fondamentale per migliorare il nostro skill tree contenente 26 differenti abilità. Ogni abilità migliora le nostre capacità offensive, difensive o di spionaggio. Si può migliorare la guida dei missili e decidere quale punto del pianeta nemico colpire, sbloccare strutture che ci permettano di scoprire l’ubicazione delle città e strutture nemiche o scudi difensivi con cui mitigare l’impatto di un proiettile nemico, fino alla possibilità di utilizzare asteroidi da lanciare contro i pianeti nemici. A ciò si aggiunge la possibilità di specializzare ogni città e struttura che ci permette di renderle maggiormente invisibili ai radar nemici oppure potenziare la produzione di minerali od elettricità rendendo però la struttura più visibile agli altri. Pur non esagerando col numero di abilità offerte, a livello tattico, il gameplay di Interplanetary risulta ben studiato, stratificato e complesso, oltre che divertente se giocato online con 8 giocatori – il numero di giocatori, umani o IA, può variare da 2 ad 8 a seconda delle nostre preferenze – nonostante a prima vista possa apparire piuttosto semplice. Il difetto maggiore di Interplanetary è la mancanza di casualità, quindi il giocatore con l’economia migliore difficilmente si troverà in difficoltà nei turni successivi, soprattutto se iniziamo una lotta senza quartiere con un solo pianeta, lasciando agli altri la possibilità di crescere in tranquillità.

Infine per quanto riguarda l’aspetto grafico, non gridiamo al miracolo. Il sistema solare non è nulla di speciale e non sono presenti effetti particellari o di luce particolari e anche ingrandendo la visuale sul pianeta questi ultimi risultano piatti, senza montagne o depressioni, perlomeno le texture e la posizione delle terre emerse e degli oceani risultano diverse da pianeta a pianeta, garantendo una certa varietà. Infine per tutta la partita verremo accompagnati da diverse musiche che ben si sposano col contesto senza mai risultare fastidiose. Mentre per quanto riguarda i problemi riscontrati durante la nostra prova è bene sottolineare come il gioco sia andato in crash alla fine di diversi turni, problema che necessità di una patch correttiva dato che dopo qualche ora di gioco perdere tutti i progressi non è l’ideale, visto che le partite, come ogni strategico a turni che si rispetti, possono durare a lungo.


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