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Intervista 2 a I Sognatori Factory Editoriale

Creato il 12 dicembre 2013 da Visionnaire @escrivere
Eccoci qua con la seconda intervista a I Sognatori Factory Editoriale. La prima la trovate qui. Allora, la Factory di Aldo Moscatelli era in procinto di vedere la luce ed eravamo tutti interessati a scoprire di più su questa idea molto insolita e originale nel mondo dell’editoria italiana. Volevamo scoprire i retroscena di questa scelta e capire come sarebbe stata organizzata. Oggi, a distanza di qualche mese dalla sua nascita, vogliamo sapere come vanno le cose, quali sono le soddisfazioni, ma anche le difficoltà incontrate lungo il cammino, e naturalmente tante altre cose.
Ringraziamo Aldo Moscatelli che ha mantenuto la promessa e si è reso disponibile a rispondere anche questa volta a tutte le nostre domande.Intervista 2 a I Sognatori Factory Editoriale
Vi lascio all’intervista, buona lettura!

1. Sin dall’inizio è stato evidente il suo ottimismo nei confronti di questa nuova avventura. È chiaro che se non avesse pensato in modo positivo a questo progetto, probabilmente non lo avrebbe nemmeno fatto partire ma, a distanza di qualche mese, ritiene che le sue aspettative si siano realizzate? O vede ancora molto lavoro da fare?Aldo Moscatelli: Penso che “ottimismo” e “lavoro da fare” siano concetti del tutto conciliabili. Ovviamente le mie aspettative principali non si sono ancora realizzate, nel senso che ho determinati obiettivi in mente e non è roba che puoi concretizzare in cinque mesi. Quindi sì, vedo tanto lavoro da fare con una sana dose di ottimismo, suffragata e alimentata da tanti (piccoli e grandi) eventi di segno positivo. Guai se non fosse così: il lavoro non ci manca perché abbiamo tutti un grande entusiasmo, e quando c’è entusiasmo c’è anche voglia di fare.2. Quando l’abbiamo intervistata la scorsa volta, le selezioni erano appena partite. Ci può raccontare qualcosa su come si sono svolte, sulle difficoltà incontrate (se ci sono state) e anche sulle cose positive che le hanno accompagnate? Il numero di scrittori selezionati finora la soddisfa?

A. M.: Sono talmente proiettato in avanti che, sarò sincero, delle selezioni ricordo poco. Tanta partecipazione, questo sì. Qualche tentativo poco pulito di farsi spazio nella factory, per fortuna individuato in tempo; oggi preferisco giustificare certi errori pensando che alcuni tenessero troppo a farne parte. Ricordo pure qualche polemica di scarso rilievo. Ovviamente preferisco serbare memoria delle cose positive, quindi l’ingresso degli autori che ho attualmente in organico, ma anche le parole di stima arrivate da chi non ce l’ha fatta e continua a seguire la factory attraverso la mailing list, a conferma del fatto che la selezione aveva comunque attirato persone che credevano nel progetto. Il numero di selezionati in origine era più alto, vero; attualmente siamo un’ottantina e direi che va bene così.

3. Sappiamo che alcuni autori, una volta selezionati, si sono tirati fuori. Come mai? In generale si aspetta altre defezioni? E in caso, intende continuare le selezioni a oltranza in modo da mantenere sempre un numero stabile di autori?

A. M.: Guarda, certe defezioni rimangono un mistero anche per me. La maggior parte delle persone che ho dovuto depennare dalla lista è sparita dalla circolazione, nel senso che non rispondeva proprio alle mie mail! Boh, forse non nutriva più interesse nei riguardi del progetto. Certo, potevano pure esplicitarlo prima e meglio… Altri non avevano capito quasi niente della factory, del suo funzionamento e delle sue dinamiche, ragion per cui – una volta all’interno – si sono trovati spaesati. Hanno dimostrato di non aver letto affatto alcune avvertenze e certi miei consigli (segnalati nel sito prima della fase di valutazione), ma pazienza. L’importante è aver diviso le strade con una stretta di mano virtuale. Con altri ancora è maturata presto un’incompatibilità lampante a livello di atteggiamenti e idee, per il bene proprio e del gruppo si è deciso – da persone adulte e civili – di salutarsi anzitempo.
Se mi aspetto altre defezioni? Mi auguro di no, ovvio, tuttavia non dipende da me. Da un lato non posso obbligare qualcuno a restare, dall’altro un autore o un’autrice che non rispetta i ruoli e le regole che ci siamo ritagliati e assegnati… che ci sta a fare nella Factory? A volte ci si incontra ma non ci si prende, accade ogni giorno in ogni parte del mondo, e a tutti i livelli di conoscenza, dal rapporto di lavoro al matrimonio. Dal lavoro ci si può licenziare, e un matrimonio può fallire. Nulla di strano, nulla di drammatico. Tanto più che nel tempo le persone cambiano. Io stesso potrò apparire prima in un modo e poi in un altro, agli occhi dei miei autori, e se qualcuno a un certo punto non dovesse gradire la mia gestione della factory, sarebbe liberissimo di andar via; non voglio insofferenti nel gruppo, dopotutto in Italia ci sono migliaia di case editrici normali cui rivolgersi. Poi se uno mi fa capire che non mi stima in alcun modo (al contrario) ma rimane attaccato alla factory per mero tornaconto personale, a recidere i rapporti intervengo io.
Le selezioni sono chiuse dal 2 ottobre e per tutto il 2013 non verranno inclusi nuovi autori. Il mio obiettivo era ed è quello di gestire un elenco con 100 nomi. Numero tondo. Dubito però di avviare selezioni pubbliche in futuro, probabilmente mi affiderò allo scouting. Comunque non è che alla singola defezione fa seguito l’immediata ricerca di un sostituto, non abbiamo patemi o necessità particolari in proposito. Siamo in meno di cento da circa due mesi, d’altronde, e al momento le cose funzionano bene lo stesso.

4. Se un autore selezionato, che però ha rinunciato a partecipare alla Factory, le chiedesse di nuovo di farne parte lei lo riprenderebbe con sé?

A. M.: Dipende dal modo in cui ci si è salutati. Ad alcuni comunque ho rivelato dove tengo le chiavi della factory, quando vuole può recuperarle e tornare fra noi.

5. Abbiamo sentito alcuni scrittori interessati all’idea della Factory, ma spaventati dal possibile impegno che sarebbe derivato da un’eventuale selezione. Molti lavorano, sono impegnati con gli studi, o magari sono solamente pigri. Quante ore al giorno di impegno richiede la partecipazione alla Factory?

A. M.: All’incirca 18 ore, al momento il sindacato degli scrittori sta trattando con me la possibilità di introdurre una pausa-sigaretta ogni 6 ore…
Ma quali ore al giorno, dai! La factory non è mica una fabbrica dickensiana. Avevo detto che non pretendevo miracoli e continuo a dirlo. Ai miei scrittori chiedo di affacciarsi sul forum almeno un giorno sì e uno no, e di lasciare di tanto in tanto qualche commento per segnalare il proprio interesse nei riguardi delle varie attività. Poi è chiaro che ci sono periodi di piena e periodi di bonaccia. Adesso stiamo organizzando delle presentazioni in giro per l’Italia e chi può collabora, altrimenti pazienza, sarà per un’altra volta. Se nella factory non vige un dozzinale do ut des è solo perché il sottoscritto si impegna a motivare tutti e a ricordare ogni volta che il progetto viene prima del singolo autore. Ma niente miracoli. C’è gente che è sparita dalla factory per due settimane e non ha avuto alcun richiamo, altro che “ore al giorno”. I miei autori hanno una vita privata, una famiglia e un lavoro, esattamente come me, lo so benissimo e rispetto le loro esigenze. In qualche modo sono stato fin qui partecipe (in maniera riflessa, ovvio) di certi episodi, tra licenziamenti, incidenti, lutti e problemi di salute vari, ma anche di eventi lietissimi quali lauree, nascite di primogeniti, concorsi lavorativi vinti alla grande, esami universitari superati brillantemente. Per quel che ho potuto, mi sono sforzato di rendere tangibile la mia vicinanza e la mia partecipazione emotiva. Sanno perfettamente che non sopporto soltanto chi fa il furbo e si nasconde dietro deboli motivazioni per celare disinteresse nei riguardi degli altri scrittori, o una pigrizia deleteria per il gruppo.
L’idea che qualcuno si sia giocato la possibilità di entrare a far parte di qualcosa di nuovo e bello per un timore così infondato, quindi, un po’ mi sconcerta. Bastava spedire una mail per ottenere rassicurazioni in merito, ad ogni buon conto.

6. Valentina Morelli è iscritta alla nostra community. Sappiamo che ha vinto il premio speciale del concorso “Il cerchio Capovolto” e ogni tanto passa a salutarci dicendo di essere presa dal romanzo a quattro mani con Alain Voudì. Quando sarà pubblicato il suo romanzo, ovvero: quando la nostra cara Vale potrà tornare fra noi?

:)

A. M.: Il libro come sapete è già uscito, ma le mani che lo hanno scritto sono solamente due, cioè quelle di Valentina. Mi permetto di segnalare il link:
http://www.casadeisognatori.com/maracontaipassi.html
Con Alain (che faceva parte della factory solo ufficiosamente) abbiamo provato a lavorare assieme a una bozza e per un po’ ci siamo riusciti, però a un certo punto si sono verificate delle divergenze di opinione circa il modo in cui sviluppare il romanzo al quale stavamo lavorando. Vista l’incompatibilità, al primo bivio ci siamo mossi in direzioni opposte. Valentina invece ha deciso di sopportarmi ancora e alla fine, distaccandosi completamente dalla trama tracciata fin lì, dalla sua penna è uscito un bellissimo romanzo d’esordio: “Mara conta i passi”.

7. Sappiamo che esiste un forum della factory. La componente “comunitaria” funziona, aiuta nella collaborazione? Ci sono stati screzi tra gli autori?

A. M.: Funziona eccome! Certo, c’è chi è più attivo e chi ha bisogno di essere spronato ogni tanto, ma tutto sommato nel forum si è venuta a creare una bella atmosfera. No, non ci sono stati screzi tra gli autori; discutiamo di tutto ed è normale che le opinioni divergano spesso e volentieri su un dato argomento, ma tutto è rimasto nel perimetro della disputa civile. Alcuni di loro si sono conosciuti di persona (cito gli autori toscani e quelli emiliani/romagnoli), proprio perché non vogliamo che la nostra collaborazione rimanga limitata alla sfera castrante del web. A dicembre ci saranno le prime presentazioni co-organizzate dagli autori, se vi fa piacere a tempo debito ve le segnaleremo. E a giugno dovrebbe tenersi il primo raduno nazionale, ma qui già andiamo sul privato.

8. Nei suoi post sul blog abbiamo spesso notato una vena polemica, sia nei confronti di alcuni editori che, e forse soprattutto, degli scrittori esordienti. Ci spieghi il motivo di tanta acrimonia in meno di cinque righe.

A. M.: Non posso, perché da quando c’è la factory ho messo la testa a posto. Oggi amo tutte le creature che pascolano sulla verde terra di Dio. Non vedi l’aureola?

9. In base a quale criterio sono state decise le prime uscite? Come intendete promuoverle e, in tal senso, che tipo di “collaborazione” si aspetta dagli iscritti alla Factory?

A. M.: Desideravo esordire con un libro-rifugio, appartenente a un genere con uno zoccolo duro di fan e immune agli alti/bassi delle mode letterarie, e l’ho trovato nel romanzo d’esordio di Gabriella Grieco, il thriller “La morte è un’opzione accettabile”. Poi mi occorreva un libro-novità, rientrante cioè in un genere mai trattato dai Sognatori prima che si trasformasse in Factory; in questo caso mi è venuto incontro Andrea Viscusi e la sua raccolta di racconti fantascientifici, intitolata “Spore”. E infine volevo rassicurare i supporter di vecchia data mediante la pubblicazione di un volume in linea coi generi dati alle stampe nel periodo 2006-2012, per fortuna lavoravamo da un po’ con Valentina Morelli e “Mara conta i passi” si è rivelato il libro giusto al momento giusto.
Promuoveremo questi libri attraverso i canali attualmente a nostra disposizione e soprattutto dal vivo; Genova e Salerno stanno per conoscere il talento di Valentina Morelli e Gabriella Grieco, ad esempio. Gli altri scrittori inviano mail ai loro contatti per promuovere le prime uscite, si danno da fare sul web (social, siti e forum), c’è perfino chi fa volantinaggio, e per le presentazioni si stanno muovendo alla grande, ognuno vuole fare qualcosa – tra chi funge da relatore, chi effettua le riprese (a breve il nostro canale YouTube), chi legge stralci, chi interviene dal pubblico, chi cerca un luogo in cui tenere la presentazione o cura le pubbliche relazioni (a metà tra un ufficio stampa e un ufficio marketing!) e così via. A me è bastato proporre, tutto il resto è venuto da sé, senza costrizioni, per il bene di tutti – quindi anche per il proprio.

10. Con la Factory si aspetta risultati di vendita superiori a quelli della sua vecchia casa editrice?

A. M.: Non è che me li aspetto, sono sicuro di vendere più libri rispetto al passato.

11. Abbiamo notato che i romanzi della Factory, in futuro, dovrebbero essere disponibili anche in formato ebook, la pagina risulta infatti in costruzione. Quanto tempo ci vorrà prima di poterli acquistare in formato digitale? Quali prezzi sono previsti per gli ebook e saranno liberi da DRM?

A. M.: La questione e-book è un po’ complessa perché in verità ne stiamo ancora discutendo e di sicuro vogliamo fare qualcosa di diverso dal solito. Globalmente tengo a sottolineare quanto segue: la factory investirà tempo e denaro sul cartaceo, il formato digitale non costituisce una priorità. Posso assicurare comunque che i nostri e-book saranno liberi da DRM, poiché la maggior parte dei miei autori si è espressa contro certi sistemi di protezione.

12. Partecipare alla Factory comporta vincoli contrattuali? In che modo lei e gli altri scrittori contribuite al processo creativo, durante la stesura di un libro?

A. M.: C’è un Regolamento Generale da accettare (è quello che a suo tempo pubblicai nel sito, in modo che gli scrittori sapessero a cosa andavano incontro… che poi qualcuno lo abbia snobbato non è affar mio) e ovviamente ogni pubblicazione viene regolata da un accordo di edizione. Nessuna sorpresa contrattuale, comunque.
Gli autori possono rivolgersi anche a case editrici ordinarie ma sono tenuti a non creare disagio al sottoscritto, per esempio inviando a terzi un manoscritto già sottoposto alla mia attenzione (non prima di aver ricevuto almeno un mio parere, intendo) o sottoponendomi lavori già vincolati a qualcosa/qualcuno. Potrebbe verificarsi infatti la spiacevole situazione in cui io dico “ho letto il tuo romanzo, bello, lo pubblico” e l’autore mi risponde “eh ma… io ho già firmato un contratto con un altro editore, nel frattempo”. Ovviamente mi sono impegnato a fornire responsi in tempi decenti; mi aspetto comunque un pizzico di comprensione su quel fronte, così come io non richiamo immediatamente un autore se lui sparisce dalla factory per qualche giorno di troppo.
Circa il processo creativo, chiedo ai miei scrittori di inviarmi un testo per volta e di attendere con un po’ di pazienza il mio parere; sono liberi di spedire un lavoro incompleto (per ricevere un’opinione sulle prime pagine di un romanzo o sui primi racconti di una raccolta) oppure un lavoro completo (col quale puntare a un’immediata pubblicazione). In cambio ricevono – a seconda della tipologia di manoscritto e della relativa “destinazione d’uso” – un commento esauriente o una scheda di lettura, quelle che a suo tempo inviavo con la casa editrice e che un’agenzia letteraria mollerebbe oggi per non meno di 100-150 euro.
Al processo creativo del libro non partecipa la factory in senso lato, ma solo ed esclusivamente l’autore del manoscritto e la casa editrice. Chiunque è libero di spedire un lavoro ad altri autori della factory (abbiamo creato una sezione apposita, nel forum), quindi confrontarsi, ricevere un giudizio preliminare e, se lo desidera, seguire pure eventuali consigli, ma non ha obblighi in proposito. Comunque sulla bozza da mandare in stampa lavorano sempre e soltanto l’editor e l’autore del testo. Tutte le operazioni tecniche (impaginazione, correzione bozza, editing, grafica) vengono eseguite dalla casa editrice.

13. Intorno alla Factory c’è ancora diffidenza. Pensa che le prime pubblicazioni contribuiranno a farla svanire?

A. M.: Devo essere sincero? Non ne ho idea e non mi interessa granché. Lo so, eh, che alcuni nemmeno ci vogliono nominare nei loro forum o nei loro siti letterari, ma che posso dire? Pazienza, sarò l’Innominato dell’editoria italiana. La diffidenza fin qui l’abbiamo raccolta soltanto presso gli aspiranti scrittori e tutti coloro che bazzicano quei territori lì (a parte voi di È scrivere, beninteso: grazie di cuore!), ma la Factory punta a conquistare esclusivamente i lettori quindi… la diffidenza degli altri non ci danneggia né avvantaggia. Siamo una specie di oggetto non identificato e quindi certa gente non sa davvero in che modo prenderci, cosa pensare di noi, prova a giudicarci secondo i canoni delle comuni case editrici e si rende conto alla svelta che non funzionano. In certe persone ho avvertito quasi una forma di frustrazione, poi è chiaro che un po’ di invidia fa il resto. Eppure la factory è soltanto un gruppo di scrittori, scrittrici e addetti ai lavori che si dà da fare per pubblicare buoni libri in maniera innovativa. Dal momento che l’editoria italiana è uguale a se stessa da cinquant’anni, capisco che certi “esperimenti” possano creare scompiglio. Quindi non penso nulla sull’argomento “prime pubblicazioni”, se non che stanno rendendo felici un mucchio di persone, in primis i tanti lettori che le stanno acquistando e leggendo, poi gli autori dei volumi e infine gli altri scrittori della factory, alcuni dei quali sono più emozionati delle persone il cui nome figura in copertina!
Ci diamo da fare per i lettori perché soltanto loro possono premiare davvero i nostri sforzi, sono abbastanza intelligenti da capire che è la qualità dei libri a contare, non certo la sfiducia di chi giudica una realtà editoriale sulla scorta di fattori extra-letterari e parla di cose che i lettori veri, quelli che aprono il portafoglio per acquistare i libri, non conoscono e (diciamolo) nemmeno sono interessati a conoscere; a loro interessano le parole presenti nei libri, non quelle di contorno. Vanno al sodo, non si perdono in chiacchiere.
Il nostro unico obiettivo è pubblicare buoni libri per buoni lettori, non gettare fumo negli occhi. E vogliamo farci apprezzare da chi (parafrasando il grande Frank Zappa) ritiene che senza libri, musica, arte e tutto ciò che in generale alimenta la fantasia degli uomini, la vita si ridurrebbe a una noiosa sequela di scadenze produttive e di date in cui pagare le bollette.

Di nuovo grazie a Aldo Moscatellli!

La prossima settimana ci troverete di nuovo sulla nostra pagina Facebook, con un’intervista a una casa editrice del tutto digitale.
A presto e continuate a seguirci!


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