Intervista a Bresciaunderground Tickleframe
Ammettiamolo, ci siamo presi una piccola pausa. Abbiamo dovuto far bollire alcune idee, lavorare dietro le quinte per non sopperire al caldo ferragostano e per coltivare i nostri prossimi post. Ma questa intervista è la prova che il lavoro estivo premia! Oggi vi presentiamo infatti una meravigliosa realtà, tutta bresciana, che fa invidia a tutta Italia.
Un’intervista da leggere tutta d’un fiato e quello che vi rimane ve lo toglieranno le immagini che questi ragazzi scattano sopra e sotto Brescia. Il Presidente dell’Associazione Bresciaunderground si chiama Andrea Busi, un vulcano di idee, spontaneo e sempre alla ricerca di nuove avventure. Per far conoscere la sua passione (anche oltreoceano) si è scoperto un ottimo fotografo e ci prova anche gusto!
Come nasce Bresciaunderground?
Bresciaunderground, come Associazione, ci piace dire che è “nata per caso”, ma se uno ci conosce confermerà che non è propriamente così. In effetti, l’Associazione è nata solamente nel 2006 quando erano già circa 5 anni che studiavamo, in sordina e in totale clandestinità, il sottosuolo della città. E’ qualcosa di “morboso” che non ci lascia dormire sonni tranquilli! Diciamo che alla base c’è la passione per la storia e probabilmente anche il fatto determinante che siamo tutti, nella maggior parte del gruppo, nati e cresciuti nel centro storico cittadino. Leggende, aneddoti e curiosità tramandate dai nonni, conoscenti e parenti ci hanno spinto fino a qui. E’ una bella avventura sempre nuova e ricca di fascino e mistero!
La passione per il sottosuolo che interesse ha in Italia? Queste attività sono più note all’estero?
In Italia è relativamente conosciuta; ci sono pochissimi gruppi e soprattutto quei pochi sono etichettati sottoforma di speleologi, archeologi o geologi. Noi abbiamo utilizzato un sistema tutto nostro, unendo le nostre forze per creare una “creatura” poliedrica e capace di stimolare la curiosità dei più. All’estero funziona molto meglio, ma è quasi sempre tutto illegale. Per questo abbiamo da poco istituito un nostro brand interno “Bresciaunderground United”, è la costola associativa che accomuna i nostri sforzi con l’aiuto e il supporto delle conoscenze fuori casa, altamente professionali, provenienti da ogni parte del globo.
Tanti i sostenitori bresciani?
Direi di si, in particolar modo dalle istituzioni e privati che tuttora gestiscono i luoghi da noi esplorati e in via di mappatura.
La possibilità di avere numerosi contatti con realtà simili alla vostra all’estero vi ha dato maggiori stimoli?
Certamente, direi che ci ha aiutato molto ad uscire dal “guscio” tenebroso e devastante delle tante burocrazie e regole che il nostro paese, purtroppo a volte, ci impone, costringendoci spesso a mollare tutto e pensare ad altro.
Com’è nata la tua passione per il sottosuolo?
Come ho detto è un insieme di tante cose, non è solamente una in particolare. Devo però ammettere che il sottosuolo non è un luogo che mi faccia poi così impazzire! Strano ma vero, sono convinto che qualche eco del passato ci abbia fatto cadere nel dedalo dei fiumi sotterranei! Difatti la nostra ricerca si basa esclusivamente sulle vie d’acqua sepolte, fiumi, canali e rogge cittadine. Non facciamo altro concerne il mondo sotterraneo, siamo specializzati e ci dedichiamo solo a questa particolare attività suburbana. Il sottosuolo, comunemente chiamato, lo lasciamo ad altri.
E quella fotografica legata all’underground?
Beh, quella è venuta di seguito. All’inizio fotografavo con compatte di basso costo, flash sempre attivo, mai treppiede. Poi ovviamente ci siamo evoluti e anche la fotografia, soprattutto adesso, ha acquistato la sua fondamentale importanza per l’associazione e per l’impatto visivo che proponiamo. E’ il nostro cavallo di battaglia.
Cosa ti piace fotografare in particolare?
Un po’ tutto, la fotografia mi piace. Mi piace fotografare cose e luoghi che mi ricordano qualcosa e che mi lasciano emozioni. Non mi fa impazzire la fotografia che va girata venti volte per capire cosa è stato immortalato!
Un tuo pensiero sulla fotografia digitale?
Secondo me è un passo avanti in qualità e dettaglio (soprattutto per la stampa). Penso anche che la gente dovrebbe smetterla di farsi mille pippe su prezzi, megapixel, modelli e corpi superlussuosi. Se sai fare una bella foto e soprattutto hai occhio per i tagli, con una macchina professionale, ma anche no, puoi essere un maestro.
Delle tue fotografie prevale ovviamente una grande capacità per le foto notturne, che non si limitano però solo al sottosuolo. Tante anche le foto dall’alto della nostra città, tanti punti di vista originali. Ne emerge un amore per la nostra città, resa ancora più affascinante dalla notte. Raccontaci questa tua ricerca di scorci particolari?
La fotografia notturna è una conseguenza del forte e continuo uso di lunghe esposizioni e di filtri/luce adottati nel sottosuolo o comunque in luoghi dove la luce scarseggia. Ovviamente poi è come una droga, ti piace tutto ciò che brilla nel buio e che rende vita ad un mondo fantastico e insolito. Brescia vanta, come tante altre città italiane, scorci e luoghi bellissimi che non si è abituati a vedere. Basta alzare l’occhio, provarci e scattare una foto per credere a tutto ciò. Poi certo, le radici e l’affetto verso la tua terra rende tutto ancora più affascinante, proprio perché ne studiamo all’esattezza la sua storia e possiamo ripercorrerne un cammino in continua evoluzione.
Usi spesso obbiettivi grandangolari. Una propensione particolare per il fisheye?
Adoro “l’aria” nelle fotografie. Non utilizzo fisheyes spinti e a lungo andare fastidiosi che vignettano troppo, utilizzo da 3 anni un 10-22 e, per le sue caratteristiche dinamiche, ne sono follemente innamorato. La lente è indubbiamente la causa principale di una buona riuscita fotografica.
Per entrare nei dettagli, qual è la tua attrezzatura fotografica durante le tue esplorazioni? Hai trovato il giusto compromesso tra ingombro e piccoli spazi?
Utilizzo una Canon Eos 7D con lente supersonic 10-22 / 1:3.5-4.5. Cavalletto Manfrotto e un RC-6 a infrarossi per le pose. L’ingombro ovviamente c’è, il rischio anche, ma la qualità prevale. Luci e filtri sono in dotazione dalla nostra partner Led Lenser, marchio internazionale numero uno nel settore torce tattiche professionali.
Il vostro sito è pieno di immagini stupende della vostra attività e di Brescia. Ti sei ispirato a qualche stile particolare?
Imparai a lavorare in questi termini circa 4 anni fa a Stoccolma in una trasferta da amici svedesi. Mi insegnarono le tecniche per fotografare professionalmente il sottosuolo. E’ un bellissimo e variegato mondo artistico da cui impari moltissime cose. Poi tanta, tanta, tantissima gavetta in quel di Brescia. Sono molto pignolo e categorico; se una foto non finisce di piacermi e non è come già immaginavo spesso per uno scatto ci impieghiamo dai 30 ai 45 minuti di lavoro, molte volte in posti totalmente angusti. I miei colleghi sono molto pazienti nei miei confronti, e direi anche molto professionali nell’aiutarmi a settare le luci.
Il vostro studio e le vostre idee sono sempre in fermento: avete inaugurato a San Faustino da poco un tombino in plexiglas trasparente, una vostra idea.
Si, il tombino è precisamente in vetro temperato antisfondamento. Abbiamo voluto rendere “giustizia” ai corsi d’acqua urbani che generarono e modellarono fin dall’evo antico la nostra città. Sono gli antichi personaggi della storia, se lo meritavano! E’ un lancio per un futuro lavoro più ambizioso, al momento si spera che i passanti possano divertirsi un po’ a spiare verso l’ignoto oppure viceversa, noi da sotto verso l’alto!
In centro a Brescia sono presenti 13 vostri Totem, testimonianza di una storia che cercate, studiate e tramandate.
Era il lontano 2009 quando installammo quelle 13 bacheche. Oggi per noi sembra storia antica, difatti non abbiamo il coraggio di rinnovarli graficamente perché in un certo senso ci siamo affezionati. E’ stato un bel periodo ed è stato anche il nostro primo lavoro “urbano” rivolto al pubblico, l’idea è stata bella ma oggi stiamo pensando a cose totalmente differenti. Ogni lavoro è un tassello fondamentale per progredire.
Quali sono gli oggetti più particolari e storicamente interessanti che avete trovato durante le vostra avventure?
Oggetti? Beh, abbiamo trovato il famigerato Bue d’Oro circa 1 mese fa! Non dovevo dirlo?
Qual è il momento che preferisci quando scatti una fotografia “underground”?
Quando tutto è perfetto, quando il tuo amico si lamenta, quando imprecano repentinamente nei tuoi confronti, quando l’acqua ti sale fino alla gola, quando il gambale è colmo d’acqua e nel fosso ci devi nuotare, quando si ride, quando il topo ti saluta, quando fai fatica ma ce la fai. Quando stiamo bene in compagnia e ci fumiamo una bella sigaretta e tutto il resto è fuori!
Quali sono i vostri prossimi progetti (se si possono svelare), dell’associazione e fotografici?
Abbiamo molti lavori in programma. Alcuni al momento esclusivamente interni, altri come il progetto del vetro a parete presso la chiesa di S. Agata. Abbatteremo un tamponamento in laterizi sulla parete sud dell’abside della chiesa stessa per rendere luce al Largo dei Custodi, sede dell’antico Garza con le acque dei confluiti Bova e Celato, praticamente sito in piazza della Vittoria proprio all’imbocco della stazione della metropolitana.
E’ possibile organizzare con voi visite guidate, cosa bisogna fare?
Per gli appassionati di fotografia hai mai pensato di organizzare una formula ad hoc?
Certamente! Le visite al pubblico le svolgiamo durante tutto l’anno. Basta collegarsi al nostro sito www.bresciaunderground.com e accedere alla sezione VISITE AL PUBBLICO. Si scarica l’informativa PDF e poi si sceglie che tipo di visita fare, ce n’è per tutti! Per gli appassionati di fotografia è difficile, i luoghi non sono accessibili a chiunque e spesso sono veramente impraticabili. Comunque, chi viene a farci visita ai tours al pubblico, può portarsi ovviamente la sua macchina fotografica!
Potete trovare Bresciaunderground ovviamente anche su Twitter e sulla Pagina Fan di Facebook per gustarvi tante altre immagini di questa autentica avventura, alla “The Goonies”, oppure armatevi di coraggio ed andate di persona a conoscere l’underground. Ovviamente il consiglio è anche per chi a Brescia non è mai stato, se passate come turisti non perdetevi questo tour!
Intervista a Bresciaunderground Tickleframe