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Intervista a Christine Leunens, autrice di Uomini da mangiare
Creato il 31 agosto 2011 da La Stamberga Dei LettoriChristine Leunens è nata in Connecticut, da madre italiana e padre fiammingo. Ha vissuto in Piccardia dove ha allevato cavalli e scritto per il teatro in inglese e francese. Come sceneggiatrice è stata premiata dal Centre National du Cinéma. Ora si è trasferita in Nuova Zelanda, dove continua a scrivere.
Il libro
Rinchiusa nella dispensa, la piccola Kate fissa con astio le ombre dei prosciutti appesi. Sua madre, un'irascibile vedova lituana, la rinchiude lì per costringerla ad abbandonare la sua innata avversione per il cibo. Nell'oscurità riesce a sentire il battito del suo cuore e può abbandonarsi a complicate fantasie. La mente di Kate è fervida e impaziente, ma nessuno si preoccupa di rispondere alle sue domande sul mondo, e così lei si crea delle idee tutte sue su quello che gli uomini e le donne fanno quando sono soli. Gli innamorati si mangiano. Affamati gli uni degli altri si staccano morsi di frutti proibiti che crescono sotto i loro vestiti. Per questo Kate ha paura di mangiare. I suoi occhi sgranati una volta hanno visto un uomo e una donna preda della passione: si consumavano a vicenda sulle lenzuola di un letto, come se fosse una tavola apparecchiata. C'è un'intera cosmogonia nel mondo di Kate: forse tutto l'universo è commestibile. Forse mangiare ed essere mangiati è il solo prodigioso modo di perpetrare la vita. Ma è nel giorno della sua prima comunione che tutto le appare finalmente chiaro. Sentendo sciogliersi in bocca quel fragile velo di pane, Kate inizia per la prima volta ad aver fame; proprio quando il suo corpo sta diventando quello di una donna e l'adolescenza la sospinge verso i segreti chiusi nelle bocche degli adulti.
Il testo dell'intervista in lingua originale lo trovate in fondo al post.Scroll down for english version.
1) Uomini da mangiare è il tuo esordio, pubblicato nel 2003. Dopo otto anni, cosa provi per Kate e il suo mondo?
Ho la sensazione che Kate e il suo mondo siano ancora in fase sperimentale e che la crudezza con cui ho rappresentato molti aspetti della vita -la fame, il nutrirsi della vita stessa per sopravvivere, l'adolescenza, il risveglio sessuale- sia stata incoscientemente temeraria.
2) Il tuo stile, tagliente e originale, è un misto di ironia e teatralità. Com'è nata l'idea di unire questo stile all'utilizzo come protagonista di una bambina?
Finora non l'avevo mai considerata in questi termini. Ho semplicemente scritto ciò che mi sembrava di dover scrivere, istintivamente. A volte devo dire alla mia mente di star tranquilla mentre scrivo. E' come guidare. Se la mente tace, il corpo supera il camion senza problemi. Se pensi troppo a ciò che stai facendo, le mani iniziano ad agitare il volante a destra e a sinistra, e non va bene.
3) L'ambientazione è un elemento straniante del romanzo. Non si riesce facilmente a collocarlo, non richiamando alla memoria nessun aspetto stereotipato dell'America. Quale elemento ha più influenzato la resa dell'ambientazione, l'oniricità della storia o la multiculturalità dei personaggi?
Quasi tutta la storia ha luogo nel Gulf Coast, in Florida. Dal momento che non è un'ambientazione comune -il territorio basso, pianeggiante, l'umidità tropicale, i canali- probabilmente non viene riconosciuta come America.
4) Guardando la tua biografia si nota immediatamente quante culture diverse abbiano contribuito alla tua crescita. Quanto c'è della tua vita in Kate e nella sua famiglia?
Certamente vi è confluita buona parte della mia infanzia e adolescenza. Ecco perché credo parli così forte ai sensi -odorato, gusto, vista e tatto- perché i nostri sensi sono più acuti quando non siamo ancora abituati alla vita.
5) Il cibo diventa una metafora sociale per trattare tematiche importanti, quali il rapporto genitori-figli, la consapevolezza del corpo e del sesso, il diventare adulti. Il forte impatto che lascia il finale, aiuta il lettore ad avvicinarsi a tali tematiche senza paura. Quale messaggio vorresti arrivasse sicuramente al lettore, leggendo il tuo libro?
Ricordo che ero una bambina molto allegra, e che guardavo gli adulti con un blando senso di pietà. La forma matura delle creature, fossero esse cani, elefanti o esseri umani, non era per me interessante come la cosiddetta forma immatura. Gli adulti smettevano di divertirsi. Potevano restarsene per ore attorno a una piscina con i loro drink aspri a parlare, parlare, parlare. Perciò presi la ferma decisione di non diventare una di loro. Ma poi il mio corpo cambiò, e concetti che prima mi avrebbero disgustato -i ragazzi- diventarono interessanti. In altre parole, veniamo spinti verso la maturità, la maternità, la vecchiaia e la morte come se venissimo condotti in un lungo viaggio.Il mio messaggio, non espresso specificatamente nel romanzo ma che forse emerge a causa della sua carica emotiva, è di non lasciare che i propri sensi o la propria mente vengano uccisi. Meravigliatevi, divertitevi e ridete!
6) I romanzi con bambini come protagonisti di solito raccontano la ribellione. Al contrario Kate segue una strada retta, per essere punita ogni volta che se ne allontana. A quali scrittori ti sei ispirata per Uomini da mangiare, e quali invece consideri i tuoi maestri?
Una delle bizzarre ironie dello scrivere è che il mio particolare stile, alla fine, non somiglia a quello di nessuno degli autori da cui più sono ispirata e che hanno contribuito, attraverso le loro opere, al mio amore per la scrittura. Amo la purezza dello stile di Kazuo Ishiguro in Quel che resta del giorno, o le lunghissime e dettagliate scene di Guerra e Pace di Lev Tolstoj. Eppure, quando mi siedo a scrivere viene fuori qualcosa di completamente diverso, e ho dovuto accettare che questo è semplicemente ciò che sono.
7) Capita spesso che una scrittrice venga rinchiusa nella tipologia della “scrittura femminile”. Pensi esista una “scrittura femminile” e una “scrittura maschile”?
Anche se in teoria non vorrei descrivere la scrittura come maschile e femminile, so cosa s'intende. Una volta qualcuno ha detto che la mia scrittura è 'maschile', perché manca di sentimento. Così su due piedi, mi vengono in mente sia scrittori sentimentali, sia scrittrici che non lo sono. La verità, fortunatamente, è più ambivalente delle etichette.
8) Ringraziandoti per il tempo dedicato al blog, un'ultima domanda di rito: quali sono i tuoi progetti futuri come scrittrice? Verrai a trovare i tuoi fans in Italia?
Dal mio secondo romanzo, Come semi d'autunno, sta per essere tratta una versione cinematografica. Inoltre sto apportando le ultime revisioni al mio terzo romanzo, Can of Sunshine, che esplora il rapporto tra suocera e nuora in seguito alla morte del figlio/marito. Poi inizierò a ideare il mio quarto romanzo.
Spero di incontrare i miei lettori italiani il più presto possibile – se tutto va bene, in occasione della première del film.
English version
1) Primordial Soup is your first book, published in 2003. Eight years have passed, what do you feel about Kate and her world now?
I still feel that Kate and her world are still avant-garde and the rawness with which I confronted many aspects of life – hunger, life having to eat life to survive, adolescence, sexual awakening – was recklessly brave.
2) Your sharp and original style is a mixture of irony and theatricalness. How did you develop the idea of combining this particular style with the choice of a child as protagonist of your book?
I didn’t really think it out in those terms back then. I just wrote what it seemed I had to write instinctively. Today I have to sometimes tell my mind to be quiet when I write. It’s like driving. If the mind shuts up, the body will easily drive the car past the truck. If one thinks too much about what one’s doing, the hands start making little shifts and adjustments left and right and it’s no good.
3) The setting of you romance is bewildering for the reader. It is almost impossible to place it, since it doesn't remind any of the known stereotypes about America. Which was the most influential element in the realization of this kind of setting: the dreamlike atmosphere of the story or the multiculturalism of the characters?
Most of the story took place on the Gulf Coast of Florida. Because that’s not a common setting – the low, flat land, the tropical humidity, the canals – it probably wasn’t recognisable as America.
4) When looking at yor personal story, one instantly notices how many different cultures contributed to your growth. How much of your life did you put in Kate and her family?
A lot of my childhood and adolescence certainly went into it. That’s why I believe it speaks so loudly to the senses – smell, taste, vision and touch, because one’s senses are sharpest when one is yet unaccustomed to life.
5) Food becomes a social metaphor used for dealing with important themes like parents-children relationship, consciousness of one's own body and sex, the process of growing up. The conclusion of the novel has a strong impact which helps the reader to approach these themes without fear. Which message would you like the reader to get from your novel?
I remember being very happy as a child and looking at adults with a sense of mild pity. To me, the mature form of creatures, whether dogs, elephants or humans, wasn’t as cute as the so-called immature one. Adults stopped having fun. They could stay around a pool with these sour drinks and just talk and talk. So I made the firm decision not to become one of those. Then my body changed and concepts that would have revolted me – boys – became interesting. In other words, the way in which we’re carried along to adulthood, parenthood, aging and death is as if we’re being taken along for a big ride. My message, not stated specifically in the novel but perhaps arising out of its emotions, would be not to let one’s senses or mind become deadened. Marvel, enjoy and laugh!
6) Novels with children as protagonists usually talk about rebellion. On the contrary, Kate always walks the line and she's punished every time she goes astray. By which authors were you inspired in writing Primordial Soup? And whom do you consider as your master?
One of the puzzling ironies of writing is that my particular style, in the end, doesn’t seem anything like the writers I am most inspired by and that contributed, though my reading of them, to my love of writing. I love the purity of style in Kazuo Ishiguro’s The Remains of the Day, or the very long intricately detailed scenes of Lev Tolstoy’s War and Peace. Yet when I sit down to write, something entirely different comes out and I have had to come and accept that that is simply who I am.
7) It is common for a female writer to be included in the "female writing"stereotype. Do you think something like "female writing" and "male writing" really exist?
Even though in theory, I wouldn’t want to describe writing as ‘male’ and ‘female’, I know what is meant by that. Someone once wrote that my writing was ‘male’, because it lacked a kind of sentimentality. Off the cuff, I can think of a few male writers who are sentimental, and some female ones that aren’t. So the truth is thankfully more ambiguous than the terms.
8) Thank you for taking the time to answer our questions. One last question, as tradition: what are you future project as a writer? Will you visit your fans in Italy in the next future?
My second novel, Caging Skies is being made into a film. Also, I’m doing some last revisions to my third novel, Can of Sunshine, which explores the relationship between a mother-in-law and daughter-in-law after the son/husband dies. Then I’m planning on starting on my fourth novel.
I hope to visit my readers in Italy as soon as possible – hopefully with the premiere of the film.
Intervista di Lorem Ipsum, traduzione di Valetta e Sakura87
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