Il film più atteso del 2014, la nuova opera di Christopher Nolan: Interstellar era considerato da molti come la sfida più ardua, il traguardo da raggiungere per il regista britannico per consacrarsi nel panorama internazionale. E Nolan conquista l’obiettivo, regalandoci un capolavoro immenso, un film che supera i confini dello spazio e del tempo e sarà un riferimento per i prossimi decenni nel genere di fantascienza e nel Cinema in generale.
Un futuro drammatico per l’Umanità: le premesse di Interstellar
«Questo mondo è una ricchezza, ma è da un pezzo che ci sta dicendo di andarcene». La riflessione di Cooper (Matthew McConaughey) è più che mai adatta per capire in che situazione si trova l’umanità intera nella prima parte di Interstellar. In un futuro imprecisato, vediamo un mondo nel quale un improvviso cambiamento climatico ha ridotto al minimo le coltivazioni e le scorte alimentari in genere. Solo il mais sembra l’unica fonte possibile di approvvigionamento, e lo stesso Cooper, ingegnere e pilota spaziale, si è dedicato alla vita rurale. Ma anche il mais è destinato a scomparire: le future generazioni sulla Terra potrebbero non avere più da mangiare. Inoltre le continue tempeste di sabbia rendono irrespirabile l’aria e riempiono di polvere le case; non sembrano esistere neppure più le città, ma solo tante piccole comunità come nel West del XIX secolo. Vi è una sensazione di attesa infinita alla ricerca di una soluzione per un avvenire che però appare segnato negativamente per la popolazione intera del nostro Pianeta. Cooper vorrebbe trovarla. Ha la sensazione di essere destinato a qualcosa di più importante, o comunque di avere la capacità di agire in concreto. Ma non sa come, e non sa quando. Il suocero Donald (John Litgow) lo comprende e sa che è così, ma sa anche che Cooper è il riferimento dei suoi figli, la piccola Murph (Mackenzie Foy) e il maggiore dei due, Tom (Timothée Chalamet). In particolare Murph è piena d’iniziativa, legge studia i libri di teorie scientifiche, ha una navicella spaziale in miniatura che tiene sempre vicinissima. E’ affascinata dalla figura del padre.
Ma il destino è lì, dietro l’angolo. Più vicino di quanto Cooper possa pensare. Presto dovrà lasciare la vita agricola per indossare di nuovo la tuta spaziale.
«Non siamo destinati a salvare il Mondo. Siamo destinati ad abbandonarlo».
E ancora: «Non c’è niente nel nostro Sistema Solare che possa aiutarci». E’ quanto spiega il professor Brand (Michael Caine) a Cooper, e ovvero che la speranza per l’umanità non è sulla Terra ma al di fuori di essa. E non basta viaggiare alla scoperta dei Pianeti del nostro sistema, occorre assolutamente spingersi oltre. Ma come? «Dobbiamo affrontare la realtà del viaggio interstellare». Ed è questa la difficile missione che è chiamato ad affrontare Cooper insieme ad Amelia Brand (Anne Hathaway), figlia del professore, Romilly (David Gyasi) e Doyle (Wes Bentley) a bordo dell’Endurance, per trovare nuovi pianeti abitabili.
La creazione di un film perfetto
Interstellar era un progetto che in origine avrebbe dovuto avere Steven Spielberg come vertice, e già nel 2007 a Jonathan Nolan era stato affidato il lavoro di sceneggiatura. Alla base di tutto c’è un trattato del fisico Kip Thorne (Professore di fisica teorica al California Institute of Technology) sulla possibilità di viaggiare tra vari sistemi solari attraverso un wormhole, vale a dire una galleria spazio-temporale, a velocità persino maggiore rispetto a quella della luce. A inizio 2013, la Warner Bros. Pictures e la Paramount decidono di assegnare il film a Christopher Nolan, che accetta l’incarico, dopo i grandi successi ottenuti con The Prestige, Inception e la Trilogia del Cavaliere Oscuro. Mettendosi al lavoro con il fratello e con Thorne, il regista riscrive in buona parte lo script, adattandolo alle sue idee.
Portare gli spettatori oltre lo spazio e il tempo a noi conosciuti. In un progetto estremamente difficile è questo il punto forse più complesso da sviluppare, ed è la sfida che Chris Nolan raccoglie e affronta.
Esplorare il nostro Sistema Solare è già un’impresa destinata a pochi essere umani, ma andare oltre esso è qualcosa di inimmaginabile. Realmente mai accaduto: in Interstellar diventa possibile. Solo un pilota esperto come Cooper può mettersi alla guida di una nave spaziale che si va ad immergere letteralmente negli abissi dell’Universo, viaggiando a velocità incredibili e percorrendo distanze siderali, finendo in altre galassie parallele nelle quali il concetto di tempo è stravolto rispetto alla Terra. Ogni azione di pochi minuti potrebbe rappresentare lo scorrere di mesi sul nostro Pianeta, e lo sa Cooper, angosciato dall’aver lasciato i propri figli e rischiando di non vederli crescere. Neppure l’idea di essere lassù per dare una speranza all’umanità lo consola pienamente: il suo destino è di esplorare lo spazio e l’ignoto, ma l’affetto per la sua famiglia, in particolare la piccola Murph, lo tiene con la mente rivolta alla Terra. Da un pianeta all’altro, l’esplorazione dell’Endurance è un viaggio forse senza ritorno. Con il team i due robot TARS e CASE controllano e aiutano i coraggiosi astronauti. Ma, a differenza del celebre HAL 9000 di kubrickiana memoria, saranno pronti a sacrificare sé stessi per gli esseri umani.
Un’opera fondamentale per i prossimi anni
Forse esagero. Ma forse no. Dopo aver visto il film ho avuto la sensazione di aver vissuto un’esperienza unica, come mai prima al Cinema. Christopher Nolan ci ha chiesto di andargli incontro, affinché possiamo salire anche noi a bordo dell’Endurance. E così, almeno per me, è accaduto.
Sta qui la forza principale di Interstellar: il coraggio di osare, senza aver paura di andare contro le teorie già acquisite. Ed il primo a rendersene conto, nel film, è proprio Cooper. Il protagonista (SPOILER!) compirà il passo decisivo verso la quinta dimensione, all’interno della quale passato, presente e futuro si incrociano. Per Cooper sarà necessario varcare l’ingresso di Gargantua, un’enorme buco nero che contribuisce ad accelerare ulteriormente il tempo. Ma le risposte che servono sono proprio lì dentro. Non dirò oltre!
Interstellar è, a mio avviso, un film destinato a cambiare il Cinema del futuro. O, quantomeno, a cambiare il modo di fare Cinema.
Christopher Nolan riesce ad emozionare e a coinvolgere come pochi altri autori in questo momento. La sua nuova opera ci suggerisce di immaginare oltre la nostra conoscenza, di provare ad andare oltre i nostri limiti, a cercare di comprendere l’ignoto e a trovare una speranza per un futuro migliore. Interstellar abbatte tutti i confini e Nolan propone risposte che nessuno al Cinema aveva mai tentato di dare, ed è anche un invito per altri autori a osare, dato che spesso vengono frenati nei tentativi dalla poca voglia di investire in progetti innovativi da parte delle medie e grandi produzioni, in particolare negli ultimi anni. E quant’è attuale il tema della Terra che, troppo sfruttata dall’Uomo, non è più in grado di sostenere la sua popolazione. Nel film non si fa riferimento a una data precisa: ma siamo certi che sarà un giorno così distante da ora? Senza voler fare troppi paragoni con i grandi film di Fantascienza del passato, Interstellar è certamente il più potente e maestoso del nuovo millennio.
E c’è anche una fondamentale componente drammatica, emotiva, nella partenza di un padre verso lo spazio e una figlia di 10 anni che, seppur dotata di un’intelligenza particolare, non può pienamente comprendere perché lui la “lascia” sulla Terra, senza sapere se e quando tornerà. «Ti voglio bene per sempre, Murph». Lacrime. Piange, la piccola Murph: interpretata dalla giovane rivelazione Mackenzie Foy, che diverrà l’adulta Murph, attraverso la meravigliosa Jessica Chastain, perfetta anche stavolta.
Matthew McConaughey, dopo l’Oscar per Dallas Buyers Club, sfodera un’altra interpretazione eccezionale. A proprio agio nel ruolo di Cooper, un personaggio che ha fatto suo con grande talento e classe. Decisa, forte ma anche sensibile è invece l’Amelia di Anne Hathaway, ed anche l’interprete Premio Oscar per Les Misérables si conferma una delle attrici più complete nel panorama internazionale, alla sua seconda collaborazione con Nolan.
E’ pieno di silenzi, nello spazio immenso, Interstellar. E la musica eterea, toccante e potente di Hans Zimmer lo riempie e lo completa, con le vibrazioni del suono dell’organo a scandire i momenti più emozionanti. Con la fotografia perfetta di Hoyte Van Hoytema, le sequenze dentro il profondo Universo restano scolpite per sempre nella mente, grazie alla visione straordinaria di Christopher Nolan che dirige con il suo enorme talento un film che in alcune sequenze è da antologia del Cinema. Nolan vede dove noi non riusciamo ad arrivare, ci mostra ciò che noi non potevamo che immaginare, ci presenta altre dimensioni e galassie come nessuno aveva mai fatto. Ambizioso e determinato. E con un utilizzo degli effetti speciali i più realistici possibile, con ricostruzioni in studio e l’assenza di grafica computerizzata. Unico.
La grandezza di Interstellar non può essere compresa in pieno adesso. E’ un film capolavoro destinato alla storia del Cinema e soltanto tra qualche anno, guardandolo ancora, capiremo che esperienza abbiamo vissuto.
La Scheda del film
Interstellar, regia di Christopher Nolan – USA, Gran Bretagna 2014 – Fantascienza, Drammatico
con Matthew McConaughey (Cooper), Anne Hathaway (Amelia Brand), Jessica Chastain (Murph adulta), Michael Caine (professore Brand), Mackenzie Foy (Murph a 10 anni), Casey Affleck (Tom adulto), John Lithgow (Donald), Wes Bentley (Doyle), Ellen Burstyn (Murph anziana), David Gyasi (Romilly), Timothée Chalamet (Tom a 15 anni), David Oyelowo (Preside della scuola), Collette Wolfe (Ms. Hanley)
Soggetto e Sceneggiatura: Christopher Nolan, Jonathan Nolan, con le basi scientifiche di Kip Thorne
Fotografia: Hoyte Van Hoytema
Montaggio: Lee Smith
Scenografia: Nathan Crowley
Musica: Hans Zimmer
Costumi: Mary Zophres
Prodotto da Warner Bros. Pictures, Paramount, Syncopy, Legendary per Warner Bros. Italia, in pellicola e digitale, colore, 169′
Qui un nuovo trailer della Warner Bros. Pictures, con le musiche di Hans Zimmer, verso gli Oscars 2015. Eccezionale.
E qui uno dei brani più emozionanti della colonna sonora.
Giuseppe Causarano