Interpuerto, Arequipa

Da Dbellucci

Qui basta attraversare una strada e ti trovi in un altro mondo, anche se l’altro mondo e´cautamente nascosto dietro i vetri azzurrati. Mi trovo alla stazione di Arequipa, a comprare un paio di biglietti per Paracas, direzione Lima. Ci sono 70 sportelli e ognuno ha un prezzo diverso, cosi’  ci vuole mezz’ora per capire chi vale cosa, evitando con gentilezza i vari procacciatori di autobus. Arrivo in una certa agenzia che poi si scopre essere la piu´elegante, l’insuperable, come mi trovero´ scritto sul biglietto. Spara un prezzo assurdo, poi lo taglia, poi li ricuce, poi salta fuori che rientro all’interno degli ultimi posti in offerta speciale se parto subito. Chiaro, dico io: parto anche adesso, sono qui per partire. Adesso? mi chiede la tipa. Il tempo di passare dal cesso. Ma il cesso e´anche sull’autobus. Insomma, tagliando corto accettiamo e qui cambia il mondo. La signorina, sorridente disponibile, mi di dice che l’autobus non parte da li’. E io: mi hai fregato. E lei: parte dall’Interpuerto. Che cos’e´? Una base spaziale? No, dice. I nostri autobus non partono mica da qui. E indica dove sono io, cioe´ la stazione centrale. Ok. Come si arriva all’aeroporto? Interporto. Ok, come si arriva? E lei: dall’altra parte della strada, segui la gente.  Cosi’ usciamo ed entriamo nell’interpuerto. C’e´un bel cartello, grande, che infonde sicurezza: Benvenuti all’Interporto di Arequipa, la citta´Bianca.

All’interpuerto c’e`la filodiffusione con i Greenday al posto del Duo Andauaylas.

C’e´l’ufficio informazione con due tipe truccate che parlano la lingue straniere.

Il bancomat si chiama bancomat e non cajero automatico e tra le lingue straniere e`presente l’Italiano, ma la commissione e’ piu’ alta.

C’e` una profumeria e nella profumeria vendono gli assorbenti e soprattutto – dice la Giorgia – gli assorbenti interni.

Ci sono due bar con le piezzette e le paste al for di latte delle Tre Marie.

C’e´una connessione internet dove sono ora a prezzo stracciato.

La gente non ha le trecce, non trasporta cose, non si muove, resta seduta leggendo un libro o fumando sigarette nell’area fumatori, i bambini vanno per la manina con la mamma, i poliziotti ti guardano e sanno riconoscere al volo se meriti l’Interpuerto o il purgatorio. Non c’e´colore, e`tutto bianco, bianchissimo come l’eternita´ in un sogno, ti specchi per terra e i vetri sono azzurrati, in modo di fuori si vede come in un sogno, tutto evanescente.

Esco.

La gente trasporta cose in spalla nei grossi panni colorati.

Entro.

La gente non trasporta cose.

Tutti fermi. Immobili.

Ecco la differenza. Tutti fermi, tutti immobili.

Ora vado che se no perdo l’autobus che non aspetta nessuno, come da noi.



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