Magazine Cinema
(id.)
di Christopher Nolan (Usa, 2014)
con Matthew McCounaughey, Anne Hathaway, Michael Caine, Jessica Chastain, John Lithgow, Mackenzie Foy, Wes Bentley, Casey Affleck, David Gyasi, Ellen Burstyn, Matt Damon
durata: 168 min.
★★★☆☆
Quando nel 1997 Robert Zemeckis girò Contact, nessuno dei critici all'epoca gridò al miracolo. Fantascienza blockbuster si disse, e venne ben presto archiviato: eppure Contact, tratto dall'omonimo racconto dello scienziato Carl Sagan, per il sottoscritto resta uno dei titoli più belli e sottovalutati della sci-fi contemporanea. Ma lasciamo stare, non volevo parlare di questo... statemi a sentire però, c'è una scena emblematica in Contact: la giovane studiosa Jodie Foster si appresta a partire per lo spazio allo scopo di incontrare una comunità aliena intelligente. Il suo partner le regala una bussola, dicendole che 'lassù' potrebbe tornargli utile... e in effetti le servirà davvero!
Diciassette anni dopo, in Interstellar, un padre regala il suo orologio alla figlia prima di partire per un difficile viaggio attraverso il cosmo: inutile dire che quell'orologio avrà un ruolo molto importante nel corso della storia. Stessa identica scena. E indovinate un po' chi era, in entrambe le circostanze, il protagonista maschile? E' inutile che vi dica il nome...
Coincidenze? Casualità? Conoscendo il perfezionismo di Nolan ci credo poco. E allora mi basta fare una velocissima ricerca su Google per scoprire che, guardacaso, l'autore del soggetto di Interstellar è lo stesso Kip Thorne, il fisico americano che fece da supervisore tecnico al film di Zemeckis. E il cerchio si chiude. E così mi spiego perchè la prima parte di Interstellar è davvero molto, molto simile a quella di Contact: c'è una bambina sveglia che riesce a comunicare con lo spazio profondo, c'è un padre vedovo che si arrabatta per tirare avanti la famiglia, c'è una misteriosa entità aliena che ha aperto una specie di 'salvacondotto' temporale verso l'iperspazio per consentire all'umanità affamata di superare le grandi distanze astronomiche e migrare su nuovi mondi (qui li chiamano 'wormhole', in Contact era un'astronave i cui progetti di costruzione venivano inviati attraverso una sonda). C'è, soprattutto, un rapporto inscindibile tra un padre e una figlia lontanissimi, e c'è una struttura circolare che è clamorosamente uguale ai due film: senza spoilerare, vi dico di prestare molta attenzione alle scene iniziali, perchè alla fine dopo tre ore sarete di nuovo lì...
Ma mentre la trama di Contact proseguiva poi verso una bella analisi sociologica (e allo stesso momento romantica e sognatrice) delle possibili implicazioni di un incontro con i nuovi 'inquilini', Interstellar vira verso lidi ben più ambiziosi: Nolan tenta di riscrivere a modo suo il concetto di fantascienza 'umanista' e filosofica, provando a coniugare il pragmatismo scientifico con la propria personale visione del futuro. Un futuro dove secondo il regista gli uomini potranno cavarsela solo riscoprendo i rapporti affettivi, i legami di sangue, maturando la fiducia verso il prossimo. Una concezione 'illuminista' che merita tutto il rispetto possibile, e che indubbiamente ci sorprende se pensiamo alla filmografia pregressa di Nolan, di certo tutt'altro che sentimentalmente emozionante (almeno per chi scrive). Succede però che nel corso dei 168 lunghissimi minuti di pellicola, tutto quanto c'è di emozionante e struggente (e senza dubbio ci sono momenti toccanti, eccome) viene diluito e anestetizzato da estenuanti disquisizioni tecnico-scientifiche che mettono a dura prova la pazienza dello spettatore. Come se il regista volesse preventivamente mettersi al riparo da un'accusa di scarsa veridicità che chi fa fantascienza (lo dice il nome stesso) non dovrebbe nemmeno prendere in considerazione... tutti i grandi classici del passato, infatti, a partire dal citatissimo 2001: Odissea nello spazio, non si ponevano affatto il problema delle spiegazioni: anzi, proprio la mancanza di esse rendeva questi film affascinanti e inclassificabili!
Interstellar è un film 'esagerato' (nel senso buono del termine), bulimico, visivamente spettacolare, dove i quasi 200 milioni di dollari spesi si vedono davvero tutti (e non era affatto scontato) con alcune sequenze da antologia (la lotta contro le onde gigantesche, il corpo a corpo tra Matt Damon e McCounaughey tra le montagne di ghiaccio) che però male si amalgamano con l'ossatura prevalentemente 'romantica' e umorale della pellicola. Il problema è che non si capisce bene quale sia il vero scopo di Nolan: dimostrare che 'l'amore è l'unica cosa che trascende dal tempo e dallo spazio?' Ok, peccato però che l'intensità emotiva del film quasi mai prenda il sopravvento (c'era riuscito meglio Fincher ne Il curioso caso di Benjamin Button). Oppure far vedere, come (quasi) sempre, di essere uno specialista delle trame parallele? Oppure, ancora, rappresentare una propria visione del futuro basata esclusivamente sull'essere umano e sulle sue capacità di adattamento? Può anche darsi, ci sta benissimo, che sia io a non aver capito nulla... ma resta il fatto, oggettivo, che Interstellar sia un'opera discontinua, poco malleabile, che alterna momenti epici a scene di imbarazzante ingenuità. Nolan ci spiega tutto, fa commuovere, fa trepidare, fa gioire, fa discutere: io però tutta questa filosofia non ce l'ho vista, se non quella che 'l'amor move il sole e le altre stelle', come diceva Dante. Un po' pochino.
Intendiamoci: il film merita la visione. E certe sequenze, come detto. da sole valgono il prezzo del biglietto.
Ma, per favore, Kubrick lasciamolo stare.
Interstellar non cambierà la storia del cinema, neppure di quello di fantascienza. Però tutti ne parleranno, lo sezioneranno, lo analizzeranno come un vero fenomeno mediatico. Merito di un regista ambizioso e poco incline ai compromessi che è stato bravissimo a costruirsi un'immagine da 'guru'. E che, ci mancherebbe, aldilà del gusto personale sa muovere da Dio la cinepresa. E magari, vedendo Interstellar, qualcuno andrà anche a recuperare il film meno fortunato di Zemeckis, giusto per curiosità.
E magari si accorgerà che Contact era molto più bello...
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