Ti sposti molto fra l'Europa (l'Italia e la Francia), l'America (New York e Los Angeles), il Giappone, Cina, Turchia. Cosa porti con te quando lasci ognuno di questi posti e che ruolo hanno per te? Il viaggio è la dimensione che preferisco. Tutti i miei viaggi sono sempre legati ai miei progetti. Nella fase iniziale solitamente per scattare le fotografie di quel luogo, poi per presentarle. Quello che porto via da questi luoghi è una borsa di pellicole scattate e la fretta e desiderio di svilupparle per vederne il risultato. Poi quando stampo in camera oscura ogni singola immagine selezionata rivivo quello che ho vissuto in quel luogo. Le città che visito sono punti di partenza per un progetto fotografico specifico di quel luogo, dal quale cerco di trarne l'essenza e tradurla in linguaggio visivo.
Tokyo Untitled e Metropolis sono alcuni dei tuoi progetti che si sono trasformati in libri, i cui scatti sono apparsi sulle pareti bianche di gallerie internazionali. Cosa rappresentano questi due progetti nel tuo lavoro? Metropolis è stata la mia prima pubblicazione. Una serie di immagini scattate durante alcuni viaggi nelle capitali europee alla ricerca della mia passione per la fotografia. E' diventato il catalogo della mia prima mostra a NY alla Leica Gallery. L'interesse per Tokyo è nato dal mio interessamento per la fotografia giapponese; Volevo vedere come il mio occhio, nato e cresciuto in un ambiente occidentale potesse reagire ad una situazione così diversa. Il risultato è stato uno shock culturale di cui ho cercato nel mio libro di trovarne una trama.
Etna, è l'ultima tua serie di scatti diventata ora un libro. Mi poui spiegare come nasce e cosa contraddistingue questo progetto? Etna è nato in modo quasi casuale in quanto mi trovavo in Sicilia per un progetto cancellato poco prima che partisse. Affascinato dall'idea del vulcano, mi sono avventurato sul suo nero deserto per un paio d'ore. Ciò che mi ha fatto estrarre la macchina fotografica dalla borsa è stata la luce. Essendo suolo nero, la luce viene riflessa in modo diverso, e in aggiunta ai fumi e alle nubi, tutto viene ovattato in un silenzio che ti porta all'unisono con la natura sotto di te. E' stato il primo progetto in cui mi sono avvicinato alla natura, e per la prima volta ho lavorato sulla dilatazione degli spazi invece che la compressione, approccio mio solito nello spazio urbano. Etna è diventato un libro, e per la prima volta nella mia produzione è accompagnato da un libretto interno con Sequenza e Fuga a 4,6,8 voci, composizione poetica di Luigi Cerantola, e disco vinile con musica di Claudio Sichel ed esecuzione della poesia del coro MensanaX. Etna diventa quindi un'opera a tre dimensioni unendo fotografia, poesia e musica.
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