Come è nata la passione per la scrittura?
In realtà anche il mio lavoro quotidiano ha a che fare con la scrittura e l'editing, anche se non in ambito narrativo; quindi la passione per la parola c'è sempre stata. Per un po' di anni mi sono dedicato con discreto successo alla poesia, poi ho collaborato alla stesura di un romanzo a dieci mani in Inglese - e, da lì, è nata la voglia di provare a creare qualcosa nel mio genere preferito, il giallo; e nella mia lingua madre, l' Italiano.Qual è il tuo stile?Il mio stile ha – almeno nelle intenzioni – un occhio di riguardo in più verso il suono e la struttura, rispetto al giallo tradizionale. Non sono mai stato un fan dello 'stile trasparente', e mi piace l'idea di mettere a confronto il lettore con idee complesse, anche dal punto di vista formale. Un critico meno pietoso di me stesso direbbe, invece, che mi piacciono i paroloni e gli anacoluti. Direi che abbiamo entrambi ragione...Il genere letterario che preferisci di più?Ovviamente il giallo, sopratutto quello classico tutto basato sulla deduzione invece che sull'azione – mi piace, per intenderci, il giallo alla Agatha Christie o Dickson Carr. Leggo però anche moltissima fantascienza (adoro William Gibson), il fantasy tradizionale e l'horror, in particolare quello di fine '800 – inizio '900. Un altro grandissimo amore è la letteratura asiatica, classica e contemporanea.Quale genere letterario non ti piace?Probabilmente dovrei dire il romanzo rosa, ma in realtà ne ho letti di ottimi ultimamente! Non ho un grande amore per l'action alla Tom Clancy e trovo anche molto pesanti, in generale, i romanzi troppo legati al realismo e al verosimile: per interessarmi ci deve sempre essere un tocco di bizzarro o soprannaturale.Come nascono le tue storie?Le mie storie nascono da un piccolo germe, spesso un'idea ma a volte un personaggio o uno spezzone di dialogo, che lascio 'stufare' per un po', periodo in cui mi limito a buttare giù note e scrivere piccoli spezzoni (che in genere poi butto via) solo per pratica. Poi scrivo un paio di stesure, che non funzionano mai e che devo in genere buttare. Arrivato alla terza stesura quasi sempre ho la struttura adatta per cominciare ad aggiungere polpa alle ossa, attraverso un lavoro di editing che mi ruba, in totale, almeno un 60% del tempo totale. E' un processo lungo, tedioso e arrancante ma non ne conosco uno migliore...In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?Per niente; nessun personaggio mi rispecchia o mi rappresenta in ciò che scrivo. Anzi, il contrario: per me, un personaggio è essenzialmente il veicolo di un'idea o di un modo di vedere il mondo che non devo per forza condividere; e che, anzi, spesso non condivido. Immedesimarsi troppo nei propri personaggi, poi, non è un bene nel giallo perché si diventa troppo buoni verso di loro. Risulta difficile farli morire di morti orribili.
Come è nata la tua ultima opera?'Mai La Stessa Tre Volte' è nato dal personaggio principale, e dall'idea di scrivere un horror -action urbano con elementi investigativi. L'ambientazione è poi cambiata per strada, e l'elemento horror è stato per lo più abbandonato; ma, essenzialmente, nei mesi ho creato un qualcosa che rispecchia abbastanza fedelmente l'idea di partenza. Ovviamente, essendo il mio primo romanzo, sarà sicuramente pieno di difetti; spero comunque che possa risultare accattivante, e creare un po' di curiosità per ciò che verrà.Stai lavorando a qualche altro libro?Sono circa a metà della stesura del seguito di 'Mai La Stessa Tre Volte'. Sarà una virata ulteriore sia verso la fantascienza, sia verso l'investigazione vera e propria – camere chiuse, delitti impossibili e tutto il resto. A lato sto lavorando ad un piccolo progetto horror che, per ora, si intitola 'Piccoli Mostri dell'Appennino Emiliano.'Il tuo sogno?Dovrei dire 'vivere di scrittura', ma non credo sia questo veramente il mio sogno. Dirò, piuttosto, che il mio sogno è catturare la fantasia e la fedeltà di almeno alcuni lettori, e dare loro qualcosa che la narrativa contemporanea, sopratutto italiana, non offre altrimenti. Vorrei potere, anche tra dieci o venti anni, scrivere romanzi e sapere che chi ha cominciato a leggermi da 'Mai La Stessa Tre Volte' ha avuto la pazienza e la voglia di seguirmi nel mio crescere come scrittore.
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