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Intervista a Carlo Monni

Creato il 08 febbraio 2013 da Wfirenze @WFirenze
Carlo Monni Firenze

Carlo Monni Firenze

Ripropongo la bella intervista a Carlo Monnidi Andrea Scanzi, uscita sul suo blog tempo fa.

Capita spesso a Firenze di incontrare Carlo Monni, i più vecchi lo hanno conosciuto con Benigni (altri tempi, altro Benigni), i più giovani con Ceccherini e Paci. Il suo luogo d’elezione è proprio la Cascine, dove -intervistato- fa una bella panoramica sulla storia del cinema e della comicità toscana.

Meravigliosa la testimonianza sul Benigni di Non ci resta che piangere che esce dall’intervista “Lui e Troisi si fecero pagare anticipatamente per la sceneggiatura. Dissero che avevano bisogno di viaggiare per scrivere. Tre mesi in montagna: ‘No, niente’. Tre mesi all’Argentario: ‘Macchè’. Tre mesi in campagna: ‘Nulla’. E giù, soldi. Poi tornarono dai produttori e dissero: ‘Ci sono due che si perdono e incontrano Colombo’. Fine della sceneggiatura”.
Le riprese da piegarsi dal ridere. Ad esempio quando Troisi, in chiesa, dice ‘Sì sì, ho capito’ alla Sandrelli. Si svegliavano e decidevano sul momento. La Parisina (Lidia Venturini) faceva la mi’ mamma (Monni era Vitellozzo). Mi implorava: ‘Tu sai nulla?’. Attrice di teatro, abituata ai copioni. Rispondevo che gli sceneggiatori erano quei due lì. Lei scrollava la testa: ‘Mammina mia’’”.

L’intervista però leggetevela tutta che vi regala delle vere perle, vi lascio solo la conclusione. “Adesso scrivo un’opera rock e smetto. Intanto ringrazio Dio di non avermi dato troppo successo. Fuori dalla Toscana sanno una sega chi è Carlo Monni, ma va bene così. Godo più alla Festa dell’Unità di Poggibonsi che al Metropolitan”.
L’intervista completa sul sito di Andrea Scanzi.



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