Go Dugong è il progetto musicale solita di Giulio Fonseca, talentuoso emergente italiano che produce sounds caratterizzati da un’ elettronica gentile molto vicino alla vaporwave.
Il suo EP, WAS, piace così tanto a questo blog che non ha saputo resistere e ha importunato Giulio affinché rilasciasse un’ intervista.
- Ciao Giulio, grazie per questa intervista! Il tuo EP, WAS, è di certo uno dei lavori più amati di questo blog; per tale motivo sono molto contenta di poter approfondire la conoscenza del tuo progetto musicale. Go DuGong è un nome eccentrico che fa riferimento ad un animale – il dugongo- bruttino e goffo: nell’ intervista pubblicata su Rockit, affermi che la scelta del nome è dovuta proprio al fattore estetico oltre che sonoro. A questo punto vorrei domandarti: cosa, per te, è la bellezza? E, nella musica, quando reputi una canzone, tua o di altri artisti, bella?
Su Rockit scherzavo, in realtà il dugongo è un animale bellissimo.
Adesso non insistiamo con sta storia sennò poi si sparge la voce e tutti pensano che sono bruttoComunque per rispondere alla tua domanda, la bellezza per me è qualcosa che solletica i sensi e conferisce una sensazione di piacere… alla vista, all’udito, ecc…Anche quando ascolto una canzone è così. Anche se quando si parla di musica, per quanto mi riguarda, si va più in profondità. Una canzone può avvolgermi completamente e andare dritta al cuore…e poi te la ricordi per sempre.
- La musica elettronica è in genere snobbata da molti cultori della musica “impegnata”, un po’ per posa, un po’ per reale disinteresse. In che modo li convinceresti costoro che il suddetto genere musicale non è da sottovalutare? Cosa diresti a chi si rifiuta categoricamente anche solo di ascoltare un pezzo di musica elettronica per convincerlo a dare una possibilità?
Non credo che la musica elettronica sia snobbata, anzi forse mai come in questo momento è apprezzata e riconosciuta. Forse c’è qualcuno che pensa che premere dei bottoni non sia come suonare una chitarra o una batteria. Chi la pensa così credo abbia una visione un po’ arcaica e limitata della musica. Qualsiasi cosa che emetta un suono è da considerarsi come un possibile “strumento”.
- Ricordi il momento in cui hai desiderato cimentarti anche tu nella composizione musicale? Quando è accaduto? Quale è stato l’input?
Ho cominciato a 16 anni con un amiga 600. Stufo dei videogiochi ho cominciato ad usare Pro Tracker che è un sequencer dell’età della pietra. Mi ricordo che volevo fare delle basi hip hop ma mi uscivano cose completamente diverse. Non è cambiato molto da allora….ahahahah. Da quei giorni non ho mai smesso di fare musica passando attraverso vari generi musicali, dall’elettronica al post rock fino ad arrivare all’indie rock. Il mio vero amore però sono sempre state le macchine e la musica elettronica quindi da un paio di anni sono ritornato alle origini. Di sicuro l’aver visto alcuni live set del genere e la scoperta di alcuni nuovi controller e software sono stati un grosso stimolo per la nascita di questo progetto.
- Il tipo di musica che proponi è esattamente quella che ti eri prefissato all’ inizio del tuo percorso musicale? Il risultato raggiunto col tuo ep – bellissimo – WAS, è quello sperato?
No, sono partito con un’idea abbastanza diversa da quello che faccio ora. Quando ho cominciato a fare pezzi come Go Dugong è come se avessi ricominciato tutto da capo. Ho cominciato un percorso che è destinato ad evolversi e a cambiare e chissà dove porterà.
WAS sono pezzi che avevo in archivio da un po’di tempo che quasi non volevo far uscire perché sono abbastanza diversi da quello che sto suonando ultimamente. Alla fine alcuni amici che lo hanno ascoltato mi hanno convinto e ho deciso di regalarlo in free download, un po’ come chiudere un capitolo. “Was” è quello che ero… spero di farvi sentire presto il materiale su cui sto lavorando che è un pochino diverso da quello ascoltato fino ad ora.- Supponi che il tuo EP possa essere migliorato? Ed in che modo intendi procedere?
Credo che il suono possa ancora migliorare, si. Per questo serve studio, pratica e magari qualche soldino per comprarmi dell’attrezzatura più professionale.
- Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere un percorso musicale? (come iniziare, cosa studiare, da cosa lasciarsi ispirare, come prendere confidenza con gli strumenti del mestiere).
Consiglierei di essere più aperti possibili e di non porsi limiti. E’possibile fare musica con qualsiasi strumento, e non è nemmeno fondamentale la tecnica. Le belle idee sono il grosso del lavoro. E’fondamentale la curiosità, ascoltare tanta musica e tanta musica diversa.
- Che emozioni vorresti suscitare in chi ascolta la tua musica?
E’ difficile rispondere a questa domanda perché dipende dal pezzo e dipende dal mood che ho quando compongo. A volte mi vengono pezzi più ballabili e “facili” mentre altre volte preferisco cose più “smooth” e avvolgenti. Raramente faccio pezzi tristi o cupi. Di solito prediligo atmosfere dal sapore più “agrodolce” o qualcosa più simile a generi come il soul e il funk.
- Qual è il più grande obiettivo che ti sei prefissato riguardo la tua carriera musicale?
I miei obiettivi cambiano con il passare del tempo. Quando ho cominciato avevo piccoli grandi obiettivi che penso di aver raggiunto totalmente o in parte. Il mio obiettivo attuale è quello di riuscire ad espandere il mio pubblico anche al di fuori dell’Italia con la possibilità di fare più concerti all’estero. Spero di raggiungere questo traguardo e prefissarmene degli altri in futuro.
- Quale fattore reputi realmente importante nella composizione musicale (talento, preparazione, capacità di individuare mode)? E da cosa ti fai guidare?
Ovviamente il talento è fondamentale, poi credo ci voglia tanta ricerca sia nelle cose nuove per cercare di capire in anticipo in quali direzioni si muove la musica, sia nelle cose vecchie. Credo sia fondamentale e di grande ispirazione conoscere la storia e da dove certi suoni sono partiti.
Grazie Giulio per questa chiacchierata! Attendiamo con entusiasmo e curiosità il tuo prossimo lavoro!