Dopo la pubblicazione del mio intervento di dissenso circa le tesi in difesa dell'agricoltura del collega Sandroni il collega Antonio Miccoli mi ha scritto quanto segue:
Ho una particolare avversione a trattare, o semplicemente commentare, argomenti di natura tecnica e agronomica sui diversi blog che forniscono in poche battute distillati di verità quando, invece, la realtà è sempre complessa e deve essere approfondita avendo come scopo il benessere della propria comunità e dell'intera umanità. Mi dispiace tanto che un blog, che si presenta come un centro di studi agronomici, con poche battute, travisi profondamente l'articolo del collega agronomo Sandroni che, a mio giudizio, evidenzia,con prosa fiorita, la cinica incoerenza del 97% della popolazione inurbata che con le sue attività consuma ed inquina in modo abnorme e non minimamente comparabile rispetto agli i.agricoli che si dedicano alla coltivazione dei campi con lo scopo di sfamare il mondo e ricavarne un reddito dignitoso. Quanto poi al facile e antiscientifico pregiudizio di demonizzare la chimica in generale ed i pesticidi, con il 97% di facile consenso di cui sopra (si chiamano prodotti fitosanitari e servono a difendere le colture dalle avversità biotiche così come gli antibiotici non sono pesticidi dell'industria chimico-farmaceutica ma servono a salvare vite umane)qui si aprirebbe un dibattito in assenza di spazio. Affermo solo che la crescita esponenziale della popolazione mondiale richiede all'agricoltura quantità sempre maggiori di prodotti alimentari che non si producono con bucolici mezzi tecnici naturali e, magari, integrati con la chiamata in causa di entità sovrannaturali come si è fatto sino al XIX secolo. Il concetto di lotta e "produzione integrata" lo ha mirabilmente espresso la FAO, già nel 1968:" Sistema di regolazione della popolazione degli organismi dannosi che, nel contesto dell'ambiente in cui si opera e della dinamica della popolazione, coinvolga TUTTE le tecniche ed i metodi appropriati nel modo compatibile a mantenere le popolazioni a livelli cui essi non compatibile a mantenere le popolazioni a livelli cui essi non causino danno economico". Quindi difesa delle colture con la lotta integrata che, con mezzi chimici, biologici, agronomici, fisici e genetici, controlla le avversità delle piante con un approccio d'insieme, salvaguardando l'operatore, il consumatore e l'ambiente. A meno che non si è convinti che si possa sfamare il mondo con germogli di soia allevati al buio per ottenere l'eziolamento e spacciarli per "prodotti biologici" sani, nutrienti e mortali ! Dr.agr. Antonio Miccoli