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Intervento del Presidente Monti in Commissione Industria al Senato sugli emendamenti del Governo all'Ici (Imu) per la chiesa e le scuole. In sostanza, ribadisce Monti, facciamo nostra una giurisprudenza che afferma“non rileva l’attività indicata nello statuto dell’ente, ma l’attività effettivamente svolta negli immobili”, nonché “la sussistenza del requisito oggettivo – che in base ai principi generali è onere del contribuente dimostrare – non può essere desunta esclusivamente sulla base di documenti che attestino a priori il tipo di attività cui l’immobile è destinato, occorrendo invece verificare che tale attività, pur rientrante tra quelle esenti, non sia svolta, in concreto, con le modalità di un’attività commerciale”
In pratica, non importa se nel tuo statuto c'è scritto che sei un ente no-profit ma nei fatti realizzi un'attività commerciale. Conta quello che realmente fai. E devo dire che non fa una piega. Resta da vedere come si riuscirà a definire esattamente che
L’organizzazione dell’ente - anche con specifico riferimento ai contributi chiesti alle famiglie, alla pubblicità del bilancio, alle caratteristiche delle strutture - sia tale da preservare senza alcun dubbio la finalità non lucrativa ed eventuali avanzi non rappresentino profitto, ma sostegno direttamente correlato ed esclusivamente destinato alla gestione dell’attività didattica.Come si fa a stabilire che gli utili di una società non costituiscono profitto, solo perchè vengono reinvestiti? E ha importanza dove vengono reinvestiti e quanto l'istituto chiede come contributo ai genitori? Problemi non semplicissimi e infatti Monti si affretta a precisare che
Fermo restando che la definizione dettagliata degli aspetti più particolari è demandata ad un successivo decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze.Qui il testo integrale dell'intervento di Monti.